La Svizzera ospiterà un summit per la pace in Ucraina, quel che c’è da sapere
La Svizzera ha annunciato ufficialmente che ospiterà una conferenza per la pace in Ucraina a metà giugno. L'annuncio coincide con la visita di Stato russa di martedì in Cina e con le indiscrezioni di stampa secondo cui il presidente statunitense Joe Biden potrebbe partecipare al vertice elvetico.
Quando e dove si terrà il summit?
Dopo aver accolto in gennaio la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di ospitare un vertice per la pace, le autorità svizzere hanno svelato i loro piani mercoledì. Il Consiglio federale ha annunciato che il vertice avrà luogo il 15 e 16 giugno.
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Come precedentemente rivelato dal Tages-Anzeiger, il summit si terrà presso l’albergo a cinque stelle Bürgenstock che sovrasta il Lago dei quattro Cantoni, nella Svizzera centrale. I e le partecipanti potrebbero raggiungere l’hotel via nave e con la funicolare.
Un incontro dei Paesi del G7 si terrà a Roma il 13-15 giugno. Personalità politiche di alto livello, dunque, sarebbero a due passi dalla Svizzera.
Quali Paesi parteciperanno?
Dal momento in cui ha accettato di ospitare il summit, la Svizzera ha fatto pressioni su altri Stati affinché partecipi il maggior numero di delegazioni possibile.
Il 6 aprile, Zelensky ha detto: “Ci aspettiamo tra gli 80 e i 100 Paesi. Questo è il numero, credo, che può perlomeno provare a spingere la Russia verso una pace giusta”. Ha però ammesso di non disporre di una lista specifica di Paesi. “Ci metteremo d’accordo su come procedere nei prossimi giorni”.
“Durante la prima fase esplorativa”, si legge nel comunicato del Governo elvetico, “la Svizzera ha condotto colloqui con Paesi del G7, l’UE e con [altri Paesi] tra cui Cina, India, Sudafrica, Brasile, Etiopia e Arabia Saudita”.
Secondo le fonti contattate dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), il presidente statunitense Joe Biden potrebbe recarsi in Svizzera per partecipare alla conferenza.
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Zelensky ha stilato un piano di pace in dieci punti che prevede il ripristino dell’integrità territoriale ucraina, il ritiro di tutte le truppe russe, la protezione delle forniture di alimenti ed energia, la sicurezza nucleare e il rilascio di tutti i prigionieri di guerra.
Bloomberg indica che sono soprattutto i Paesi del cosiddetto Sud globale ad aver espresso interesse a partecipare.
Il Governo svizzero è stato chiaro nell’affermare che considera cruciale la partecipazione degli Stati BRICS, specialmente Brasile, India, Cina e Sudafrica.
Il ministro degli esteri Ignazio Cassis si è recato in India e in Cina in febbraio per promuovere la conferenza. Il responsabile del dipartimento dell’economia Guy Parmelin ne ha discusso durante una visita in Qatar. L’hotel Bürgenstock è di proprietà dello Stato qatariota.
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Una partecipazione russa?
La Russia probabilmente non parteciperà alle prime discussioni, aveva detto Amherd già in febbraio. La Russia ha indicato anticipatamente di non essere interessata. Mosca afferma che il vertice è insensato e destinato a fallire se non terrà in considerazione gli interessi russi. Secondo il Cremlino, il summit non è altro che un sotterfugio dell’Occidente per tentare di ottenere supporto per l’Ucraina nel Sud globale.
Nel comunicato di mercoledì, il Governo sottolinea che “la conferenza offrirà una piattaforma per un dialogo ad alto livello sulle possibili vie per giungere a una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina, basata sul diritto internazionale e sullo Statuto delle Nazioni Unite. Dovrà permettere di sviluppare una comprensione comune del quadro favorevole a tale obiettivo e di stabilire una tabella di marcia concreta per la partecipazione della Russia al processo di pace”.
Il Cremlino ha respinto il piano di pace di Zelensky. Dice di essere pronto ad intavolare una discussione a proposito dell’Ucraina, ma solo se rispetterà gli interessi russi sulla sicurezza e rifletterà “le nuove realtà” sul campo. Le forze russe controllano ora circa un quinto del territorio ucraino e rivendicano il possesso di quattro regioni.
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Il cruciale ruolo della Cina
Il grande punto interrogativo è se la Cina parteciperà alla conferenza in Svizzera, scrive Bloomberg.
Wang Shihting, ambasciatore cinese nella Confederazione, ha dichiarato in marzo alla NZZ che Pechino stava “esaminando la possibilità di partecipare”.
Più di un anno fa, la Cina aveva presentato un proprio documento in 12 punti che esponeva i principi generali per porre fine alla guerra, senza però entrare nello specifico. All’epoca il documento ricevette un’accoglienza tiepida sia in Russia che in Ucraina, mentre gli Stati Uniti affermarono che la Cina si presentava come una promotrice di pace, ma rispecchiava la “falsa narrativa” della Russia e non condannava l’invasione.
Lavrov ha dichiarato che il piano di pace della Cina è il più ragionevole finora per risolvere la situazione in Ucraina.
Martedì, il ministro degli esteri russo ha incontrato il leader cinese Xi Jinping a Pechino, in segno di reciproco sostegno e di comune opposizione alle democrazie occidentali.
Le due parti hanno discusso della guerra in Ucraina e hanno concordato che gli incontri internazionali sul tema che ignorano gli interessi di Mosca “sono futili”, per citare le parole di Lavrov.
Il suo omologo cinese, Wang Yi, ha ribadito gli appelli della Cina per un cessate il fuoco e per “porre presto fine alla guerra”.
“La Cina sostiene la convocazione, al momento opportuno, di una riunione internazionale riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, alla quale tutte le parti possano partecipare in modo paritario e discutere equamente tutte le soluzioni di pace”, ha dichiarato.
A cura di Balz Rigendinger/amva
Traduzione: Zeno Zoccatelli
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