Dall’anno senza estate alla tempesta del secolo
La Svizzera è particolarmente colpita dal riscaldamento globale. Con la temperatura aumenta anche il rischio di disastri naturali quali frane e inondazioni. Ecco alcune delle principali catastrofi che hanno interessato la Svizzera.
Negli ultimi 150 anni la temperatura in Svizzera è cresciuta di circa 2°C, oltre il doppio rispetto alla media mondiale.
Lo scioglimento dei ghiacciai e il disgelo del permafrost rendono i versanti alpini più instabili, ciò che accresce il rischio di smottamenti, frane e colate detritiche. A causa dell’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi, aumenta anche la probabilità di assistere a inondazioni e alluvioni senza precedenti.
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Secondo i climatologi, «gli eventi meteorologici e climatici estremi come ondate di caldo, periodi di siccità o forti precipitazioni, nonché altri pericoli naturali a essi collegati, sono tra le maggiori sfide direttamente legate ai mutamenti climatici cui dovrà far fronte la Svizzera».
Di seguito una selezione delle peggiori catastrofi naturali legate al clima che hanno colpito la Svizzera negli ultimi due secoli. Eventi eccezionali che oltre a portare morte e distruzione hanno però anche avuto, in alcuni casi, dei risvolti positivi.
1806 – La frana di Goldau
Il 2 settembre 1806, a seguito di intense precipitazioni, dalla montagna Rossberg nella Svizzera centrale si staccano 35-40 milioni di metri cubi di rocce e pietrisco. La frana ricopre i villaggi svittesi di Goldau e Röthen su una superficie di 6,5 km quadrati, distruggendo un centinaio di case e 220 stalle. I morti sono 457. Si tratta della più grave catastrofe naturale in Svizzera.
Annotazione: in una versione precedente dell’articolo avevamo scritto che la frana di Goldau del 1806 aveva causato 437 vittime. La cifra esatta è invece 457.
1816 – L’anno senza estate
La Svizzera, così come l’intero pianeta, vive le dirette conseguenze di un cambiamento del clima. A causa della nube di ceneri e gas di zolfo provocata dall’eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia, avvenuta un anno prima, la temperatura terrestre è calata di 3°C. La diminuzione delle temperature e l’aumento della piovosità durante l’estate del 1816 compromettono i raccolti, innescando l’ultima grande carestia in Svizzera e in Europa.
Qualche anno fa, un team del Centro Oeschger per la ricerca sui cambiamenti climatici di Berna ha individuato la catena d’eventi che probabilmente ha portato a quell’estate catastrofica. Tutti i dettagli nel seguente articolo.
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1868 – L’alluvione che ha cambiato la Svizzera
L’autunno del 1868 è tra i più piovosi della storia elvetica. I 1’118 mm di precipitazioni che si riversano sull’arco di otto giorni sul Passo del San Bernardino costituiscono un primato per la Svizzera. La valle del Reno e il Piano di Magadino, in Ticino, sono sommersi dalle acque. Perdono la vita 51 persone e i danni ammontano a 40 milioni di franchi dell’epoca, circa un miliardo di oggi.
La grande alluvione è stata una forza che ha modellato non solo il paesaggio, ma anche la politica e la società elvetica, ha spiegato a swissinfo Stefan Brönnimann, professore dell’Istituto di geografia dell’Università di Berna, in occasione della presentazione di una pubblicazione sulle cause e le conseguenze dell’inondazione del 1868.
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1999 – L’uragano Lothar
Il 26 dicembre 1999 la tempesta Lothar si abbatte sulla Svizzera, risparmiando solo le regioni meridionali e sudorientali. Sull’Uetliberg, la collina che domina Zurigo, i venti raggiungono una velocità di 241 km/h. L’uragano causa la morte di 14 persone e danneggia il 2% del patrimonio boschivo. In un solo colpo, Lothar abbatte 10 milioni di alberi in Svizzera, una quantità di legno da quattro a dieci volte superiore a quella che si taglia normalmente in un anno.
Oggi sappiamo che la “tempesta del secolo” ha avuto anche effetti positivi. I boschi rasi al suolo presentano una maggiore diversità biologica. A bassa quota sono cresciuti alberi che sopportano meglio la siccità, tra cui la quercia e l’acero riccio, rendendo i boschi più resistenti al clima.
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2005 – Precipitazioni estreme in Svizzera
Nell’agosto 2005, una pioggia torrenziale si abbatte per giorni su ampie zone del versante nord delle Alpi. Intere valli rimangono isolate e molti laghi, tra cui quello dei Quattro Cantoni, esondano. Il quartiere storico della ‘Matte’, a Berna, viene sommerso dalle acque del fiume Aar. Allagamenti e frane provocano sei vittime e causano danni per un totale di circa 3 miliardi di franchi. Si tratta del più ingente danno finanziario causato da un solo evento naturale in Svizzera.
In seguito all’alluvione, il sistema di allerta in Svizzera viene rivisto. Le procedure amministrative sono migliorate e sono realizzate misure preventive contro le piene.
2017 – La frana di Bondo
Il 23 agosto 2017, un volume di roccia pari a quello di 3’000 case unifamiliari (3 milioni di metri cubi) si stacca dal Pizzo Cengalo, nei Grigioni. Alla frana, una delle più grandi da fine Ottocento in Svizzera, segue una colata di detriti e fango che travolge parte del villaggio di Bondo, nella valle Bregaglia. Nella catastrofe muoiono otto escursionisti.
Grazie al sistema di preallarme e a un bacino di ritenzione del materiale, non si registrano vittime in pianura.
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