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Elezione di Ignazio Cassis: grande festa ticinese in Piazza federale

Ticinesi a Berna
Giornata di festa tra le strade di Berna per i numerosi ticinesi accorsi per sostenere l'elezione di Ignazio Cassis in Consiglio federale. Keystone

Miglioramento delle relazioni tra Berna e il Ticino, risoluzione delle vertenze con l’Italia, promozione dell’italianità in Svizzera. Molte le aspettative suscitate dall’elezione di Ignazio Cassis in governo. In attesa, i ticinesi hanno festeggiato lo storico evento sulla Piazza federale. 

Sono appena le nove e un quarto e il mistero delle urne a Palazzo federale è già svelato: al secondo turno i giochi sono ormai fatti in una delle elezioni più rapide degli ultimi decenni. Il presidente del Consiglio nazionale Jürg Stahl annuncia, in lingua tedesca, il risultato: “È eletto con 125 voti Ig-nazio Cassis”. La pronuncia della “gn” italiana non è ancora molto comune a Berna, ma l’italianità ritrova di nuovo il suo posto nell’esecutivo, dopo lunga attesa. 

“Dopo 18 anni di assenza, la Svizzera che pensa, parla, scrive e sogna in italiano siede nuovamente nel governo federale. Leggo nella vostra decisione la volontà di rafforzare la coesione nazionale nel rispetto della Costituzione”, dichiara il neoeletto Ignazio Cassis, prendendo la parola dinnanzi all’Assemblea federale, alle delegazioni cantonali dei tre candidati, al pubblico e alla stampa. “La Svizzera è un’unità, forgiata dalla sua molteplicità linguistica e culturale. Mi pongo al suo servizio come fabbro”. 

Poco dopo, mentre il nuovo ministro del Partito liberale radicale presta giuramento, sulla Piazza federale sottostante alcuni ticinesi hanno già fatto la loro apparizione per festeggiare il grande evento. Passate le dieci giunge un folto corteo dal Ticino, simpatizzanti, membri del PLR e sostenitori dell’elezione di Cassis. Portano bandiere del partito e del Cantone e intonano dei canti: “Aprite le porte che passano i ticinesi”, si sente, tra l’altro, riecheggiare sulla piazza. 

Ticino incompreso? 

“Sono venuto apposta dal Ticino, perché penso che è una giornata importante non solo per il nostro Cantone, ma per tutta la Svizzera”, dichiara Tiziano Mauri. “Una mentalità italofona in Consiglio federale è sicuramente di grande aiuto per far sentire alcuni nostri problemi, come quelli che incontriamo nelle relazioni con l’Italia. Per affrontare questi problemi è sicuramente meglio se la Svizzera invia a Roma un ministro che parla italiano e non inglese”.

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“È una cosa straordinaria per noi. Dobbiamo ringraziare tutta la Svizzera che ha permesso questo risultato e ha avuto molto riguardo nei nostri confronti”, ci dice Francesco Farinelli, che conosce da vicino Cassis. “È una persona squisita, molto modesta, allegra. Una persona familiare che si trova molto bene in tutte le situazioni e che ci rappresenterà quindi ottimamente”. 

Ma la Svizzera italiana ha veramente bisogno di uno suo rappresentante a Berna? È incompresa, come si sente dire spesso, sotto la Cupola federale? “Credo che, a volte, siamo un po’ critici e esigenti, come tutti. Dobbiamo dire che nell’insieme siamo ben governati in Svizzera, ma lamentarsi  fa un po’ parte del nostro DNA. Ci dimentichiamo spesso come eravamo prima e come vivono gli altri attorno a noi. Lamentarsi va bene, può essere stimolante, ma non bisogna esagerare”, aggiunge Farinelli. 

Una visione condivisa dal direttore della radiotelevisione RSI Maurizio Canetta, tra i presenti sulla piazza. “Vi è molta esasperazione e tematizzazione, a beneficio delle forze politiche che insistono sull’argomento dell’incomprensione del Ticino a Berna. È chiaro che in un momento politicamente complesso – pensiamo soltanto alla questione dell’asilo, del lavoro e dell’economia – le tensioni tra regioni e centro sono quasi fatali. Ma credo che ci sono in questo paese dei forti esempi di federalismo e di attenzione a tutte le comunità, come dimostra questa elezione”. 

Sensibilità e cultura diversa 

Mentre una bandella intona dei canti ticinesi, da Palazzo federale spunta il presidente del PLR cantonale Bixio Caprara, accolto festosamente dai presenti per il successo ottenuto dal partito ticinese. “Oltre al risultato di oggi, che ci fa estremamente piacere, siamo già soddisfatti del fatto che durante l’intera campagna per questa elezione si è parlato in tutto il paese della questione della Svizzera italiana. Ora non possiamo chiaramente pretendere una politica regionale da parte del nuovo consigliere federale eletto. Però siamo convinti che porterà nella politica federale la sensibilità e la cultura della Svizzera italiana. Ignazio Cassis è una persona molto disponibile, ma è anche molto fermo nella volontà di difendere i suoi valori e i suoi principi”. 

Verso le dieci e trenta anche Pierre Maudet lascia il Palazzo per rientrare a Ginevra. Il candidato liberale radicale sconfitto viene salutato calorosamente dai pochi ginevrini rimasti sulla piazza, ma anche dai ticinesi. Durante la sua campagna, lanciata da Locarno, ha raccolto molte simpatie in tutto il paese. Nelle sue vene scorre anche sangue ticinese, sua nonna era di Cadenazzo. 

Nonostante la sconfitta, può apprezzare perlomeno il fatto che sia stato eletto un rappresentante della Svizzera italiana? “Certo, l’argomento che la Svizzera italiana debba essere di nuovo presente a Berna era sicuramente tra i più validi di questa campagna. Personalmente, mi auguro però che questa elezione non serva ora da pretesto per sbarazzarsi della ‘questione ticinese’. Come ministro di una regione di confine, condivido molti dossier con i colleghi ticinesi – in particolare quelli relativi alla migrazione e al dumping salariale – e continuerò a battermi con loro per difendere questi dossier verso Berna”. 

Primo bagno di folla 

Poco dopo le undici è il primo bagno di folla per il neoeletto Ignazio Cassis, attorno a lui si stringe un centinaio di persone. “È una gioia immensa”, esulta il nuovo ministro, moltiplicando gli abbracci e i selfie. È accompagnato, tra l’altro, dal consigliere di Stato socialista Manuele Bertoli. “È un’elezione significativa: da un lato, per la promozione della lingua e della cultura italiana in Svizzera e, dall’altro, per un riconoscimento ancora maggiore delle specificità del nostro Cantone, come quelle relative al mercato del lavoro, alle misure di accompagnamento, alle relazioni con l’Italia, con la quale rimane ancora pendente l’accordo sulla fiscalità”. 

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Sulla stessa onda il consigliere agli Stati Fabio Abate: “Non possiamo aspettarci che l’elezione di Ignazio Cassis possa cambiare in cinque minuti i rapporti tra Berna e Ticino. Servirà però sicuramente a favorire una maggiore integrazione del Cantone nella Confederazione, nel senso di rafforzare la fiducia dei ticinesi nei confronti delle istituzioni federali”. 

Anche secondo il senatore liberale radicale ticinese, i rapporti con la Vicina Penisola figurano tra le priorità: “Per quanto riguarda le relazioni con l’Italia, speriamo che possa sensibilizzare meglio il Consiglio federale, cercando di far capire che non si tratta solo di problemi regionali, ma soprattutto di una questione nazionale. Pensiamo soltanto all’accesso delle nostre banche al mercato italiano: le misure di protezionismo sostenute dal governo italiano rischiano di rappresentare un colpo durissimo per una piazza finanziaria che già soffre da anni”. 

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Italianità anche al Nord delle Alpi

L’elezione di Cassis è stata accolta positivamente anche dai parlamentari che hanno doppia nazionalità, svizzera e italiana. Tra questi il deputato socialista zurighese Angelo Barrile: “Per la Svizzera italiana e l’italianità è un evento importante, poiché dimostra che meritano di avere di nuovo un posto in governo. Per me l’italianità non va però intesa solo come Cantone Ticino o Grigioni italiano, ma anche come presenza di questa lingua e cultura al Nord delle Alpi. Spero quindi che Ignazio Cassis voglia rappresentare l’italianità di tutti gli italofoni che vivono in Svizzera. Sono stato un po’ deluso dal fatto che abbia deciso così in fretta di rinunciare al suo passaporto italiano. Ritengo che non si possono negare le proprie radici e che ci si può impegnare al 100% per la Svizzera, pur avendo un’altra nazionalità”. 

Una nota critica, nonostante la soddisfazione, viene anche dal deputato popolare democratico ginevrino Guillaume Barazzone, pure con doppia nazionalità: “È un’elezione che può far del bene al paese. Spero però che possa servire ad allentare le posizioni di ripiegamento del Canton Ticino nei confronti dell’estero e in particolare dell’Unione europea. Ricordo che gli elettori ticinesi si sono espressi in modo alquanto differente rispetto alla Svizzera romanda sugli Accordi bilaterali con l’UE e sull’Iniziativa contro l’immigrazione di massa. Spero quindi che le soluzioni di ripiegamento dei ticinesi non vengano applicate a tutto il resto della Svizzera”.    

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