Delegato degli svizzeri all’estero vuole denunciare Postfinance
Da una decina d’anni, i circa 750'000 connazionali all'estero dispongono solo di un accesso limitato o più costoso ai servizi delle banche svizzere. Il Parlamento ha respinto diverse proposte volte a garantire loro condizioni migliori. Ora un delegato del Consiglio degli svizzeri all'estero intende inoltrare una denuncia per discriminazione contro Postfinance.
Le aspettative di molti svizzeri all’estero sono andate deluse ancora una volta nel giugno dell’anno scorso, quando la Camera dei Cantoni ha respinto una mozione che chiedeva al governo di garantire ai connazionali espatriati un accesso ai servizi di Postfinance a condizioni simili a quelle applicate in Svizzera.
Secondo la maggioranza dei senatori, tale richiesta avrebbe obbligato la banca controllata dalla Posta a violare la legislazione di numerosi paesi.
John McGough, cittadino svizzero residente in Ungheria, non intende accettare questa decisione, ritenendo che gli svizzeri residenti non debbano essere svantaggiati dalle banche svizzere e, men che meno, da Postfinance. Questo istituto finanziario appartiene alla Confederazione e dovrebbe quindi assumersi una maggiore responsabilità nel garantire la parità di trattamento degli svizzeri all’estero.
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Proposta all’esame dell’OSE
McGough, che figura tra i 140 delegati del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE), propone di inoltrare una denuncia per discriminazione contro Postfinance. Ariane Rustichelli, direttrice dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE), conferma che il CSE dovrà decidere in merito nella sua prossima riunione del 23 marzo. “Non è la prima volta che il signor McGough presenta questa richiesta. L’ultima volta, ha però ritirato la proposta, in attesa dell’esito dei dibattiti parlamentari”, ha indicato Ariane Rustichelli a swissinfo.ch.
Per sostenere la sua domanda, il delegato del CSE in Ungheria fa riferimento ad un parere legale che la direttrice dell’OSE non ha ancora visto. La domanda è attualmente oggetto di un esame approfondito. L’OSE non ha ancora espresso la sua posizione ufficiale a tale riguardo.
Discriminazioni in corso da un decennio
A causa dell’inasprimento delle norme internazionali per combattere l’evasione fiscale, circa dieci anni fa le banche svizzere hanno iniziato ad emanare norme più severe nei confronti dei loro clienti all’estero. Ciò ha colpito anche gli Svizzeri all’estero. Molti hanno dovuto chiudere i loro conti o hanno avuto accesso ai servizi della loro banca svizzera solo a condizioni costose.
Per molti connazionali espatriati un conto bancario in Svizzera rappresenta una necessità. Soprattutto in questi ultimi tempi, in cui molti svizzeri si trasferiscono all’estero solo per un breve periodo di tempo per motivi professionali o di studio.
Spese più elevate per gli svizzeri all’estero
Postfinance offre agli Svizzeri all’estero un conto corrente, servizi di e-finance e una carta di debito, “a condizione che non ci siano ostacoli giuridici e che la persona interessata abbia fornito informazioni e documenti necessari per aprire un conto (documento d’identità, contratto, moduli fiscali)”, indica Johannes Möri, portavoce di Postfinance. Con un importo di 300 franchi all’anno, tuttavia, le spese di apertura del conto sono notevolmente più elevate per i connazionali espatriati rispetto a coloro che risiedono in Svizzera.
Nel 2015 Postfinance ha abolito le carte di credito per gli Svizzeri all’estero. Secondo il portavoce dell’istituto finanziario, i servizi di carte di credito sono soggetti ad autorizzazione in diversi paesi. Postfinance ha una licenza bancaria solo in Svizzera, ma non all’estero. “Lo sforzo sarebbe sproporzionatamente elevato, se si dovesse chiarire individualmente per ogni paese l’esistenza di un obbligo di licenza”, sottolinea Möri.
Eccezione Banca cantonale di Ginevra
Alla fine del 2017, la Banca cantonale di Ginevra (BCGE) ha accettato di proporre agli svizzeri all’estero condizioni uguali a quelle applicate in Svizzera. Sul suo sito web offre “soluzioni su misura per gli espatriati”. Rustichelli non è ancora in grado di valutare le esperienze fatte dagli svizzeri all’estero con la banca ginevrina.
Traduzione di Armando Mombelli
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