Analisti improvvisamente molto più fiduciosi sulla congiuntura
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Gli analisti finanziari sono diventati improvvisamente molto più fiduciosi riguardo all'evoluzione congiunturale elvetica.
(Keystone-ATS) È l’indicazione che emerge dall’indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti, che ha fatto un balzo che non si vedeva da diversi anni.
L’indicatore principale – emerge dalle informazioni diffuse oggi – si è attestato in gennaio a +17,7 punti, 37,7 punti in più di dicembre. Si tratta dell’aumento più forte dall’aprile 2020, che mette fine a una striscia di sette arretramenti consecutivi.
Andando nei dettagli, il 35,3% degli interrogati in gennaio pronostica un miglioramento della situazione congiunturale nei prossimi sei mesi, il 17,6% un peggioramento, mentre il 47,1% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l’indice complessivo: 35,3 meno 17,6 = 17,7). Rispetto a dicembre sono aumentati gli ottimisti (+21,0 punti), mentre sono diminuiti i pessimisti (-16,7 punti) e coloro che puntano sullo status quo (-4,3 punti).
Sempre importanti sono i segnali riguardo al rincaro: l’inflazione in Svizzera è vista in aumento dal 20,6% del campione, mentre il 38,2% si aspetta un calo e il 41,2% stabilità. I tassi d’interesse sono attesi in contrazione nel corto termine (72,7%), mentre sul lungo periodo la quota più consistente (46,9%) punta sull’assenza di variazioni, ma molti scommettono su un’ulteriore riduzione (34,4%).
Il 58,8% degli interrogati (+10,3 punti rispetto a dicembre) prevede inoltre un incremento dell’indice di borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 26,5% punta su valori stabili e il 14,7% su una contrazione. Sul fronte valutario, il 48,5% si aspetta un rafforzamento del franco rispetto all’euro, il 9,1% un indebolimento e il 42,4% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso. Riguardo alla disoccupazione il 40,6% vede una crescita dei senza lavoro, il 50,0% una stagnazione e il 9,4% un calo.
Agli esperti è stato anche chiesto quali siano i rischi da considerare più importanti per i mercati finanziari nel 2025. Al primo posto sono stati citati l’aumento dei rendimenti dei titoli di stato (44%), al secondo una possibile bolla dell’intelligenza artificiale (32%); più staccati sono una bolla delle criptomonete (9%), i tassi negativi in Svizzera (6%), un’accresciuta volatilità delle valute (6%) e uno shock dei prezzi energetici (3%).
Al sondaggio, effettuato fra il 16 e il 22 gennaio, hanno partecipato 34 analisti della comunità finanziaria elvetica. L’inchiesta in questione viene realizzata dal gennaio 2017: fino all’agosto 2023 partner di CFA – un’associazione di professionisti dell’investimento che ha radici americane – era Credit Suisse, ora è UBS, banca che ha rilevato il concorrente.