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Animali, “no” a un divieto di sperimentazione

Keystone-SDA

Vietare gli esperimenti su animali avrebbe conseguenze gravi per la salute, visto che in molti settori della ricerca non esistono alternative a queste pratiche, e indebolirebbe la Svizzera come polo economico, di ricerca e di formazione.

(Keystone-ATS) Per tutti questi motivi, il Consiglio federale respinge, senza opporle alcun controprogetto né diretto né indiretto, l’iniziativa popolare “Sì a un futuro senza esperimenti sugli animali”. Stando all’esecutivo, la Svizzera dispone già di una legislazione fra le più severe in materia e si impegna ad innalzare il grado di protezione delle bestie destinate ai laboratori.

L’iniziativa

La proposta di modifica costituzionale chiede di vietare gli esperimenti sugli animali e di porre fine alla detenzione, all’allevamento e al commercio di animali a scopo di sperimentazione.

Essa intende proibire, inoltre, gli esperimenti sugli animali ai fini dell’insegnamento, della formazione e della ricerca fondamentale.

I timori del governo

Il Consiglio federale crede che un “sì” alle urne avrebbe conseguenze importanti per la medicina e le bioscienze, settori chiave della ricerca in Svizzera, e ostacolerebbe importanti innovazioni nel campo della medicina.

Inoltre, sottolinea una nota governativa odierna, l’iniziativa potrebbe compromettere a lungo termine non solo la competitività del nostro paese come polo per la ricerca e l’economia, ma anche il suo legame con progetti di ricerca internazionali. A ciò si aggiunge che richiederebbe l’interruzione di progetti già in corso.

Protezione degli animali

Seppur contrario all’iniziativa, il governo intende tuttavia migliorare le protezione degli animali garantendo una severa applicazione del principio delle 3R – sviluppare metodi alternativi (replace), ridurre (reduce) e limitare (refine) – che mira a sostituire l’aggravio per le bestie impiegate negli esperimenti.

Per promuovere tale principio, l’esecutivo ha lanciato un programma nazionale di ricerca (PNR 79) che durerà dal 2022 al 2027, e sostiene il Centro di competenza svizzero 3R (3RCC).

Quest’ultimo promuove il principio delle 3R in Svizzera e ne facilita l’attuazione nelle bioscienze, concentrandosi particolarmente su ricerca, formazione e comunicazione. Al contempo, le basi legali sono costantemente riesaminate e migliorate per rafforzare ulteriormente la protezione degli animali nella ricerca.

Esperimenti in calo

Il numero di animali da laboratorio è sceso da quasi due milioni nel 1983 a circa 600 mila nel 2003 e, da allora, è rimasto sostanzialmente stabile, spiega il Consiglio federale. Nel 2023 sono stati impiegati 595’305 animali, di cui circa il 39% in esperimenti con livello di gravità 0, che è il più basso, il 28% rispettivamente in esperimenti con livelli di gravità 1 e 2 e il 5% in esperimenti con livello di gravità 3, il più elevato.

Il divieto di utilizzare gli animali per la sperimentazione renderebbe impossibile lo svolgimento di importanti progetti di ricerca, come lo sviluppo di nuovi medicamenti e terapie contro il cancro, le malattie neurologiche, cardiovascolari e di altro tipo.

Inoltre, potrebbe anche causare la delocalizzazione all’estero degli studi in questo ambito, ad esempio in Paesi con standard di protezione degli animali più bassi, il che potrebbe persino andare a svantaggio del benessere degli animali.

La legislazione in vigore

La Svizzera, specifica la nota, ha una legislazione sulla protezione degli animali tra le più severe al mondo. Gli esperimenti sono consentiti solo in mancanza di alternative e sono soggetti a una rigorosa verifica da parte delle commissioni cantonali per la sperimentazione animale.

I ricercatori devono sempre ponderare i vantaggi ottenuti e l’aggravio a cui sono sottoposti gli animali, riducendo al minimo sia il numero di animali utilizzati sia l’aggravio loro causato.

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