Hervé Falciani: criminale o moderno Robin Hood?
Ha inferto un colpo decisivo a un segreto bancario che vacillava già da tempo. Numerosi Stati hanno incassato grazie a lui milioni di tasse. Dal punto di vista svizzero, è un criminale. Il ladro di dati Hervé Falciani si definisce ora come un whistleblower (informatore) e combattente contro l'evasione fiscale. In assenza dell'imputato, il Tribunale penale federale (TPF) ha rinviato lunedì mattina il suo processo al 2 novembre.
Falciani ha tenuto sulla corda governi di mezzo mondo, investigatori tributari e procuratori e consegnato alle autorità migliaia di evasori fiscali: spacciatori di droga, riciclatori di denaro, potentati, ma anche manager, popstar, sportivi, modelle, politici e pezzi grossi provenienti da tutto il mondo. Gran parte dell’opinione pubblica, soprattutto in Francia e in Spagna, lo considera un eroe.
Secondo l’atto d’accusaCollegamento esterno, pubblicato dalla SonntagsZeitung e da altri media, la Procura federale gli imputa spionaggio economico, acquisizione illecita di dati, violazione del segreto commerciale e violazione del segreto bancario. Reati per i quali rischia una pena detentiva.
Il suo processo, che doveva iniziare questo lunedì mattina a Bellinzona, è stato rinviato al 2 novembre. Il Tribunale penale federale (TPF) ha accolto la richiesta di un aggiornamento espressa del procuratore federale Carlo Bulletti a causa dell’assenza dell’accusato. Bulletti ha chiesto che Falciani sia presente al dibattimento, che si esprima e che si difenda. L’ex informatico della banca HSBC aveva da parte sua già pubblicamente annunciato che non si sarebbe presentato a Bellinzona perché non ha fiducia nel sistema giudiziario svizzero.
Hervé Falciani da tempo vive ormai sotto protezione della polizia in Francia. Quale cittadino con la doppia nazionalità italiana e francese non può essere estradato in Svizzera. Tramite i suoi legali, il 43enne ha già fatto sapere che non si presenterà in tribunale a Bellinzona. Molto probabilmente il processo verrà perciò aggiornato e solo successivamente se persisterà nel rifiuto di comparire, sarà giudicato in contumacia.
Sogno di una vita migliore
La vicenda inizia nell’autunno 2006 alla HSBC Private Bank Switzerland a Ginevra. Ad Hervé Falciani, che lavora dal 2004 come informatico presso la filiale ginevrina del gruppo bancario britannico, è affidato il compito di trasferire i dati dei clienti in un nuovo sistema. Un’enorme quantità di dati che l’italo-francese, il cui lavoro non è sottoposto a sorveglianza, copia parallelamente anche su un supporto privato.
A quel tempo, dopo un divorzio, Falciani vive insieme alla compagna e la loro figlia di un anno in un modesto appartamento a Ginevra. In Francia ha debiti con l’erario. A Ginevra ha anche un’amante: la libanese Georgina Mikhael, che da poche settimane lavora nel dipartimento IT della HSBC. Falciani le racconta dei dati bancari segretamente copiati e le propone di venderli per poi trasferirsi insieme in Libano con il ricavato e iniziare una nuova vita.
La coppia spicca il volo per il paese mediorientale nel 2008. A Beirut i due si rivolgono a diverse banche. Falciani si presenta sotto falso nome – Ruben al-Chidiack – e dice di aver pescato legalmente i dati da Internet. Tuttavia, nessuna banca abbocca. Alla Audi Bank, la coppia è ricevuta dalla direttrice della filiale, una cittadina elvetica che giudica fantomatica la storia dei due e segnala lo strano episodio all’Associazione svizzera dei banchieri SwissBanking.
Lucroso affare con i dati della LGT
Di ritorno a Ginevra, Falciani legge sul giornale che in Germania il Bundesnachritendienst (BND, servizi segreti tedeschi) ha acquistato dati rubati della banca del Liechtenstein LGT per 4,6 milioni di euro. Tra gli evasori fiscali pizzicati c’è Klaus Zumwinkel, l’ex presidente della Deutsche Post, arrestato il 14 febbraio 2008, sotto gli occhi delle telecamere.
Sempre spacciandosi per tale Ruben al-Chidiack, Falciani offre allora i dati che detiene al BND e ai servizi segreti britannici. Nonostante l’interesse, non va in porto alcun accordo. I britannici informano le autorità tributarie francesi.
Intanto, il caso LGT ha messo in stato d’allerta le banche svizzere. Lo “strano episodio” di Beirut appare ora sotto una luce diversa. Il caso è segnalato all’Ufficio federale di polizia a Berna, che avvia le indagini. Nel maggio 2008 il Ministero pubblico della Confederazione apre un procedimento penale. Ruben al-Chidiack resta introvabile fino al dicembre 2008. A quel momento è in contatto con ispettori del fisco francese, ai quali ha già consegnato un “campione” dei dati bancari in suo possesso.
Nel dicembre 2008 il Ministero pubblico della Confederazione interroga Georgina Mikhael, che frattanto aveva rotto la relazione con Falciani e lasciato la HSBC. La donna ammette di avere offerto dei dati alla Audi Bank. Nel frattempo la Procura federale elvetica aveva messo sotto sorveglianza il suo telefono. Falciani è identificato. Il suo ufficio presso la HSBC è perquisito.
Aiuto involontario
Durante l’interrogatorio Falciani nega tutto. Manca poco alla mezzanotte, sta per arrivare il Natale. L’indagato dice alla procuratrice federale che deve andare a casa dalla compagna e dalla figlioletta. La magistrata lo lascia andare, dicendogli che deve però tornare l’indomani. In seguito, la procuratrice metterà a verbale che a quel momento non c’erano sufficienti elementi per un arresto. Perché non lo abbia fatto pedinare, non si sa.
Falciani si precipita nel proprio appartamento, prende compagna e figlia e fugge velocemente nella vicina Francia. Il 26 dicembre consegna i dati rubati a un ispettore del fisco francese a Nizza. L’erario ha allora in mano l’elenco degli evasori fiscali, ma non può utilizzarlo in tribunale perché sono dati rubati.
Involontariamente sarà la Confederazione che consentirà alle autorità tributarie francesi di trovare una via d’uscita. In seguito a una domanda di assistenza giudiziaria svizzera, la polizia francese nel febbraio 2009 sequestra il computer di Hervé Falciani, nella casa di vacanza dei suoi genitori, vicino a Nizza. Esso contiene una copia dei file di dati. Questi possono essere esaminati anche in tribunale oggi perché, diversamente da quelli consegnati da Falciani all’ispettore fiscale, sono stati legalmente confiscati nell’ambito di una procedura ufficiale di assistenza giudiziaria.
Anche la Spagna ne approfitta
Ironia della sorte, senza la richiesta elvetica, la autorità francesi non avrebbero mosso un dito. Così, invece, a Nizza è dato il via a una grossa operazione. Circa un centinaio di tecnici ed esperti fiscali decriptano i dati. Falciani li aiuta. Dopo mesi di minuzioso lavoro, stendono un elenco con i dati di 106’682 persone e 20’129 aziende che detenevano un conto presso la HSBC a Ginevra, tra il novembre 2006 e il marzo 2007.
I dati sono trasmessi anche alle autorità tributarie di Spagna, Belgio, Gran Bretagna, India, Stati Uniti, Canada, Australia, Irlanda, Grecia e Argentina. Da quel momento, nel mondo sono avviati migliaia di procedimenti nei confronti di presunti frodatori fiscali.
Tra loro ci sono anche tipi loschi. Falciani si sente minacciato e nel 2013 prende una nave per andare in Spagna. A causa di un mandato di cattura internazionale spiccato dalla Svizzera, la polizia spagnola lo arresta nel porto di Barcellona. Falciani trascorre sei mesi in prigione e coopera con le autorità spagnole. Si stima che l’erario spagnolo abbia incassato almeno 300 milioni di euro grazie ai dati di Falciani.
L’8 maggio 2013 la Corte di giustizia spagnola respinge la domanda di estradizione in Svizzera. Nel maggio dell’anno seguente è sulla lista dei candidati del Partido X, vicino al movimento degli Indignados, al parlamento europeo. Senza successo. Falciani aveva sperato di ottenere così l’immunità parlamentare.
La sua versione, ma non ai giudici svizzeri
Da allora Falciani è tornato in Francia, dove vive sotto protezione della polizia. In numerose interviste televisive, talk show e in un libro racconta la sua versione dei fatti. A suo dire, è stata la sua ex amante, contro la quale è stato avviato il procedimento giudiziario, ad avere avuto l’idea di vendere i dati. Egli sostiene di non aver mai voluto venderli né di aver mai intascato soldi per questo, bensì di avere agito così per mostrare gli intrallazzi delle banche, che rendono possibile il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.
Un anno fa, Hervé Falciani proclamava ai quattro venti di volersi presentare dinanzi ai giudici ed esporre il suo punto di vista. Effettivamente vuole ancora presentare la sua versione, ma non in tribunale. Il 28 ottobre prossimo, terrà una conferenza stampa insieme al giornalista italiano Angelo Mincuzzi – con il quale ha scritto il libro “La cassaforte degli evasori” – al Casinò di Divonne, in Francia, a un tiro di schioppo dal confine con la Svizzera.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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