Media di massa, la cartolina vive un vero e proprio periodo d'oro all'inizio del 20esimo secolo. È un mezzo molto popolare di inviare un piccolo messaggio in un'epoca in cui il telefono non è ancora disponibile in tutte le case.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Specialista di politica federale. In precedenza, redattore presso l'Agenzia telegrafica svizzera (oggi Keystone-ats) e Radio Fribourg.
Sia nei paesi belligeranti che in Svizzera, la Prima guerra mondiale provoca una proliferazione di temi rappresentati. Le cartoline diventano un supporto per la propaganda, la satira, il patriottismo e servono anche ad illustrare – in una forma certamente molto idealizzata – la vita militare.
Cento anni dopo lo scoppio del conflitto, queste cartoline costituiscono quindi una miniera di informazioni. A differenza di altre fonti, come i film, i giornali o la letteratura, questo materiale finora era stato un po’ trascurato. Ma di recente, degli storici hanno esaminato attentamente le illustrazioni che consentono immergersi nell’atmosfera dell’epoca. E più che le immagini stesse, è soprattutto il messaggio che trasmettono che permette di decifrare la posta in gioco e le preoccupazioni del tempo.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Appostati alla frontiera, per difendere la neutralità
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli effettivi variavano in funzione delle potenziali minacce. Per questo, il 1° agosto 2014 la Svizzera contava circa 220’000 soldati in servizio attivo e poco più di 12’500 alla fine del conflitto. Gli uomini mobilizzati hanno trascorso in media 500 giorni in uniforme. L’esercito svizzero non ha preso parte alla guerra, ma ha comunque subito…
L’attentato di Sarajevo, indice delle divisioni svizzere
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, cade insieme a sua moglie sotto i colpi di un gruppo di giovani nazionalisti serbi. Fin dal giorno successivo, i giornali svizzeri discutono ampiamente l’episodio. I più lungimiranti fra loro capiscono subito che l’attentato potrebbe avere conseguenze incalcolabili. «Si tratta di uno di quegli…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Istituita poche settimane dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale dal Comitato internazionale della Croce Rossa, l’Agenzia internazionale dei prigionieri di guerra (AIPG) fu velocemente sommersa dalle domande di informazioni. Ospitata nei locali del Museo Rath, l’AIPG impiegava alla fine del 1914 circa 1’200 persone, principalmente donne. Sino alla fine della guerra, i collaboratori dell’AIPG…
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.