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La guerra in Ucraina minaccia lo sviluppo di nuovi trattamenti contro il cancro

ospedale in ucraina
Dall'inizio della guerra ci sono stati oltre 60 attacchi alle strutture sanitarie in Ucraina. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved

In Ucraina e in Russia si svolgono centinaia di studi clinici. A causa della guerra, le persone malate rischiano di non avere più accesso alle cure. Anche lo sviluppo di nuovi farmaci promettenti è a rischio. Una situazione che ha conseguenze anche per le aziende farmaceutiche svizzere.

Quando Steven Stein, direttore medico di Incyte, ha saputo dell’invasione dell’Ucraina, ha subito pensato alle persone che stavano partecipando agli studi clinici dell’azienda. La compagnia biotecnologica statunitense, che ha la sua sede europea in Svizzera, collabora con dieci aziende terze in Ucraina che si occupano della gestione dei siti di ricerca e dei dati relativi ai test clinici. La settimana scorsa, 78 persone stavano ancora seguendo un trattamento sperimentale in Ucraina.

“Quando è iniziata la guerra, la nostra filosofia in quanto azienda è stata di continuare a offrire le cure ai/alle pazienti”, afferma Stein a SWI swissinfo.ch. “Queste persone sono già molto coraggiose. Hanno il cancro e si sono offerte volontarie per partecipare allo studio. Abbiamo detto loro è che faremo di tutto affinché possano continuare a ricevere le cure”, spiega il responsabile dei piani di sviluppo clinico di Incyte.

Gli studi clinici prevedono la ricerca su persone volontarie (chiamate anche partecipanti) al fine di determinare la sicurezza e l’efficacia di un farmaco o di una combinazione di farmaci. Questi studi devono essere condotti prima che un nuovo trattamento possa essere messo a disposizione dei pazienti. Gli studi clinici cercano di rispondere alle seguenti domande: questo trattamento funziona, è più efficace di altri trattamenti, ha effetti collaterali?

Gli studi clinici possono confrontare un nuovo approccio medico con un approccio standard già disponibile, con un placebo che non contiene alcun principio attivo, o con l’assenza di un intervento. Quando gli studi clinici sono utilizzati per lo sviluppo di farmaci, sono spesso classificati in cinque fasi, dalla fase 0 alla fase 4. Uno studio di fase 3 è l’ultimo prima dell’approvazione da parte dell’autorità di regolamentazione e, a seconda della malattia, può coinvolgere da 300 a 3000 persone. Tuttavia, il numero di soggetti che partecipano a uno studio può variare di giorno in giorno. Ogni studio clinico è guidato da un ricercatore o da una ricercatrice principale, che spesso è un medico, e può essere finanziato da aziende farmaceutiche, da università o da altri organismi di ricerca.

Le sperimentazioni cliniche sono condotte secondo un protocollo che specifica, tra le altre cose, la durata dello studio, il numero di partecipanti, il profilo desiderato delle persone volontarie e la tempistica degli interventi. La diversità geografica dei siti di test e dei partecipanti dovrebbe rispecchiare le persone che più probabilmente useranno o beneficeranno del farmaco. Alcune aziende conducono studi solo nei Paesi in cui hanno intenzione di commercializzare il nuovo farmaco.

Tuttavia, è difficile continuare a fornire trattamenti e mantenere rigidi protocolli di sperimentazione clinica mentre gli ospedali vengono bombardati, milioni di persone fuggono dal Paese e chi soffre di cancro si rifugia nei bunker. Incyte ci conferma che tutto il personale sotto contratto è al sicuro in Ucraina o nei Paesi vicini. E sebbene le sperimentazioni siano state perturbate, collaboratori e collaboratrici lavorano con il personale medico sul posto per garantire la continuità delle cure e l’integrità degli studi clinici.

Se la guerra dovesse continuare, le conseguenze potrebbero essere drammatiche non solo per le persone che partecipano agli studi in Ucraina, per le quali la sperimentazione rappresenta spesso l’ultima speranza. La guerra rischia anche di bloccare i progressi di molti trattamenti promettenti contro il cancro, molti dei quali sono sviluppati da aziende farmaceutiche in Svizzera.

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Perché l’Ucraina?

Incyte è una delle numerose aziende farmaceutiche e biotecnologiche che hanno avviato studi clinici in Ucraina negli ultimi dieci anni. Secondo un rapporto investigativo della ONG Public EyeCollegamento esterno pubblicato nel 2013, l’Ucraina è diventata un luogo attraente per le aziende intenzionate a lanciare sperimentazioni cliniche internazionali a partire dal 1996. I costi più bassi e alcune modifiche legislative per conformare le pratiche locali agli standard internazionali hanno portato a un rapido aumento del numero di sperimentazioni effettuate nel Paese.

Anche la qualità del sistema sanitario è un punto di forza, dice Stein. “Ci sono ottimi ospedali, impianti di imaging e ottimi medici”. Il Paese ha anche una solida reputazione per quanto riguarda il rapido reclutamento di pazienti e la produzione di dati affidabili.

Mihai Manolache è amministratore delegato di Cebis, un’organizzazione svizzera di ricerca clinica con sede a Lugano, in Ticino, che si occupa di attuare e supervisionare gli studi clinici per conto dell’industria farmaceutica. Spiega che in Ucraina c’è anche una grande popolazione detta “naïve al trattamento”, il che significa che ci sono molte persone che non hanno mai seguito un trattamento per una malattia e sono quindi dei soggetti interessanti per uno studio.

A questo si aggiunge il fatto che l’Ucraina è un mercato sempre più attraente per le aziende. “Non fa parte dell’Unione europea, ma è il più Paese più grande d’Europa con 40 milioni di persone”, nota Manolache. “Gli studi clinici sono un modo per avere un piede nel mercato”, dice. I prodotti farmaceutici costituiscono la maggior parte dell’export svizzero verso l’Ucraina e la Russia.

Incyte, che conta circa 2’400 dipendenti, gestisce in ogni momento circa 140 studi clinici a livello globale, di cui tre in Ucraina. Il numero può sembrare modesto. Tuttavia, se si pensa ad esempio a un importante studio clinico per il suo anticorpo monoclonale PD-1 contro il cancro ai polmoni, circa il 30% dei pazienti (160 su 530) inizialmente si trovava in Ucraina.

Il numero di studi clinici svolti dal gigante elvetico Roche, con sede a Basilea, è superiore a quello di qualsiasi altra azienda farmaceutica, secondo il registroCollegamento esterno della Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Circa il 20% delle sperimentazioni finanziate da Roche contano almeno un sito di ricerca in Ucraina, quando la media dell’intero settore è di circa il 4%.

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Alcune di queste sperimentazioni riguardano dei medicamenti chiave contro il cancro e le malattie neurologiche. Ad esempio, più della metà degli studi clinici sull’Ocrevus, il farmaco recentemente lanciato da Roche per il trattamento della sclerosi multipla, dispone di almeno un sito in Ucraina. Inoltre, in Ucraina ci sono 18 studi attivi o in fase di reclutamento per il Tecentriq, una cura per alcuni tipi di tumore ai polmoni approvata l’anno scorso dalla FDA.

I pazienti e le pazienti in Ucraina rappresentano circa l’1,5% delle persone che stanno partecipando agli studi clinici di Roche nel mondo, indica la multinazionale. Tuttavia, non ci sono dati disponibili sulla quota di pazienti ucraini nei singoli studi.

L’impatto della guerra

Mentre la guerra va avanti, tra le aziende farmaceutiche crescono l’ansia e l’incertezza per il futuro di molti studi e delle persone che vi partecipano.

La guerra sta compromettendo le forniture di materiale medico e rende più difficile tenere e aggiornare le cartelle cliniche. Senza parlare dei rischi per la sicurezza dei pazienti e del personale medico. Il 24 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che dall’inizio della guerra ci sono stati 64 attacchi alle strutture sanitarie in Ucraina.

Roche ha istituito una task force per monitorare la situazione e ha creato una hotline che i pazienti possono chiamare per informazioni e sostegno. L’azienda ha donato materiale medico, in particolare antibiotici, reagenti e farmaci specifici per il trattamento dell’influenza, dell’artrite reumatoide e di vari tipi di tumore.

Altri sviluppi

In una e-mail a SWI swissinfo.ch, un portavoce di Roche scrive che l’azienda sta “lavorando attivamente a delle soluzioni per garantire l’accesso continuo al trattamento per i pazienti, comprese le persone che hanno lasciato l’Ucraina e si sono trasferite in altri Paesi”. Alcuni Stati vicini hanno confermato che le persone sfollate o rifugiate “avranno diritto allo stesso accesso all’assistenza sanitaria della popolazione locale”, aggiunge il portavoce di Roche.

Ma non è sempre tutto facile. In un’intervista alla rivista di scienza e tecnologia Wired UKCollegamento esterno, Ivan Vyshnyvetskyy, presidente dell’Associazione ucraina per la ricerca clinica, ha detto che “è quasi impossibile spedire dei campioni biologici [sangue, plasma, ecc] dall’Ucraina” e importare nel Paese dei prodotti medici sperimentali. Molti dei materiali necessari per gli studi clinici si trovano a Kiev, che è una zona di combattimento, ha sottolineato.

Un medico ucraino coinvolto in uno degli studi clinici di Incyte è andato volontariamente al confine per recuperare un farmaco e portarlo al sito di ricerca affinché la persona potesse continuare a ricevere il trattamento. I media hanno riportato numerose storie strazianti di professionisti del settore medico che fanno di tutto per far sì che i pazienti possano continuare a seguire la cura sperimentale.

Al momento, è difficile valutare gli impatti a lungo termine sulla ricerca dei farmaci. Per la maggior parte dei medicamenti, lo sviluppo richiede più di un decennio e in alcuni casi una singola fase di una sperimentazione clinica può durare da quattro a cinque anni. La maggior parte degli studi condotti in Ucraina e finanziati da aziende farmaceutiche sono internazionali, cioè coinvolgono partecipanti reclutati su più siti e in più Paesi.

Steven Stein afferma che molti dei sistemi e degli strumenti digitali introdotti durante la pandemia di Covid-19 stanno aiutando Incyte a rimanere in contatto con pazienti e personale medico. Quando la pandemia ha interrotto molti studi clinici, impedendo alla gente di recarsi in ospedale per il trattamento, organismi quali la FDA hanno elaborato metodi statistici per trattare i dati mancanti.

Abbiamo chiesto a Roche se ha escluso dagli studi dei siti in Ucraina o se delle persone che vi partecipavano sono state rimpiazzate, senza però avere risposta. L’11 marzo l’agenzia di stampa ReutersCollegamento esterno ha riferito che almeno sette aziende avevano annunciato delle interruzioni degli studi clinici in Ucraina.

Stein assicura che Incyte sta facendo tutto il possibile per garantire che le persone volontarie abbiano accesso ai trattamenti. Se però dovesse perdere il contatto con i pazienti, dovrà rimpiazzarli per poter portare avanti gli studi.

“Questo accadrebbe, per esempio, se i russi prendessero il controllo completo di una città o di un sito e diventasse impossibile interagire con il luogo e connettersi con i pazienti per via elettronica”, afferma Stein. “Questo sarebbe doloroso a molteplici livelli”.

Dilemma etico

La maggior parte delle grandi compagnie farmaceutiche finanzia studi clinici in Russia e anche in questo caso il futuro è incerto. Circa il 38% degli studi sponsorizzati da Roche hanno almeno un sito in Russia. Inoltre, almeno sei sperimentazioni per l’attesissimo farmaco di Roche contro l’Alzheimer, il Gantenerumab, che dovrebbe essere lanciato quest’anno, si svolgono in Russia.

La multinazionale farmaceutica svizzera Novartis dispone solo di alcuni siti in Ucraina. Il 26% dei suoi test clinici nel mondo si svolge però su almeno un sito in Russia, secondo il registro della FDA.

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Sebbene i farmaci siano esenti dalle sanzioni nei confronti della Russia, molti studi sponsorizzati da aziende sono indirettamente colpiti perché finanziati attraverso conti in banche statali russe. Circa 26 pazienti di Incyte partecipano a studi clinici in Russia. “Il lato finanziario è un grosso problema. Come faremo a pagare quei siti per il lavoro che fanno, date tutte le sanzioni?”, s’interroga Stein.

Diverse aziende hanno già annunciato la sospensione dei nuovi test clinici nel Paese. Il 22 marzo, Novartis ha comunicatoCollegamento esterno che oltre a interrompere gli investimenti di capitale, la pubblicità sui media e altre attività promozionali in Russia, non organizzerà nuovi studi clinici e sospenderà il reclutamento di nuovi partecipanti agli studi già avviati.

Da parte sua, Roche ha sospeso l’apertura di nuovi siti e il reclutamento di pazienti in Russia. “La nostra priorità rimane quella di garantire che tutte le persone che attualmente partecipano a studi clinici in Russia continuino ad avere accesso ai trattamenti”, indica un portavoce.

Stein afferma che Incyte permette generalmente ai singoli siti di decidere se andare avanti con gli studi. Tuttavia, “in questo momento, è improbabile che incoraggeremo nuove iscrizioni in Russia”.

Sanzioni a parte, le aziende devono anche far fronte al dilemma morale se continuare o meno a lavorare in Russia. All’inizio di marzo, il presidente dell’Associazione ucraina per la ricerca clinica Ivan Vyshnyvetskyy ha pubblicato una letteraCollegamento esterno su LinkedIn in cui definisce “immorali e vergognose” le aziende che continuano a operare in Russia. Più di 800 amministratori delegati, dirigenti e investitori hanno sottoscritto una lettera apertaCollegamento esterno che esorta le aziende farmaceutiche a interrompere le attività con l’industria russa. La lettera non chiede alle aziende di rinunciare alla fornitura di prodotti medici, ma alcune società internazionali hanno già annunciato di limitare le spedizioni ai “farmaci essenziali”.

Roche resiste per ora alle pressioni. Il 29 marzo, l’amministratore delegato Severin Schwan ha detto al giornale in lingua tedesca Tages-AnzeigerCollegamento esterno che l’azienda ha una responsabilità verso tutte le persone che dipendono dai suoi farmaci. “Non possiamo privare i pazienti russi dei medicamenti antitumorali che possono salvare loro la vita”.

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Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio

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