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CF: dazi Usa, rallentamento congiuntura svizzera ma nessun crollo

Keystone-SDA

I dazi introdotti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump porteranno a un netto indebolimento della congiuntura svizzera, ma non a un crollo.

(Keystone-ATS) È quanto ritiene il Consiglio federale che, durante la sua seduta odierna, si è soffermato sulle ripercussioni della politica doganale americana sull’economia elvetica. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana.

Gli Usa hanno posto in vigore dal 12 marzo 2025 nuovi dazi supplementari del 25% sui prodotti in acciaio e alluminio e dal 3 aprile del 25% sulle automobili. Inoltre, dal 5 aprile è in vigore un dazio forfettario aggiuntivo del 10% sulle importazioni da quasi tutti i Paesi, ricorda in una nota l’esecutivo.

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Attualmente alcuni beni sono esenti, in particolare la maggior parte dei prodotti farmaceutici. I dazi supplementari del 9 aprile, specifici per i singoli Paesi (+21% per la Svizzera), sono stati invece come noto sospesi per 90 giorni poco dopo l’entrata in vigore.

Considerati questi presupposti dinamici, le stime relative alle ripercussioni sull’economia svizzera sono caratterizzate da un’altissima incertezza, premette nella sua analisi il governo. La Confederazione non è comunque ora come ora più colpita di altri Stati.

È però lecito aspettarsi anche conseguenze indirette, dovute a un indebolimento della congiuntura mondiale e ad andamenti volatili dei mercati finanziari e dei tassi di cambio. La previsione è che l’attesa crescita del prodotto interno lordo (pil) dell’1,4% per l’anno in corso sarà in realtà più debole.

L’indennità per lavoro ridotto (ILR) è uno strumento collaudato con il quale si possono prevenire i licenziamenti dovuti a perdite di lavoro temporanee e inevitabili, ricorda poi il Consiglio federale.

Per fare chiarezza, oggi la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha informato gli organi d’esecuzione dell’assicurazione contro la disoccupazione che i nuovi dazi e quelli incombenti saranno riconosciuti come motivo per rivendicare un diritto all’ILR, a condizione che si tratti di imprese direttamente o indirettamente colpite e che siano soddisfatti tutti gli altri requisiti per gli aventi diritto.

Oltre a ciò, il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) si sta adoperando per presentare al più presto al governo la proroga della durata massima dell’ILR di 18 mesi (anziché 12), valida fino alla fine di luglio 2025. Un anno e mezzo corrisponde al valore massimo consentito dalla legislazione.

L’esecutivo conclude assicurando che, alla luce della volatilità degli sviluppi, la situazione viene costantemente monitorata. Ciò include un’analisi approfondita dell’eventuale necessità di intervenire e la valutazione di possibili misure di politica economica, qualora si rivelassero indispensabili.

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