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“No” deciso alle due iniziative contro i pesticidi

fontana acqua potabile
Keystone / Christian Mueringer

Le due iniziative per ridurre e proibire i prodotti fitosanitari nell’agricoltura sono state ufficialmente respinte. Nessuno dei due testi, giudicati dai più troppo radicali, è riuscito a convincere la maggioranza della popolazione.

Nessuna sorpresa sul fronte delle iniziative su pesticidi e acqua potabile. La sconfitta prevista è stata confermata sia a livello cantonale che popolare senza margini di dubbio.

Si tratta di un duro colpo per i promotori delle iniziative, che sono state respinte con una maggioranza superiore al 60%. Inoltre, trattandosi di proposte di modifica della Costituzione federale, i due testi necessitavano della doppia maggioranza fra popolo e Cantoni per essere approvati. Ma su 26 Cantoni, solo Basilea Città si è espresso a favore delle proposte, mentre tutti gli altri Cantoni le hanno bocciato entrambe, spesso in modo inequivocabile. Ginevra e Zurigo sono stati i soli altri ad avere percentuali incerte (53,1%/50,7% acqua potabile, 50,7%/52,1% pesticidi).

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Le due iniziative chiedevano una riduzione drastica dell’uso dei prodotti fitosanitari nell’agricoltura. Mentre ad aprile un’esigua maggioranza della popolazione si era espressa favorevolmente alle due iniziative, il vento è cambiato nel corso della campagna elettorale.

L’ultimo sondaggio della SSR realizzato a metà maggio dall’Istituto gfs.bern aveva rilevato che il 53% degli interpellati aveva intenzione di rifiutare l’iniziativa “Acqua potabile pulita e cibo sano” e il 51% l’iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”. Le proiezioni dimostrano che nell’ultimo periodo la mobilitazione per il “no” ha preso nettamente piede.

Le proposte hanno perso terreno anche tra gli svizzeri all’estero, negli ambienti universitari e nelle famiglie ad alto reddito, che sono in generale tra i maggiori sostenitori delle iniziative.

Nelle zone rurali è previsto, senza sorprese, un rifiuto netto. Anche se città e campagna sembrano profondamente divise sulla questione, nel corso dei mesi lo scetticismo nei confronti di un divieto dei pesticidi ha avuto il sopravvento nella maggior parte dei gruppi di popolazione.

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Una scelta pragmatica

Il risultato alle urne è stata una scelta dettata dalla ragione e dal pragmatismo. Lo affermato domenica a scrutini conclusi il presidente della Confederazione Guy Parmelin.

L’esito conferma la strada imboccata da Consiglio federale e Parlamento e l’impegno preso dalla Svizzera nei confronti di ambiente e sostenibilità, ha dichiarato Parmelin. Secondo Il presidente del governo, il duplice rifiuto permette al mondo agricolo di completare la propria transizione ecologica senza mettere in pericolo la sicurezza alimentare del Paese. Tuttavia, sarà fondamentale colmare il divario creatosi tra città e campagna, ha avvertito.

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Una prospettiva per l’agricoltura svizzera

L’Unione svizzera dei contadini (USC) ha espresso soddisfazione per l’andamento delle votazioni odierne. Stando al presidente e consigliere nazionale (Il Centro/SG) Markus Ritter, il popolo vuole fornire una prospettiva all’agricoltura svizzera.

Per Ritter gli aventi diritto non hanno voluto indebolire la produzione regionale e si sono mostrati favorevoli a tutta la gamma di derrate alimentari, dal biologico al convenzionale.

Il Parlamento ha recentemente adottato la legge sui pesticidi più severa d’Europa, ha proseguito Ritter. Malgrado il no ai due testi uscito oggi dalle urne, vi saranno quindi numerosi cambiamenti nell’utilizzo dei pesticidi in futuro.

Si è puntato su emotività e polemica, secondo gli ambientalisti

Greenpeace, Pro Natura e le altre associazioni ambientaliste si attendevano maggiore entusiasmo da parte degli svizzeri riguardo ai testi.

Le organizzazioni a tutela dell’ambiente punteranno ora sul dialogo con l’agricoltura per trovare soluzioni comuni. È quanto affermato da Philipp Sicher, responsabile della campagna che spingeva per due sì alle iniziative agrarie in votazione oggi, dopo la sconfitta ormai certa alle urne.

Durante la campagna, gli oppositori hanno alimentato i timori concernenti la sicurezza dell’approvvigionamento, la sussistenza degli agricoltori e l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari, ha dichiarato. Il campo del “no” ha inoltre ottenuto numerosi finanziamenti dall’industria agroalimentare, ha sottolineato Sicher.

Stando al responsabile, i contrari hanno puntato sull’emotività e sulla polemica. Numerose promesse sono inoltre state formulate: “Ora le esamineremo”, ha assicurato Sicher, secondo cui l’obiettivo è comunque quello di sedersi a un tavolo per trovare insieme delle soluzioni.

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Le iniziative in breve

L’iniziativa “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”Collegamento esterno chiedeva un divieto assoluto dell’uso di diserbanti, insetticidi e fungicidi sintetici non solo nel settore agricolo svizzero, ma anche negli spazi pubblici e privati. La proposta richiedeva inoltre che venisse proibita l’importazione di derrate alimentari prodotte con l’impiego di tali sostanze.

I suoi promotori prevedevano un periodo di transizione di dieci anni per permettere al settore agroalimentare di adattarsi e per stimolare la ricerca sulla biodiversità.

L’iniziativa “Acqua potabile pulita e cibo sano”Collegamento esterno, considerata “meno radicale”, avrebbe voluto che i sussidi pubblici destinati agli agricoltori venissero versati solo a coloro che producono escludendo l’uso di pesticidi e di antibiotici in forma profilattica e allevano il numero di animali che può essere nutrito con il mangime di provenienza locale.

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trattore che spruzza pesticidi in un campo di lattuga

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Questo contenuto è stato pubblicato al Due iniziative chiedono una riforma radicale dell’agricoltura e della produzione alimentare in Svizzera eliminando l’uso di pesticidi sintetici.

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