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BCE: rischio aumento inflazione, misure anti-spread ok

(Keystone-ATS) I tassi d’inflazione dell’Eurozona sono attesi sopra il 2% nel 2012 per poi scendere sotto nel corso dell’anno prossimo, mentre la crescita dovrebbe restare debole con le tensioni sui mercati e l’alta incertezza che pesano sulla fiducia.

Lo ha detto oggi da Lubiana il presidente della Banca centrale europea, l’Italiano Mario Draghi, spiegano come mai la Bce abbia deciso di mantenere i tassi invariati.

Il consiglio direttivo della Bce non ha discusso l’ipotesi di un taglio dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, ha detto Mario abbassando così le attese per una riduzione da qui a fine anno.

Draghi ha pure difeso il suo programma di acquisto dei titoli di Stato criticato dalla Banca centrale tedesca. Questo programma, ha precisato Draghi, “ci permetterà di evitare sfide potenzialmente gravi per la stabilità dei prezzi”.

La Bce, ha aggiunto, è pronta a lanciare il suo programma di acquisto dei titoli di Stato se verrà richiesto da Paesi che sottoscrivono le condizioni previste. Attualmente è il corso un negoziato fra la Spagna e Bruxelles per i fondi a Madrid.

Le condizioni cui sono subordinati gli aiuti da parte del fondo salva-Stati e della Bce “non devono essere necessariamente punitive”, anzi spesso si tratta di condizioni ‘pro-crescità come le riforme strutturali, ha spiegato Draghi.

Per Draghi, i governi devono continuare i loro sforzi per consolidare i conti pubblici. Ma le riforme strutturali per rilanciare la crescita, a partire dalle liberalizzazioni, sono “altrettanto importanti”.

Parlando dei Paesi in crisi, Draghi ha detto che il Portogallo ha messo in atto “progressi molto significativi”, precisando che per i Paesi che sono già sotto “salvataggio”, l’attivazione degli acquisti di bond da parte della Bce avverrà solo quando recupereranno “il pieno accesso al mercato”.

Anche la Spagna ha realizzato “progressi significativi” sul consolidamento di bilancio, anche se restano “sfide significative”. Quanto alla Grecia, un allungamento delle scadenze sul debito ellenico in mano alla Bce “equivarrebbe al finanziamento monetario”, ha spiegato Draghi, chiudendo quindi la porta a questa ipotesi.

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