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Il Liechtenstein festeggia i suoi trecento anni di vita

La roccaforte in mezzo alle montagne
Il castello di Vaduz è certamente il monumento più conosciuto del Liechtenstein. Tim Graham

Il Principato del Liechtenstein festeggia questo mercoledì il suo trecentesimo anniversario. Ma il 2019 segna anche il centenario del suo avvicinamento alla Svizzera. Dal 1919, i legami sono così stretti in alcuni settori che potremmo quasi considerare il Liechtenstein come un vero cantone svizzero.

Il 23 gennaio 1719 l’imperatore romano germanico Carlo VI promosse le contee di Vaduz e Schellenberg al rango di principato imperiale, sotto la guida della dinastia del Liechtenstein. Questa data segna la nascita dello Stato del Liechtenstein, anche se, formalmente, il Principato divenne uno Stato indipendente solo dopo la caduta del Sacro Romano Impero (1806).

La commemorazione di mercoledì segna l’inizio di una serie di eventi e manifestazioni che si svolgeranno durante tutto l’anno. “Questo giubileo non è solo un’occasione per gli abitanti del Liechtenstein di riflettere sulla propria storia, ma anche per attirare l’attenzione di molti turisti e visitatori”. Così si legge sul sito ufficiale del trecentesimo anniversarioCollegamento esterno.

Il Liechtenstein è stato molto vicino all’impero austro-ungarico per tutto il XIX secolo. Ma a causa della profonda crisi che segnò la caduta dell’Impero, sconfitto nella prima guerra mondiale, il Principato si avvicinò molto alla Svizzera nel 1919. Cento anni dopo, i legami tra i due paesi rimangono molto stretti. Una breve panoramica.

Rappresentanze diplomatiche

Due carabinieri italiani davanti all ambasciata svizzera
In caso di necessità, i cittadini del Liechtenstein possono ottenere assistenza nelle rappresentaze diplomatiche elvetiche, come in questo caso a Roma. Alessandro Bianchi/Reuters

Già nel 1919 i due Paesi hanno firmato un trattato in base al quale le ambasciate e i consolati svizzeri rappresentano gli interessi del Liechtenstein nei Paesi in cui il Principato non ha rappresentanza. Oggi il Liechtenstein ha otto rappresentanze diplomatiche (Berlino, Berna, Bruxelles, Ginevra, New York, Strasburgo, Washington e Vienna) e una presso la Santa Sede.

Unione monetaria

Una banconota da 10 franchi tolta da un portafoglio
Non c’è bisogno di cambiare i soldi svizzeri prima di andare a far la spesa nel Liechtenstein. Christian Beutler/Keystone

I due paesi sono economicamente molto vicini. Hanno sottoscritto un’unione doganale nel 1923. Ma l’esempio più eclatante di questo legame è l’uso della stessa moneta. Il Liechtenstein ha adottato ufficialmente il franco svizzero nel 1924.

Entrambi i paesi sono anche membri dell’Associazione europea di libero scambioCollegamento esterno, con Islanda e Norvegia. Dal punto di vista economico, la Svizzera e il Liechtenstein sono quindi molto vicini. Va notato, tuttavia, che il Principato è andato oltre la Svizzera nel suo avvicinamento all’Unione europea aderendo allo Spazio economico europeo nel 1995, adesione che il popolo svizzero aveva rifiutato.

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Integrazione nelle organizzazioni svizzere

Tre giocatori lottano attorno a un pallone
Due paesi, un solo campionato: un attaccante del Vaduz lotta contro due giocatori del Servette durante una partita a Ginevra. Salvatore Di Nolfi/Keystone

I legami sono molto stretti nel campo sportivo. Così l’FC VaduzCollegamento esterno gioca nel campionato svizzero (ma non può diventare campione elvetico). La promozione dello sport e la formazione dei giovani sono realizzate in stretta collaborazione con la Svizzera, poiché il Liechtenstein è integrato nel programma Gioventù e SportCollegamento esterno.

Più in generale, numerosi organismi del Liechtenstein sono integrati nelle organizzazioni mantello svizzere, come fosse un cantone. Ne sono esempio l’Associazione delle casse pubbliche per la disoccupazioneCollegamento esterno o il coordinazione svizzere dei pompieriCollegamento esterno.

Immigrazione sotto controllo

La frontiera tra la Svizzera e il Liechtenstein
Per uno svizzero è semplice valicare la frontiere con il Liechtenstein ma non avere un permesso di soggiorno. Gian Ehrenzeller/Keystone

Secondo il Dipartimento federale degli affari esteriCollegamento esterno, alla fine del 2016, più di 3600 cittadini svizzeri – senza contare i cittadini con la doppia nazionalità – vivevano nel Liechtenstein e rappresentavano oltre il 10% della popolazione locale. Inoltre, la metà dei 37’453 lavoratori attivi nel Liechtenstein al 31 dicembre 2016 erano dei frontalieri, quasi il 55% dei quali residenti in Svizzera.

Tuttavia, non vi è alcun rischio di colonizzazione, poiché una normativa limita l’immigrazione svizzera. Ogni anno vengono rilasciati a cittadini svizzeri al massimo dodici permessi di lavoro e cinque permessi di soggiorno.

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Nessun esercito

Soldati svizzeri in una sfilata
L’ultimo errore dell’esercito svizzero è stato commesso nel giugno 2010, quando 170 reclute sono entrate erroneamente nel Liechtenstein durante una marcia notturna. Peter Schneider/Keystone

I due paesi condividono anche una rigorosa neutralità che è stata rispettata durante le due guerre mondiali. Il Liechtenstein è uno dei circa 30 stati al mondo che non hanno un esercito. In caso di forza maggiore, la legge consente di incorporare tutti i cittadini maggiorenni al di sotto dei 60 anni di età.

Ma è improbabile che tutto ciò accada. Da decenni, l’unico vero pericolo per il Liechtenstein è…. la goffaggine dell’esercito svizzero. L’incidente più grave si è verificato nel 1968, quando l’artiglieria svizzera ha sparato per errore cinque colpi nei pressi di un comune del Liechtenstein, fortunatamente senza causare vittime.

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Tradotto dal francese da Riccardo Franciolli

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