Giro di vite contro i paradisi fiscali: la Svizzera sorride
La Svizzera ha approfittato delle misure prese dagli Stati uniti contro i paradisi fiscali. Un buon numero di società americane, finora istallate nelle Bermuda o nelle isole Cayman, hanno trovato un nuovo rifugio in Europa.
Molte aziende avevano stabilito la loro sede nelle piccole isole offshore come le Bermuda o le Cayman. Lo scopo dell’operazione: sfuggire alle pesanti tassazioni sugli utili realizzati all’estero e rimpatriati negli Stati uniti. Il problema è che questi paradisi fiscali sono stati i primi bersagli delle pesanti misure repressive decise da Barack Obama.
L’inasprimento voluto dal presidente americano mirava a far rimpatriare delle imposte verso gli Stati uniti. Le società hanno tuttavia dribblato questo piano trasferendosi in Europa, in Svizzera e in Irlanda.
È così che – per esempio – Tyco Electronics, il più grande fornitore di componenti elettronici al mondo, ha annunciato l’anno scorso di voler trasferire la sua attività dalle Bermuda a Sciaffusa, in Svizzera. La fiscalità delle aziende, particolarmente favorevole nella Confederazione, è stata un argomento sufficientemente convincente.
La Svizzera ha inoltre sviluppato un’ottima strategia di difesa contro le pressioni americane. Ha siglato degli accordi di doppia imposizione con i principali partner economici ed è membro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
Dalla pentola alla brace
«Gli Stati uniti hanno indicato a chiare lettere che avrebbero considerato con minore clemenza le aziende istallate nei paradisi fiscali. Ma la Svizzera gode di un’altra considerazione rispetto alle Bermuda visto che ha siglato delle intese di doppia imposizione conformi agli standard OCSE», ricorda a swissinfo.ch il britannico Richard Murphy, direttore generale del Tax Research e consigliere dell’ONG Tax Justice Network.
Richard Murphy afferma che la vittoria dei repubblicani nelle ultime legislative statunitensi potrebbero interrompere la crociata di Barack Obama contro i paradisi fiscali. È tuttavia dell’opinione che il cambiamento nel paesaggio politico americano frenerà, ma non arresterà necessariamente le misure di repressione. «Queste società sono cadute dalla pentola [le isole offshore] per finire nella brace [la Svizzera]», indica Murphy.
Ma anche altre aziende sono state attirate dalla solidità tradizionale della Svizzera nel settore delle assicurazioni o dalle sue competenze, sempre maggiori, nel settore dei servizi delle materie prime.
È noto il caso – per esempio – di Weatherford, grande società attiva nell’industria petrolifera e del gas, specializzata nella trivellazione, nelle pompe e nei servizi destinati allo sfruttamento del sottosuolo. Il suo trasferimento in Svizzera segue quello della Transocean, un’impresa di trivellazione offshore che ha spostato due anni fa le sue operazioni dalle isola Cayman alla Svizzera.
El Dorado
Secondo Emmanuel Fragnière, professore all’Alta scuola di gestione di Friburgo, la presenza – in continuo aumento – di esperti nel settore dei servizi nelle regioni di Ginevra e Zugo ha un ruolo importante nelle decisioni di rilocalizzazione aziendale.
«Ginevra è il nuovo El Dorado per gli impiegati qualificati: se un’azienda desidera sviluppare una strategia a lungo termine, deve poter disporre della necessaria forza lavoro, così come di adeguati servizi di supporto, per esempio in ambito legale».
Fragnière ritiene inoltre che i recenti scossoni politici negli Stati Uniti – segnatamente il successo dei repubblicani alle elezioni di medio termine – potrebbero rivelarsi favorevoli per la Svizzera. «Le aziende sono improvvisamente confrontate al rischio di una politica populista in contrasto con una governance stabile, mentre la Confederazione è una garanzia di sicurezza politica e finanziaria».
Rotta verso la Svizzera
La pressione politica e fiscale improvvisamente venutasi a creare sulle Bermuda ha inoltre indebolito l’interesse dell’arcipelago come base per le compagnie di riassicurazione attive a livello mondiale.
A titolo di esempio, Allied world ha annunciato lo scorso mese il trasferimento della propria sede dalle Bermuda a Zurigo. Lo stesso hanno fatto The ACE group, Amlin Re e Catlin Group, che hanno deciso di spostare parte delle loro attività dalle Cayman e dalle Bermuda alla capitale economica elvetica. Una scelta strategica già effettuata due anni or sono da Paris Re.
Anche se alcuni assicuratori intendono comunque mantenere i loro servizi nelle Bermuda, secondo gli osservatori la tendenza che si delinea è quella di trasformarli in centri d’appoggio per le operazioni basate nella Confederazione, al fine di sfuggire alla pressione fiscale statunitense e di beneficiare delle facilitazioni offerte in Svizzera.
La Svizzera figura tra i paesi con la fiscalità più moderata a livello mondiale per le aziende.
Secondo uno studio pubblicato a ottobre 2010 della società di consulenza KPMG, cinque cantoni svizzeri si ritrovano nelle prime 10 posizioni per quanto riguarda la pressione fiscale sulle società.
Considerando la media aritmetica dei cantoni, la Confederazione si ritrova addirittura in ottava posizione, con un carico fiscale del 18,8%. Cinque cantoni (Appenzello Interno ed Esterno, Nidvaldo, Obvaldo e Svitto) si inseriscono nella top ten europea, 14 nella top 20.
Anche a Ginevra – cantone che tassa maggiormente le società (24,18%) – le aziende godono di un trattamento più interessante rispetto ai paesi confinanti e al resto dell’Europa occidentale.
A livello di imposte indirette la Svizzera è ancora più attrattiva, seconda soltanto a Gibilterra, Guernesey e Jersey.
Pur considerando l’aumento dell’IVA (all’8%), nel 2011 la Svizzera si troverà nettamente sotto la media europea (19,67%).
traduzione e adattamento: redazione italiana
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.