Caffè al bar aumenta di prezzo, mai così caro al nord della Alpi
(Keystone-ATS) Mai così caro il caffè al bar, perlomeno nella Svizzera tedesca: il Café crème (caffè lungo), la bevanda calda più gettonata nei ritrovi pubblici a nord delle Alpi, costava quest’anno in media 4,49 franchi, vale a dire 10 centesimi (+2%) in più che nel 2022.
E l’anno prossimo potrebbe aumentare ancora.
La progressione del 2023 è la più forte degli ultimi dieci anni e va ad aggiungersi a quella già elevata (9 centesimi) dell’anno scorso, ha indicato oggi CafetierSuisse, l’associazione dei ristoratori del ramo, sulla base di un sondaggio di 650 locali pubblici. Dal 2013 il caffè è diventato del 36% più caro.
In generale le zone rurali hanno prezzi sensibilmente inferiori a quelli delle città. Questo aspetto è per esempio ben visibile nei dati del canton Zurigo, che presenta la massiva varietà: il caffè meno caro era venduto a 3,00 franchi, quello più costoso a 6,50 franchi.
I rilevamenti dell’organizzazione di categoria sono in linea con quelli dell’Ufficio federale di statistica (UST) che per il 2023 (fino a ottobre) attesta il caffè (espresso, in questo caso) a 4,43 franchi, contro i 4,31 del 2022.
Intanto nel settore della ristorazione i costi – personale, energia, affitti – continuano a salire e il consumatore sarà quindi chiamato a passare ancora di più alla cassa. “Per garantire la redditività l’anno prossimo sarà probabilmente inevitabile un ulteriore sensibile aumento del prezzo della tazza di caffè”, affermano i vertici di CafetierSuisse in un comunicato. La crescita tariffaria nel 2023 è stata peraltro inferiore alle aspettative dell’organizzazione: “Per questo motivo non si possono escludere ulteriori e ancora più significativi aumenti di prezzo dal 5% al 15% nel 2024”.
Agli svizzeri bere il caffè comunque piace: con 1069 tazze per persona all’anno nel 2023 sono rimasti fra i primi consumatori a livello mondiale. Stando a CafetierSuisse, l’intero settore – dal commercio al consumo, passando dalle macchine, ecc. – genera circa l’1% del prodotto interno lordo del paese.