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Pesticidi omologati in emergenza: la nostra salute è a rischio?

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Helen James / SWI swissinfo.ch

La comparsa di nuovi infestanti e il graduale ritiro dei pesticidi più tossici costringono tutta Europa a ricorrere ad approvazioni temporanee di prodotti non autorizzati per far fronte alle epidemie.

Cavolini di Bruxelles presi d’assalto dalle mosche bianche, albicocche e prugne devastate dai moscerini della frutta e carote attaccate dagli afidi: è da due anni che agricoltrici e agricoltori svizzeri stanno attraversando un periodo difficile nel gestire le epidemie di parassiti. A loro disposizione vi sono poco più di 300 principi attivi, usati per produrre pesticidi di vario tipo.

Potrebbero sembrare molti, ma secondo l’Unione svizzera dei contadini dal 2005 a oggi ben 208 sostanze sono state stralciate dall’elenco dei prodotti fitosanitari autorizzati in Svizzera, perché si è scoperto che erano dannose per l’essere umano o per l’ambiente o semplicemente perché la richiesta di commercializzazione non è stata rinnovata. Nel solo periodo 2013-2022, 88 principi attivi sono stati ritirati (contro i nuovi 41 approvati nello stesso lasso di tempo).

Questo articolo è parte di una serie che esplora gli sviluppi dell’industria alimentare dal punto di vista delle consumatrici e dei consumatori. Nonostante sia un Paese piccolo, la Svizzera ha un peso notevole nel paniere alimentare globale. Vi hanno sede giganti agroalimentari come Nestlé e Syngenta, nonché aziende di primo piano dell’industria lattiero-casearia e della lavorazione del cioccolato. Il Paese si sta anche posizionando come polo delle tecnologie alimentari: conta numerose start-up e un incubatore specializzato, riuniti nella cosiddetta Swiss food and nutrition Valley. È inoltre il centro europeo di molte aziende attive nel commercio di materie prime alimentari come la soia, il cacao, il caffè e l’olio di palma.

“I ricercatori, le ricercatrici e le autorità si stanno concentrando perlopiù sul monitoraggio degli effetti sull’ambiente. A volte abbiamo la sensazione di essere stati dimenticati”, dichiara Nicolas Wermeille della commissione permanente Ricerca e divulgazione dell’Unione contadini.

Al contempo, circa 700 richieste per nuovi principi attivi sono in attesa di approvazione da parte delle autorità svizzere. La situazione è così critica che l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) è stato vieppiù costretto ad accordare la cosiddetta omologazione in situazione di emergenza, per l’uso temporaneo di prodotti non autorizzati.

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“Gran parte delle omologazioni in emergenza è necessaria per le nuove colture introdotte in Svizzera (come le noci e le nocciole) o a causa di parassiti migrati dall’estero quali la cocciniglia Pseudococcus comstocki, la Drosophila suzukii (moscerino dei piccoli frutti) o le cimici della famiglia dei Pentatomidi”, spiega il vicedirettore dell’Associazione svizzera frutta Edi Holliger.

E i rischi?

Se i prodotti fitosanitari autorizzati temporaneamente in Svizzera non rientrano nella categoria ad alto rischio, non si può dire lo stesso dell’Unione Europea. In gennaio, il Pesticide Action Network (PAN), una rete internazionale di organizzazioni non governative contro l’uso di pesticidi, ha rivelato che, tra il 2019 e il 2022, 14 di 24 prodotti vietati in UE hanno ottenuto un totale di 236 autorizzazioni di emergenza.

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Al di là dei pesticidi vietati, questo tipo di approvazione è stata accordata anche a prodotti agrochimici figuranti nella lista dei 77 “candidati alla sostituzione”, ossia che l’UE vuole mettere gradualmente fuori commercio non appena saranno individuate alternative più sicure. Per fare un esempio, i primi due fitosanitari elencati, l’1- metilciclopropene e l’aclonifen, sono stati autorizzati temporaneamente per 15, rispettivamente 14 volte in UE.

Ciò è fonte di preoccupazione, se consideriamo che l’86% dei cereali, l’87% degli ortaggi e il 56% della frutta fresca e secca importata in Svizzera nel 2022 veniva dall’Unione Europea. Secondo un’indagine dell’organizzazione svizzera di sviluppo solidale e sostenibile Public Eye “oltre il 10% degli alimenti importati testati dalle autorità nel 2017 contenevano residui di pesticidi vietati in Svizzera a causa dei loro effetti nocivi sulla salute o sull’ambiente”.

Dati dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) indicano inoltre che in quei test sono state rilevate tracce di 52 prodotti fitosanitari vietati. È anche per questo che l’iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici” del 2021 mirava a interrompere le importazioni di prodotti alimentari contenenti prodotti chimici nocivi. Ma sembra che i consumatori svizzeri siano preoccupati fino a un certo punto: l’iniziativa ha raccolto soltanto il 40% di consensi a livello nazionale.

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