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Il vento dell’innovazione soffia sull’eolico

Turbina eolica di nuova generazione con asse di rotazione verticale (fotomontaggio). agilewindpower.com

Trent’anni fa è entrata in funzione la prima turbina eolica della Svizzera. Da allora, la produzione di elettricità sfruttando il vento è notevolmente aumentata, sebbene rimanga insignificante rispetto a quella di altri paesi europei. Più spettacolare è invece l’evoluzione tecnologica della classica torre a tre pale.

Lo squarcio nel reattore numero 4, la nube tossica che ha contaminato mezz’Europa e il timore delle radiazioni. Tutti o quasi ricordano l’incidente alla centrale atomica di Chernobyl del 1986, un evento che ha segnato in modo indelebile la storia dell’energia nucleare. Meno risaputo è invece il fatto che due giorni dopo l’incidente in Ucraina, e più precisamente il 28 aprile, anche la Svizzera è entrata in una nuova era in materia di energia.

A Langenbruck, nel cantone di Basilea Campagna, è stato messo in funzione il primo impianto eolico del paese. Oggi, le turbine allacciate alla rete sono 34 e in Svizzera il vento copre il fabbisogno elettrico di circa 30’000 economie domestiche.

Infografia sull eolico in Svizzera
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Sempre più grandi

Trent’anni dopo, l’eolica di Langenbruck è ancora in funzione. Ma con un’altezza di 20 metri e una produzione annua di 15’000 kWh – ciò che corrisponde al consumo di quattro economie domestiche – appare alquanto superata. «Lo sviluppo delle eoliche è andato nel senso di un aumento dell’altezza delle torri e della lunghezza delle pale. Si può così ottenere una maggiore efficienza», osserva Benjamin Szemkus, portavoce di Suisse EoleCollegamento esterno, l’associazione nazionale per la promozione dell’energia eolica.

L’esempio di JuventCollegamento esterno nel Giura, il parco eolico più grande della Svizzera, mostra bene questa evoluzione. Nel quadro del programma Repowering, terminato di recente, otto delle sedici turbine sono state sostituite con modelli più performanti. E decisamente più grandi.

L’altezza della torre è passata da 76 a 94 metri (150 metri se si tiene conto anche delle pale), mentre la potenza è quadruplicata. Le turbine di nuova generazione, dotate di un sistema di rimozione del ghiaccio che si forma sulle pale, possono fornire fino a 5 milioni di kWh e soddisfare il bisogno di circa 1’400 economie domestiche.

«Le turbine tradizionali, ad asse di rotazione orizzontale, sembrano tutte uguali: hanno tre pale e sono enormi. Per molto tempo si è detto che per ridurre i costi bisognava ingrandire. Ci si è però resi conto che non si può continuare così», spiega Henrik NordborgCollegamento esterno, professore di fisica alla Scuola universitaria professionale per la tecnologia HSR di Rapperswil (San Gallo). I grandi impianti, puntualizza, comportano problemi a livello di trasporto e di installazione.

Nel caso di Juvent, le turbine sono giunte via camion dalla Danimarca. Un viaggio tutt’altro che facile, come si vede in questo filmato.

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Eoliche più silenziose

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Alta tensione sulle creste franco-svizzere

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Turbine di grosse dimensioni sollevano anche altri tipi di problemi. Con l’altezza, aumenta anche l’opposizione di chi teme un’alterazione del paesaggio e un eccessivo rumore.

Le resistenze nel comune di Chenit, nel canton Vaud, dove è prevista la costruzione di sette eoliche alte più di 200 metri, sono significative della situazione in Svizzera, come si può leggere nell’articolo qui a fianco.

Secondo Henrik Nordborg, un’alternativa potrebbero essere le eoliche ad asse verticale, un concetto di lunga data che però non si è ancora affermato sul mercato. Il professore, che sta studiando le proprietà di queste turbine alla HSR, intravvede diversi vantaggi.

«Sono più piccole e più silenziose, ciò che riduce il loro disturbo nelle zone abitate. Potrebbero essere montate sui tetti di aziende o fattorie. Le pale girano indipendentemente dalla direzione del vento: questo rende il sistema adatto alle zone in cui i venti soffiano in modo irregolare».

Inoltre, aggiunge, la velocità di rotazione è minore rispetto a un’eolica classica. «Sono quindi meno pericolose per uccelli e pipistrelli, un tema che sta molto a cuore agli ambientalisti».

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La tecnologia non c’entra

Pierrette Rey, portavoce di WWF SvizzeraCollegamento esterno, non sembra tuttavia molto convinta. «L’impatto delle eoliche ad asse verticale su uccelli e pipistrelli non è ancora stato valutato in modo scientifico», scrive in una email inviata a swissinfo.ch. Non ci sono quindi le basi per esprimere un giudizio.

Dal canto suo, Roman Hapka, vice direttore della Fondazione svizzera per la protezione paesaggioCollegamento esterno, fa notare che «la nostra posizione in merito alle problematiche paesaggistiche poste dalle eoliche industriali non dipende dalla tecnologia delle macchine, ma dal loro impatto sul paesaggio».

Una “piccola” eolica, spiega, più avere un impatto maggiore in un determinato luogo rispetto a una molto grande in un altro sito. «Dipende dal contesto geografico e ogni progetto va quindi valutato singolarmente».

Rendimento minore

Su un punto sono tutti d’accordo. La tecnologia di questi sistemi non è ancora matura, rileva Henrik Nordborg. Lo svantaggio principale è la loro efficacia, concorda Benjamin Szemkus di Suisse Eole. «Finora, nessun sistema raggiunge il rendimento degli impianti tradizionali. C’è una limitazione fisica siccome le condizioni del vento in prossimità del suolo non sono paragonabili a quelle in quota».

Nei prossimi mesi se ne saprà forse di più. In collaborazione con la start-up zurighese Agile Wind PowerCollegamento esterno, le Ferrovie federali svizzere hanno investito 1,8 milioni di franchi nella realizzazione della prima grande eolica ad asse verticale della Svizzera.

La turbina sorgerà a Niederurnen, nel canton Glarona. Sarà alta 80 metri, avrà un diametro di 32 metri e fornirà elettricità a circa 150 economie domestiche.

Energia eolica sottovalutata?

I nuovi dati presentati dall’Atlante eolico svizzeroCollegamento esterno, pubblicato nel maggio 2016, mostrano che le condizioni del vento in Svizzera sono decisamente migliori rispetto a quelle che figurano sulle carte realizzate fino ad oggi, indica Suisse Eole.

Dalle simulazioni risulta che le velocità del vento sono molto più elevate del previsto, in particolare sull’Altipiano e al nord-est della Svizzera, sottolinea l’associazione per la promozione dell’eolico.

Nel quadro della Strategia energetica 2050, il governo elvetico intende incrementare la parte di elettricità prodotta col vento: dallo 0,2% di oggi al 7%. Per questo bisognerà realizzare 120 parchi eolici per un totale di 800 turbine, prevede Suisse Eole.

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