Primo divieto per una missione mercenaria all’estero
Per la prima volta, la Svizzera ha vietato a una società attiva nel campo della sicurezza di effettuare una missione all’estero. La decisione si basa su una nuova legge adottata dal parlamento dopo il polverone sollevato a causa delle attività di alcune ditte di mercenari con sede in Svizzera.
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Dominik Meier, Radio SRF
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Schweiz stoppt erstmals Auslandeinsatz einer Söldnerfirma
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Ad essere colpita dalla misura è una società che voleva addestrare soldati in un paese straniero e fornire «sostegno logistico» alle forze armate locali. La decisione è stata presa poche settimane fa dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), sulla base delle nuove prescrizioniCollegamento esterno che riguardano le società di sicurezza.
Fulvio Massard, della Direzione politica del DFAE, ha confermato la notizia alla radio SRF: «Finora sono state effettuate cinque procedure di controllo e in un caso è stato pronunciato un divieto. Questo divieto riguarda un’attività nel campo del sostegno e della formazione di forze militari e di sicurezza». Il DFAE non ha comunicato il nome della società in questione e in quale Stato si sarebbe dovuta svolgere l’attività. Anche i motivi per cui è stato spiccato un divieto non sono stati resi noti.
Il DFAE può vietare quelle attività che mettono in pericolo la neutralità svizzera o che rischiano di violare i diritti umani. Lo stesso vale quando entrano in gioco elementi quali la sicurezza della Svizzera e i suoi obiettivi di politica estera.
La legge è entrata in vigore un anno fa. Da allora si sono annunciate 20 società per un totale di 200 missioni all’estero. Nella maggior parte dei casi si tratta di operazioni di protezione di persone o oggetti, oppure di spionaggio e controspionaggio.
Probabile aumento delle richieste
Il rappresentante del DFAE Fulvio Massard ritiene probabile che i casi da esaminare aumenteranno: «In questo momento siamo in contatto con diverse aziende per chiarire quali delle loro attività sottostanno alla legge. Per questo prevediamo un aumento delle notificazioni».
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