Anche per viti e bulloni momento difficile, vendite Bossard in calo
(Keystone-ATS) I segnali negativi per l’industria svizzera si confermano nelle cifre trimestrali di Bossard, noto gruppo attivo nel settore dell’assemblaggio (viti, bulloni e altro ancora) e fra le prime realtà elvetiche a render conto dell’andamento degli affari dopo nove mesi.
Stando ai dati diffusi oggi, nel periodo luglio-settembre il fatturato si è attestato a 240 milioni di franchi, il 4% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente. In valute locali l’arretramento è del 3%: sull’arco dei primi nove mesi si osserva una flessione del 7%, con un giro d’affari di 750 milioni (-9% in franchi).
“Le difficili condizioni economiche che si sono manifestate a partire dal secondo trimestre del 2023 si sono protratte anche nel terzo trimestre del 2024, con una domanda che è rimasta contenuta”, afferma la dirigenza in un comunicato odierno. L’impresa si aspetta che la stessa tendenza proseguirà anche nell’ultima parte dell’anno.
Le cifre diffuse oggi – che a questo punto dell’anno non comprendono gli utili – sono inferiori alle attese degli analisti. Per conoscere la reazione della borsa bisognerà aspettare l’apertura della piazza alle 09.00. Dall’inizio dell’anno l’azione Bossard ha guadagnato il 3%, una performance inferiore a quella de mercato nel suo complesso (indice SPI +11%).
Con oltre 2900 dipendenti presenti in 81 località di 31 paesi, Bossard è essenzialmente attiva su tre fronti: produce una vasta gamma di prodotti di collegamento (viti, dadi, rondelle, eccetera), propone soluzioni logistiche per semplificare la gestione di prodotti e fornisce servizi di consulenza per ottimizzare i processi di fabbricazione e assemblaggio. La sede è a Zugo, ma non per motivi fiscali: l’origine dell’azienda risalgono infatti a un negozio di ferramenta aperto nella cittadina nel 1831. Nel 1987 l’impresa è sbarcata in borsa, rimane però ancorata alla sue radici: è infatti guidata dalla settima generazione della sua famiglia fondatrice.