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Il segreto bancario rimane un modello di affari per le banche svizzere

cassette di sicurezza
Le banche svizzere continuano ad accettare denaro sporco, principalmente proveniente dai Paesi più poveri del pianeta. 123rf

Nove miliardi di franchi su centinaia di conti in Svizzera. Un nuovo caso di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani coinvolge una banca svizzera su otto. Questo scandalo dimostra il fallimento del sistema antiriciclaggio messo in atto dalla Svizzera, sostengono diversi esperti.

Un tempo Paese prospero e produttore di petrolio, il Venezuela è ora uno degli Stati più poveri dell’America latina: quasi tutta la popolazione (96%) vive nella povertà, secondo l’indagine nazionale sulle condizioni di vita 2019-2020 (EncoviCollegamento esterno).

Mentre il popolo soffre, i cosiddetti ‘boliboy’ continuano a condurre una vita sfarzosa. Le persone vicine al regime dell’ex presidente Hugo Chavez, morto nel 2013, si sono arricchite sottraendo fondi pubblici e trascorrono comodamente una pensione dorata all’estero. Per commettere i loro crimini, hanno fatto ampiamente ricorso alla piazza finanziaria svizzera.

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Coinvolta una banca svizzera su otto

Rivelate dalla Tribune de GenèveCollegamento esterno a metà gennaio, diverse inchieste aperte dalla polizia di Zurigo mostrano la portata dei saccheggi del regime bolivariano. Gli inquirenti hanno identificato flussi sospetti che ammontano a circa nove miliardi di franchi. Secondo le informazioni del quotidiano ginevrino, il denaro è stato distribuito su centinaia di conti aperti in circa 30 banche svizzere. È quindi coinvolta una banca svizzera su otto.

Queste somme colossali, di cui solo alcune centinaia di milioni sono state bloccate dalla giustizia, hanno permesso di acquistare una stravagante collezione di orologi di lusso, ville, yacht e persino cavalli da corsa.

Dei funzionari venezuelani di alto livello, compreso l’ex ministro delle finanze Alejandro Andrade, sono stati corrotti direttamente attraverso un conto svizzero al centro delle indagini. Andrade è stato condannato a dieci anni di prigione negli Stati Uniti dopo aver confessato di aver ricevuto quasi un miliardo di dollari in tangenti.

uomo che chiede le elemosina
I venezuelani devono lottare per mangiare, per spostarsi e per curarsi, in un Paese rovinato da vent’anni di rivoluzione socialista. Una situazione aggravata dalla pandemia. Keystone / Henry Chirinos

Denaro venezuelano, denaro ad alto rischio

Nonostante la sua portata, questo nuovo caso che coinvolge le banche svizzere non sorprende gli specialisti di criminalità economica. Mark Pieth, avvocato penalista ed esperto di corruzione internazionale, deplora la situazione: “È irritante, ma alcune banche svizzere continuano a fare quello che vogliono. La Svizzera rimane un paradiso per il riciclaggio di denaro”.

“La Svizzera rimane un paradiso per il riciclaggio di denaro.”

Mark Pieth, esperto di corruzione internazionale

Gli istituti bancari avrebbero dovuto essere molto più cauti nel trattare con il Venezuela. “In passato, alcune banche svizzere sono state coinvolte in altri casi di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani”, rammenta Mark Pieth, ex consulente anticorruzione della FIFA.

Per esempio, milioni di dollari legati allo scandalo di corruzione che ha travolto la compagnia petrolifera venezuelana PDVSA sono transitati dalla Svizzera. “Accettare denaro da uno Stato in bancarotta come il Venezuela è uno stupido errore professionale. È ovvio che si diventa complici di un regime corrotto”, dice il professore di diritto penale.

Sorveglianza difettosa

Tuttavia, le banche svizzere continuano a prendere rischi significativi, constata Mark Pieth. A suo parere, questo dimostra il fallimento della sorveglianza bancaria. “La piazza finanziaria svizzera è una delle più forti del mondo, ma il nostro sistema di controllo è inefficace. Eppure, avremmo i mezzi per attuare una sorveglianza adeguata”, si rammarica.

Secondo l’esperto, il problema sta nella FinmaCollegamento esterno, l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari. L’organo può avvertire le banche dei rischi che corrono, ma la decisione di accettare o meno un cliente spetta alla banca, sottolinea. “È come chiedere ai casinò di identificare i dipendenti dal gioco. Il lavoro dei banchieri è fare soldi”, dice Mark Pieth.

Sanzioni poco severe

Anche le organizzazioni umanitarie e le organizzazioni non governative (ONG) svizzere denunciano da diversi anni quella che definiscono la “strategia della zebra” della piazza finanziaria svizzera. Quest’ultima accetta soltanto il denaro pulito dai ricchi Paesi industrializzati, ma continua ad essere una scatola nera per i Paesi in via di sviluppo, che spesso non hanno la possibilità di ricevere informazioni fiscali nell’ambito dei procedimenti di assistenza amministrativa.

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Inoltre, le sanzioni non sembrano scoraggiare l’assunzione di rischi. L’ONG svizzera Public EyeCollegamento esterno ritiene che il sistema antiriciclaggio non sia sufficientemente dissuasivo. “La giustizia ha ancora molte difficoltà a risalire la catena delle responsabilità. Troppo spesso i dirigenti la fanno franca, sostenendo che non ne sapevano nulla”, dice Adrià Budry Carbó, investigatore per conto dell’organizzazione di difesa dei diritti umani.

Per Public Eye, la Finma dovrebbe essere più severa e usare gli strumenti a sua disposizione, come il divieto di esercizio della professione nei confronti di banchieri incriminati o il ritiro della licenza bancaria degli istituti colpevoli.

Una legge antiriciclaggio lacunosa

Per Transparency International, l’arsenale legislativo per combattere il riciclaggio di denaro non è sufficiente. “Troppe banche non rispettano i loro obblighi di diligenza e non adempiono al loro dovere di comunicare i loro sospetti alle autorità”, dice Martin Hilti, direttore della sezione svizzera dell’associazione che lotta contro la corruzione.

“Troppo spesso i dirigenti la fanno franca, sostenendo che non ne sapevano nulla.”

Adrià Budry Carbó, Public Eye

Hilti sostiene anche che la Legge federale sul riciclaggio di denaroCollegamento esterno è lacunosa. “Il suo campo di applicazione è troppo limitato”. Una critica espressa anche dalla comunità internazionale attraverso il Gruppo d’azione finanziaria (GAFI). Attualmente, la legislazione disciplina solo le attività degli intermediari finanziari. Gli avvocati, per esempio, ne sono esclusi.

Tuttavia, il parlamento non sembra intenzionato ad adattarsi alle norme internazionali. Nell’ambito della revisione in corso della legge sul riciclaggio di denaro, i deputati non hanno voluto sottoporre gli avvocati alla legislazione. Nonostante questo compromesso, il progetto di revisione potrebbe essere respinto nella prossima sessione parlamentare. “Governo e parlamento stanno usando la ‘tattica del salame’. Fanno il minimo per evitare le critiche degli altri Paesi, e così anche questa modesta revisione viene messa in discussione”, commenta Martin Hilti.

Un modello d’affari da rivedere

“Non è la prima volta e non sarà l’ultima che le banche svizzere sono al centro di trasferimenti di denaro sporco”, lamenta Sergio Rossi, professore di economia all’Università di Friburgo. L’esperto rileva che l’introduzione dello scambio automatico di informazioni nel 2018 non ha cambiato nulla. Il problema, sottolinea, non è la legge in sé, ma la sua applicazione. “Spetta alle banche trasmettere i casi sospetti alle autorità, ma spesso non lo fanno per paura di perdere clienti facoltosi”, spiega l’economista.

Dal 2016, gli istituti bancari hanno segnalano da 12 a 17 miliardi di averi sospetti all’anno all’Ufficio svizzero di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS). “Rispetto ai tremila miliardi di franchi depositati nelle banche svizzere, questa somma è insignificante. Il settore bancario dimostra così di collaborare, ma i casi che fruttano di più spesso non vengono segnalati”, dice Sergio Rossi.

Svolta ecologica

L’economista è convinto: “Il segreto bancario è preservato e rimane un modello d’affari”. Sebbene la nuova generazione di banchieri agisca con maggiore etica, sostiene, questi ultimi sono sotto pressione e la paura di perdere i loro bonus o persino i loro posti di lavoro li spinge a prendere dei rischi. “La piazza bancaria svizzera teme di perdere un vantaggio competitivo nei confronti dei suoi concorrenti”.

Sergio Rossi auspica quindi un cambiamento radicale. Le banche svizzere dovrebbero effettuare una svolta ecologica e concentrarsi davvero sulla finanza sostenibile. “La redditività della piazza finanziaria diminuirebbe per qualche anno, ma a lungo termine ne usciremmo vincitori”, assicura.

L’Associazione svizzera dei banchieri (ASBCollegamento esterno) non ha voluto commentare questo caso specifico di appropriazione indebita di fondi venezuelani che coinvolge banche svizzere. Tuttavia, rammenta che ci sono leggi e regolamentazioni severe contro il riciclaggio di denaro. “Per il nostro Paese, in quanto leader mondiale nella gestione patrimoniale internazionale, la lotta contro il riciclaggio di denaro è una priorità assoluta. Dobbiamo quindi continuare a sviluppare e a migliorare le nostre misure difensive”, indica l’ASB in una risposta scritta.

Le banche sostengono anche la revisione della Legge federale sul riciclaggio di denaro, in discussione in parlamento. L’ASB sottolinea che il riciclaggio di denaro è un problema globale. “Non può essere affrontato da un singolo Paese o da una singola banca. Anche la cooperazione internazionale è quindi molto importante per porre fine al riciclaggio di denaro”, scrive l’associazione.

L’articolo è stato attualizzato il 4 febbraio 2021. Una citazione che conteneva accuse infondate è stata rimossa. 

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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