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Dietro le quinte della diplomazia svizzera: stipendi, fatti e neutralità

illustrazioni di due persone che si stringono la mano
Illustration: Kai Reusser / SWI swissinfo.ch

SWI swissinfo.ch analizza chi sono i diplomatici e le diplomatiche della Svizzera, come lavorano, quanto guadagnano e in cosa si differenziano da altri Paesi.

Lavorare nel corpo diplomatico, in Svizzera, significa rappresentare un Paese neutrale che – almeno sulla carta – non prende mai posizione. Una neutralità che, se da un lato viene spesso scambiata per opportunismo, dall’altro permette alla Confederazione di fare da mediatrice per la pace.

SWI swissinfo.ch risponde ad alcune domande sul corpo diplomatico svizzero, spesso avvolto da leggendaria segretezza, e sul suo modo di operare.

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1. Quale background professionale deve avere chi lavora per il corpo diplomatico svizzero?

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) recluta professionisti e professioniste fino ai 30 anni di età che abbiano alle spalle una certa esperienza sia sul lavoro sia all’estero. Le competenze linguistiche sono fondamentali e la cittadinanza elvetica è d’obbligo, anche se è ammessa anche la doppia cittadinanza. I membri del corpo diplomatico svizzero possono ricoprire svariati compiti, che richiedono profili diversi e una formazione variegata.

Cominciare in giovane età permette a diplomatici e diplomatiche di crescere all’interno del sistema attraverso rotazioni regolari, fino a raggiungere la posizione di ambasciatore o ambasciatrice. Negli anni Cinquanta il DFAE ha lanciato il cosiddetto “concorso diplomatico”, una procedura di reclutamento che prevede vari esami, orali e scritti.

All’epoca, per candidarsi ed entrare nel servizio diplomatico era necessaria la laurea in legge, mentre oggi viene accettata qualunque laurea magistrale, da Ingegneria a scienze sociali, economia e medicina. In questo modo si hanno a disposizione profili più adatti a carriere che richiedono molti trasferimenti o a ruoli di grande mobilità tra dipartimenti e incarichi all’estero.

Questo sistema ibrido, che favorisce il reclutamento di persone di diverse età, ricorda quello di Paesi come il Canada o gli Stati Uniti, a differenza del percorso diplomatico di Stati come la Russia, la Cina o il Giappone, dove la maggior parte di diplomatici e diplomatiche viene assunta giovane per poi crescere nei ranghi. In quel caso, infatti, è difficile riuscire a essere ammessi per merito a metà carriera.

2. Con quale frequenza si viene inviati all’estero?  

placca con la croce svizzera su un muro coperto da piante rampicanti
La discrezione è fondamentale. Una placca con la bandiera svizzera all’esterno dell’ambasciata di Svizzera a Pechino, in Cina. Keystone

Per entrare nel corpo diplomatico svizzero servono versatilità e predisposizione a lavorare sia da Berna sia presso le rappresentanze elvetiche in altri Paesi. In genere, le rotazioni avvengono ogni tre o quattro anni. Molti diplomatici e diplomatiche prestano servizio anche a Ginevra, rappresentando la Svizzera in organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale della Sanità o il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).

Circa due terzi delle sedi diplomatiche svizzere si trovano all’estero, mentre l’ultimo terzo ha sede a Berna. La Svizzera dispone di 104 ambasciate, 232 consolati e 20 rappresentanze in altri Paesi. In confronto, il Belgio ha 80 ambasciate, 297 consolati e 3 rappresentanze.

Nel 2024, il DFAE aveva oltre 5’300 dipendenti, tra cui 375 diplomatici e diplomatiche, 472 membri del personale consolare, 295 specialisti e specialiste in cooperazione internazionale e 2’962 tra persone assunte in loco e personale onorario di stanza all’estero.

3. Quanti nuovi membri vengono assunti ogni anno?

In Svizzera, l’ammissione al corpo diplomatico si basa su un concorso pubblico, sulle competenze linguistiche e sul merito. Per entrare bisogna superare il severo concorso diplomatico. In genere, il DFAE assume una volta all’anno: il prossimo bando si aprirà alla fine di maggio. Per partecipare serve un diploma di master conseguito presso un’università svizzera o un’istituzione riconosciuta nell’Unione Europea o in un’area di libero scambio europea.

Inoltre, è richiesto un livello C1 (avanzato) in almeno due delle lingue nazionali (tedesco, francese o italiano), oltre che in inglese. Candidati e candidate dovranno sostenere sei esami oraliCollegamento esterno riguardanti diritto costituzionale, diritto internazionale e pubblico, politica, economia, storia e cultura generale, nonché redigere un’analisi politica su uno dei due argomenti proposti, da completare online in 90 minuti.

Il comitato di ammissione ne valuterà la formazione, l’esperienza, la personalità, la motivazione, la dimestichezza nella gestione dello stress, il pensiero critico e la capacità argomentativa.  Nel 2024, dei 211 candidati e candidate ne sono stati ammessi solo 15, pari a circa il 7,1%. Il prossimo concorsoCollegamento esterno si svolge dal 25 maggio al 16 giugno 2025.

4. La posizione di diplomatici e diplomatiche è davvero neutrale?

La neutralità svizzera è oggetto di continue critiche. La Confederazione è accusata di avere una politica estera troppo passiva, opportunista o commercialmente pragmatica.

Tali critiche si sono ulteriormente inasprite dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. La Russia ha accusato Berna di aver accantonato la sua neutralità e adottato una posizione filo-ucraina, fornendo sostegno e aiuti a Kiev. Al tempo stesso diplomatici e diplomatiche dell’UE hanno accolto con favore le sanzioni svizzere sui beni russi.  

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov sono seduti in una sala con scaffali di libri alle pareti
Un addetto alla sicurezza indica ai media di allontanarsi mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov si incontrano per il vertice USA-Russia a Villa La Grange a Ginevra, in Svizzera, 16 giugno 2021. Keystone

Per il corpo diplomatico svizzero, però, neutralità non significa astenersi da qualsiasi iniziativa, anzi, la Confederazione ha una lunga tradizione di sanzioni imposte a Paesi, individui e organizzazioni.

Per molti anni si è allineata alle prese di posizione dell’UE o alle sanzioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha seguito la linea europea imponendo una serie di sanzioni alla Russia e concedendo a cittadini e cittadine ucraini lo status di rifugiati. In più, ha congelato circa 7,4 miliardi di franchi di beni russi.

Seppur neutrale, l’industria della difesa svizzera produce munizioni, che in parte sono finite anche in Ucraina. Tuttavia, secondo la legge svizzera, i Paesi che acquistano armi elvetiche non possono poi riesportarle a parti coinvolte in conflitti armati, normativa che è stata al centro di un intenso dibattitoCollegamento esterno fin dall’inizio della guerra in Ucraina.

5. Quanto guadagna chi lavora nella diplomazia?

Se è vero che diplomatici e diplomatiche di alto livello, in particolare ambasciatori e ambasciatrici, possono percepire stipendi relativamente alti (31’000 franchi al mese, o 405’000 franchi all’anno, classe di stipendio 38Collegamento esterno), la loro è l’eccezione più che la regola. La maggior parte dei membri del corpo diplomatico inizia da circa 106’000 franchi l’anno, pari a circa 8’185 franchi al mese (al lordo di tasse e detrazioni). A titolo di confronto, lo stipendio medio annuo in Svizzera è di 81’456 franchi.

Il lavoro comporta orari impegnativi, forti pressioni politiche e trasferimenti ogni tre o quattro anni. Gli incarichi possono spaziare da Ginevra e New York a zone di conflitto o capitali di Paesi remoti. Alloggi e benefici variano notevolmente da una destinazione all’altra.

Dietro i ricevimenti formali e il protocollo, c’è un ruolo che spesso implica di gestire negoziati o coordinare la risposta a emergenze e crisi. Nel 2025, i funzionari e funzionarie degli Affari esteri statunitensi hanno percepito uno stipendio baseCollegamento esterno che andava da 34’454 a 162’672 dollari all’anno a seconda della categoria di appartenenza. Chi presta servizio all’estero riceve un’ulteriore retribuzione del 22,62%, inserita per ottenere la parità salariale con il settore privato in cui gli stipendi esteri arrivano a 195’200 dollari l’anno, cifra in linea con la retribuzione svizzera.

Quanto guadagnano diplomatici e diplomatiche nel mondo?

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6. Chi decide la politica estera svizzera?

Il DFAE si distingue dai ministeri degli esteri di Paesi come Russia, Francia o Stati Uniti perché il servizio diplomatico svizzero non rientra in una rigida gerarchia politica. Al contrario, opera all’interno del Consiglio federale (organo esecutivo collegiale), i cui sette i membri, compresa la persona responsabile degli affari esteri, hanno lo stesso status. Le decisioni di politica estera vengono prese collettivamente, non per ordine presidenziale o per decisione ministeriale.

In Russia, invece, il ministero degli esteri è strettamente controllato dal Cremlino, per cui il ministro russo Sergei Lavrov riferisce direttamente al presidente Vladimir Putin e la diplomazia segue una struttura di potere verticale, priva di qualsivoglia indipendenza. In Francia, il ministro dell’Europa e degli affari esteri è Jean-Noël Barrot, un politico con la doppia cittadinanza francese e svizzera. Sebbene ricopra un ruolo di alto profilo, le decisioni strategiche vengono sempre prese dal presidente Emmanuel Macron.

Altri sviluppi

Infine, il Segretario di Stato americano Marco Rubio è stato nominato personalmente dal presidente Donald Trump. Il Dipartimento di Stato americano ha una forte capacità istituzionale, ma scarsa indipendenza dalla Casa BiancaCollegamento esterno.

In Svizzera il DFAE è lo specchio della neutralità e del decentramento del Paese, in quanto tutte le politiche, inclusa la politica estera, sono definite e attuate con un più ampio consenso nazionale. La politica estera viene stabilita dal Consiglio federale ogni quattro anni, all’inizio della nuova legislatura, senza una linea di partito dominante, ambizioni globali o una politica di facciata. Negli Stati Uniti, invece, Rubio è un punto cardine della politica estera di Trump.

7. È vero che la Svizzera conduce trattative segrete e comunicazioni tramite canali secondari?

Le trattative segrete in Svizzera non sono solo un mito. Negli ultimi mesi, il Paese ha ospitato incontri non ufficiali tra varie personalità americane e russeCollegamento esterno. Anche se chi vi ha partecipato non era presente in un ruolo formale, c’erano diverse persone con esperienza nella diplomazia o nella sicurezza. Gli incontri, tenutisi durante il periodo di transizione post-elettorale negli Stati Uniti, evidenziano il ruolo della Svizzera come terreno neutro per i dialoghi più delicati.

In quanto nazione neutrale, la Confederazione ha una lunga tradizione da intermediario discreto, capace di offrire il proprio sostegno alle nazioni in conflitto tramite i cosiddetti “buoni uffici”, di mediazione tra due parti avverse.

Negli ultimi decenni, per esempio, ha rappresentato gli interessi degli Stati Uniti in Iran e a Cuba. Inoltre, ha mediato i colloqui tra Turchia e Armenia che nel 2009, a Zurigo, hanno portato alla firma di due protocolli di paceCollegamento esterno contenenti disposizioni per l’instaurazione di relazioni diplomatiche formali tra i due Paesi. Nel 2012, poi, la Svizzera ha sostenuto il processo di pace tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo (FARC), contribuendo al raggiungimento di un accordo tra le parti.

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A cura di Virginie Mangin/gm/ts

Traduzione di Camilla Pieretti

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