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La Svizzera e l’UNRWA: cronologia di un rapporto difficile 

bambino seduto sopra aiuti umanitari UNRWA
Negli ultimi anni la Svizzera ha donato 20 milioni di franchi svizzeri al bilancio del programma principale dell'UNRWA, ma nel 2024 ne ha versati solo la metà. Afp Or Licensors

La Svizzera continuerà per ora a finanziare l'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per le persone rifugiate palestinesi. Ma i contributi elvetici potrebbero nuovamente essere messi in questione nel corso di quest’anno – l'ultimo capitolo della turbolenta storia del Paese con l'agenzia. 

Il futuro dell’UNRWA, che assiste 5,9 milioni di rifugiati e rifugiate palestinesi, è in dubbio. A ottobre, il Parlamento israeliano ha approvato una legge che le vieta di operare a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. In precedenza Israele aveva sostenuto che diversi operatori dell’agenzia avevano partecipato agli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, in cui furono uccise 1’200 persone. 

Dopo due inchieste – una che ha trovatoCollegamento esterno possibili legami con l’attacco per nove membri del personale e l’altra che non è riuscita a ottenere prove a sostegno delle accuse di Israele – la maggior parte dei principali Paesi donatori, a eccezione degli Stati Uniti, ha messo fineCollegamento esterno alla sospensione temporanea dei finanziamenti all’UNRWA. Alcuni, come la Spagna e il Qatar, hanno addirittura aumentato le loro donazioni. L’agenzia, che opera anche in Giordania, Siria e Libano, sta lottando per soddisfare un livello di bisogno umanitario senza precedenti nella regione. 

La Svizzera, il dodicesimo donatore dell’agenzia secondo i dati del 2023, ha valutato la possibilità di interrompere del tutto i suoi contributi. Nella sessione parlamentare di dicembre dello scorso anno, il Consiglio nazionale (Camera bassa) aveva votato per la sospensione delle donazioni. Questa decisione è stata ribaltata nel Consiglio degli Stati (Camera alta), che chiesto una valutazione delle conseguenze di tali tagli. 

Il Paese alpino ha intensificato gradualmente l’assistenza all’UNRWA sin dalla sua nascita, 75 anni fa. La sua donazione, tuttavia, rimane esigua rispetto a quella di Stati come la Germania ed è stata accompagnata sia da elogi che da critiche nei confronti dell’agenzia, come risulta da un rapporto governativoCollegamento esterno del 2020. Negli ultimi anni, anche i legislatori e le legislatrici hanno messo sempre più in discussione il livello di sostegno della Svizzera e il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis ha persino espresso dubbi sul ruolo dell’agenzia. 

Umili inizi 

Maggio 1950 – L’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente, inizia la sua attività a seguito di una risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU del 1949 che istituisce un’agenzia per fornire aiuti umanitari e programmi di lavoro alle persone palestinesi sfollate dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Nei primi anni, l’assistenza svizzera si limita a sostenere progetti sanitari in Libano e Giordania. Il contributo tra il 1958 e il 1960 raggiunge i 600’000 franchi. 

ispezione medica in classe giordana negli anni '60.
Negli anni ’60, la Svizzera sostiene una scuola in Giordania gestita dall’UNRWA, dove gli alunni e le alunne vengono anche sottoposti a controlli sanitari. Keystone-SDA

Anni ’60 – Il Governo svizzero dichiara al Parlamento che l’UNRWA, nonostante le sue risorse limitate, sta dando un contributo significativo all’assistenza dei rifugiati e delle rifugiate palestinesi. Nel 1965, il Governo inizia a sostenere iniziative educative. L’obiettivo è quello di aiutare giovani rifugiati a integrarsi nei Paesi di accoglienza o a emigrare, viste le scarse prospettive di una soluzione politica.

Anni ’70 – La Svizzera versa all’UNRWA un contributo medio annuo di 1 milione di franchi, oltre a donare centinaia di tonnellate di farina e latte in polvere. Ma i parlamentari e le parlamentari esprimono critiche e chiedono una soluzione alla crisi delle persone rifugiate incoraggiando l’integrazione negli Stati ospitanti.

Aiuti di “natura essenzialmente politica” 

Anni ’80 – Un’analisi delle autorità federali conclude che l’agenzia sta svolgendo un buon lavoro nonostante le condizioni difficili e la perenne mancanza di fondi. Ma rileva anche che l’aiuto fornito dall’UNRWA è essenzialmente di natura politica. Stando al rapporto, solo una piccola minoranza di rifugiati e rifugiate dipende dagli aiuti umanitari secondo i termini stabiliti dalla legge svizzera sull’aiuto all’estero, e molti conservano la loro tessera di registrazione UNRWA soprattutto per preservare la propria identità palestinese. Tuttavia, il rapporto non individua una soluzione alternativa al mantenimento del sostegno all’agenzia.

Anni ’90 – La Svizzera incrementa il suo contributo finanziario fino a circa 10 milioni di franchi all’anno per il bilancio di base e per gli appelli d’emergenza. Aumenta anche il suo impegno politico con l’UNRWA, sostenendo una maggiore cooperazione tra gli Stati ospitanti, i Paesi donatori e l’agenzia.

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Anni 2000 – La Svizzera discute di riforme in seno all’UNRWA, tra cui il miglioramento dell’efficienza della sua struttura operativa e della sua capacità di reagire alle crisi nella regione. Entra a far parte della commissione consultiva dell’agenzia per assistere il commissario generale nel suo ruolo. Nel 2015, per la prima volta, il contributo della Svizzera al bilancio di base dell’UNRWA supera i 20 milioni di franchi. 

Dichiarazioni svizzere fanno discutere 

2018 – Dopo una visita in Giordania, il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis afferma che finché il popolo palestinese rimarrà nei campi profughi, potrà sognare di tornare a casa e che l’UNRWA “è diventata parte del problema”. E aggiunge: “Sostenendo l’UNRWA, manteniamo vivo il conflitto. È una logica perversa”. Le sue osservazioni suscitano indignazione, soprattutto tra i e le parlamentari di sinistra, ma Cassis afferma che hanno aperto un dibattito in Svizzera sul ruolo del Paese nel sostenere l’UNRWA. Questo avviene mentre il principale donatore dell’UNRWA, gli Stati Uniti, ritira i suoi contributi, inducendo diversi Paesi, tra cui la Svizzera, a colmare parte del deficit. Un anno prima, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiaratoCollegamento esterno che l’UNRWA “perpetua il problema dei rifugiati palestinesi” e dovrebbe essere smantellata.

2019 – A luglio, la Svizzera e altri Paesi donatori sospendono temporaneamente i finanziamenti all’UNRWA dopo che sono emerse accuse di molestie sessuali, nepotismo, discriminazione e altri abusi di potere sotto la gestione di Pierre Krähenbühl, un cittadino svizzero nominato commissario generale dell’agenzia nel 2014.

Pierre Krähenbühl alle Nazioni Unite
Mentre Krähenbühl era al centro di un’indagine, il Governo svizzero ha sospeso il suo contributo all’UNRWA, dichiarando tuttavia che l’agenzia rimane “un attore importante per la stabilità e la sicurezza in Medio Oriente”. Keystone / Martial Trezzini

Krähenbühl si dimette il 6 novembre, alludendo a pressioni politiche, in particolare dagli Stati Uniti, e a quello che definisce uno sforzo concertato per minare l’agenzia. Un’indagine interna lo scagiona dall’accusa di frode o uso improprio dei fondi UNRWA, ma evidenzia problemi di gestione che devono essere risolti. 

2020 – La Svizzera esorta Philippe Lazzarini, l’italo-svizzero ora alla guida dell’UNRWA, a “mettere rapidamente in atto” riforme, in particolare per una maggiore trasparenza, supervisione e controllo dei processi dell’agenzia.

Finanziamenti elvetici sul filo del rasoio 

Dicembre 2023 – Due mesi dopo gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre, il Consiglio nazionale approva l’eliminazione del finanziamento annuale dell’UNRWA dal bilancio dell’aiuto allo sviluppo. Ma il Consiglio degli Stati raggiunge un compromesso, che vede il bilancio complessivo per l’aiuto umanitario tagliato di 10 milioni di franchi.

Gennaio 2024 – In seguito alle accuse di Israele, secondo cui diversi membri dello staff dell’UNRWA avrebbero preso parte agli attacchi di Hamas, la Svizzera sospende il suo contributo per il 2024 di 20 milioni di franchi svizzeri fino al completamento delle indagini.

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Maggio 2024 – Il Governo decide di erogare metà dei 20 milioni di franchi, da utilizzare esclusivamente per le necessità umanitarie urgenti a Gaza – dove il bilancio delle vittimeCollegamento esterno si aggira a questo punto intorno ai 35’000 morti – a seguito di un’inchiesta indipendente sull’UNRWA condotta dall’ex ministra degli esteri francese Catherine Colonna. In seguito, un’indagine interna individuaCollegamento esterno possibili legami con l’attacco del 7 ottobre per nove dipendenti, che vengono licenziati. 

Settembre 2024 – La Camera bassa svizzera approva la proposta di David Zuberbühler, dell’Unione democratica di centro, di porre fine ai finanziamenti all’UNRWA, con una maggioranza di 99 “sì” e 88 “no” (e sette astensioni). Il Governo annunciaCollegamento esterno che non verserà i restanti 10 milioni di franchi destinati all’agenzia nel 2024.

Dicembre 2024 – Il Consiglio nazionale approva un’altra proposta di Zuberbühler per eliminare i finanziamenti all’UNRWA dal bilancio degli aiuti allo sviluppo. La Camera alta, da parte sua, rinvia il voto sulla fine dei finanziamenti all’UNRWA mentre la commissione Affari esteri tiene delle consultazioni sull’agenzia. Il Governo deciderà su eventuali finanziamenti futuri una volta conclusi i dibattiti in Parlamento, probabilmente nella primavera del 2025. 

A cura di Lindsey Johnstone/livm/ts 

Traduzione e adattamento dall’inglese di Sara Ibrahim 

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