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Come sta andando l’economia svizzera? La situazione nel primo trimestre

persone che camminano davani una filiale di credit suisse
Il crollo di Credit Suisse e l'acquisizione forzata da parte della rivale UBS sono stati tra i principali eventi economici, e politici, dei primi mesi del 2023. © Keystone / Michael Buholzer

Crisi bancaria, inflazione, aumento dei tassi d'interesse: l'economia svizzera deve affrontare numerose sfide in questo inizio di 2023. Ogni tre mesi, i giornalisti economici di SWI swissinfo.ch fanno il punto della situazione nei principali settori dell'economia nazionale.

1) Crescita leggermente rivista al rialzo

A metà marzo, la Segretaria di Stato dell’economia (Seco) ha rivisto leggermente al rialzo le previsioni di crescita del prodotto interno lordo svizzero, portandole dall’1% della valutazione di dicembre all’1,1%. Per il 2024, la Seco prevede una crescita dell’1,5% (in precedenza si parlava di un +1,6%).

Da un lato, la Cina sta vivendo “una chiara ripresa” e “la situazione energetica in Europa si è attenuata negli ultimi mesi”, indica la Seco in un comunicatoCollegamento esterno. Dall’altro, “l’andamento dell’inflazione di fondo nei principali Paesi industrializzati è stato meno favorevole del previsto, il che dovrebbe portare a un orientamento più restrittivo della politica monetaria internazionale e a un effetto di contenimento della domanda mondiale”.

Per quanto riguarda l’inflazione, le previsioni stabilite alla fine del primo trimestre dalla Banca nazionale svizzera (BNS), che il 23 marzo ha alzato il tasso di riferimento di 50 punti base all’1,5%, rimangono relativamente alte. L’inflazione dovrebbe raggiungere il 2,6% nel 2023 e il 2% nel 2024 e 2025.

Nella sua conferenza stampa annuale di inizio marzo, anche l’organizzazione padronale Swissmem ha parlato di prospettive “moderatamente ottimistiche” per il 2023. Dopo un forte calo nel terzo trimestre 2022, i carnet degli ordini – che danno un’indicazione sulle esportazioni future – si sono ricostituiti nel quarto trimestre, ha dichiarato l’organizzazione che rappresenta le industrie meccanica, elettrotecnica e metallurgica.

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2) Il settore bancario sta risentendo del crollo di Credit Suisse

Il primo trimestre dell’anno è stato da incubo per la piazza finanziaria svizzera. La seconda banca più grande del Paese, Credit Suisse, ha dovuto essere salvata dal fallimento tramite l’acquisizione da parte della rivale UBS. Questa prima fusione di cosiddette banche “too big to fail” (troppo grandi per fallire) a livello mondiale ha creato un colosso che gestirà un patrimonio complessivo di quasi 5’000 miliardi di franchi. L’operazione comporta innumerevoli rischi e dovrà essere portata a termine con attenzione per evitare di creare ulteriori incertezze nel settore bancario, che potrebbero estendersi ai mercati azionari internazionali.

La reputazione della Svizzera come centro finanziario affidabile e conservatore è stata danneggiata. Nell’operazione, il Consiglio federale ha sacrificato chi detiene azioni e obbligazioni. La decisione dell’autorità svizzera di vigilanza sul mercato finanziario (FINMA) di azzerare il valore delle cosiddette obbligazioni AT1 (circa 16 miliardi di franchi) è stata fortemente criticata e potrebbe portare ad azioni legali da parte degli investitori danneggiati.

Il Parlamento deve ora esaminare cosa è andato storto e capire se le autorità abbiano esercitato la dovuta vigilanza prima del crollo di Credit Suisse. Diversi partiti politici chiedono l’introduzione di ulteriori norme bancarie o esigono che le attività svizzere di Credit Suisse vengano riunite in un’entità separata.

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3) Nestlé piange, le aziende commercianti di materie prime ridono

Le pressioni inflazionistiche stanno pesando particolarmente sulle aziende del settore alimentare e delle bevande. Nestlé ha registrato un calo dell’utile netto del 45% nel 2022 – anche a causa della vendita di quote dell’azienda di cosmetici L’Oréal – nonostante la forte crescita, soprattutto nei mercati emergenti. Il suo amministratore delegato, Mark Schneider, ha dichiarato a febbraio che il numero uno al mondo dell’industria agroalimentare prevede di aumentare i prezzi anche quest’anno al fine di compensare l’incremento dei costi.

Chi commercia materie prime, invece, è ben contento dell’aumento dei prezzi. L’utile precedente alle imposte di Glencore, ad esempio, è cresciuto del 60% a oltre 34 miliardi di dollari, grazie all’aumento dei prezzi del petrolio e del carbone. L’utile netto di Trafigura, con sede a Ginevra, è salito da 3,1 miliardi di dollari nel 2021 a 7 miliardi di dollari nel 2022. Con il ritorno dei mercati delle materie prime a livelli normali di volatilità, si prevede che quest’anno la redditività sarà inferiore.

Il settore è anche sotto pressione da parte delle autorità svizzere, che a marzo hanno dichiarato di volere maggiore trasparenza e controllo sul suo ruolo nel commercio del petrolio e delle materie prime provenienti dalla Russia.

4) Il turismo svizzero è partito alla grande

Svizzera Turismo, l’ufficio nazionale che rappresenta il settore, ha tracciato un bilancio positivo della stagione invernale appena conclusa. I dati relativi ai pernottamenti alberghieri dell’intera stagione invernale non sono ancora disponibili, ma nei mesi di novembre, dicembre e gennaio c’è stata un’altissima affluenza della clientela svizzera con un aumento di circa il 15% dei pernottamenti e un quasi ritorno alla normalità (-4%) del turismo straniero rispetto allo stesso periodo del 2019, l’ultima stagione completa prima della pandemia.

“L’affluenza di ospiti provenienti dai vicini mercati europei è buona, anche se è ancora leggermente inferiore rispetto all’ultima stagione invernale prima della pandemia”, afferma Véronique Kanel, portavoce di Svizzera Turismo. L’inflazione nell’eurozona e nel Regno Unito sta mettendo a dura prova i bilanci delle vacanze e dei viaggi di chi proviene da questi Paesi. “Tuttavia, poiché in Svizzera l’inflazione è più bassa, il turismo trae un piccolo vantaggio in termine di prezzi, che compensa almeno in parte la forza del franco”, sottolinea Kanel.

Il ritmo di ritorno del turismo dal Sud-Est asiatico è stato particolarmente rapido nel 2022, con un livello molto vicino a quello del 2019 (-3,2%), rispetto al -5% dei Paesi del Golfo e al -8,1% del Nord America. Svizzera Turismo prevede per i prossimi anni un vero e proprio boom del turismo da Paesi quali Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia.

Nei prossimi mesi si assisterà anche al ritorno del turismo in provenienza da Cina, Giappone, Corea del Sud e India. “Probabilmente i turisti cinesi non torneranno in Svizzera prima di quest’estate. Attualmente, delle strozzature a livello della capacità di trasporto aereo, dei visti Schengen, delle possibilità di alloggio in Svizzera e dei prezzi elevati, soprattutto per i voli, continuano a frenare il flusso di viaggiatori”, osserva Véronique Kanel.

5) L’orologeria continua a cavalcare l’onda del successo

Nulla sembra poter contrastare l’euforia che attualmente avvolge l’industria orologiera svizzera. Dopo un 2022 da record, le esportazioni di orologi hanno continuato a crescere all’inizio di quest’anno. Nei primi due mesi del 2023 sono cresciuto a 3,8 miliardi di franchi, il 12,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo le ultime statistiche disponibili della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH).

Tutti i principali mercati hanno registrato un aumento. Gli Stati Uniti (20%) rimangono il primo mercato per la vendita di orologi svizzeri. La Cina, uno degli ultimi Paesi ad aver revocato le restrizioni sanitarie legate al Covid-19, è tornata in attivo a febbraio e nei prossimi mesi potrebbe essere nuovamente tra i principali motori della crescita del settore.

Confermando la tendenza già osservata lo scorso anno, all’inizio del 2023 le esportazioni di orologi entry-level – venduti alla clientela finale a meno di 500 franchi – sono aumentate di nuovo di oltre il 10%. Questo fenomeno è dovuto al successo di “Moonswatch”, una serie Swatch basata sul design della collezione Omega Speedmaster. Secondo Nick Hayek, a capo dello Swatch Group, dal lancio nel marzo 2022 sono già stati venduti più di un milione di orologi. Gli orologi di lusso rimangono comunque la gallina dalle uova d’oro del settore: più di tre quarti del valore delle esportazioni è attribuibile agli orologi venduti a un prezzo superiore a 7’500 franchi.

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6) L’industria farmaceutica è alla ricerca di nuovi blockbuster

In febbraio, Novartis ha annunciato un calo del 2% del fatturato 2022, dovuto principalmente agli effetti negativi dei tassi di cambio (+4% a tassi di cambio costanti). Di conseguenza, il salario dell’amministratore delegato Vas Narasimhan è stato ridotto del 25% a un totale di 8,5 milioni di franchi. L’azienda con sede a Basilea sta ancora pianificando la cessione di Sandoz, la divisione specializzata nei medicamenti generici, ciò che comporterà la soppressione di 8’000 impieghi, di cui 1’400 in Svizzera.

A metà marzo, nel suo primo giorno alla testa di Roche, Thomas Schinecker ha annunciato grandi investimenti nella tecnologia digitale e nella ricerca e nello sviluppo. Ha dichiarato che quest’anno non sono previsti tagli di posti di lavoro.

Mentre la pandemia Covid-19 è passata in secondo piano, l’industria farmaceutica, il principale motore delle esportazioni svizzere, sta guardando a nuovi farmaci cosiddetti innovativi, soprattutto per il trattamento del cancro e delle malattie rare. Con l’approssimarsi della scadenza dei brevetti di alcuni farmaci di successo, Novartis e Roche stanno investendo per lanciare nuove terapie e rivitalizzare il proprio portafoglio di ricerca.

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Farmacista con medicine

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A cura di Virginie Mangin

Traduzione di Luigi Jorio

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