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Cina: rogo in allevamento, 120 operai morti tra le fiamme

(Keystone-ATS) Un incendio è scoppiato stamattina in un impianto di macellazione di polli nel nord est della Cina: vi hanno perso la vita almeno 119 operai. Ma il bilancio dei morti potrebbe ancora salire, dal momento che non sono stati ritrovati tanti ritenuti dispersi.

Erano da poco passate le 6 del mattino quando si è consumata la tragedia del lavoro. In quel momento a Mishazi, nella città di Dehui, provincia nord orientale del Jiling, nella Jilin Baoyuan Poultry Company c’erano oltre 300 operai, per il cambio turno. Cento erano impegnati su una linea, altrettanti su un’altra. All’improvviso si è udito un forte scoppio, seguito da alte fiamme che hanno avviluppato la struttura prefabbricata di acciaio.

Tutti hanno cercato di scappare, alcuni sono rimasti schiacciati dai colleghi, altri non hanno avuto la possibilità di uscire dalla struttura il cui interno viene definito come “complicato”, con porte piccole e strette. Non solo: i cento che sono riusciti a scappare subito hanno trovato i cancelli esterni della fabbrica chiusi, riuscendo a trovare rifugio nel compound.

Tra i 54 feriti ricoverati in ospedale, diversi sono intossicati dal fumo nero, mentre altri hanno riportato ferite dovute alla fuga e alla calca. Le autorità hanno inviato 67 camion cisterna e oltre 500 pompieri che hanno spento l’incendio dopo sei ore. Ora sono tutti alla ricerca dei dispersi, il cui numero è sconosciuto.

Nata nel 2009, l’azienda conta oltre 1’200 impiegati e processa circa 67’000 tonnellate di prodotti di pollo l’anno. Non si conoscono ancora le origini dell’incendio. Per alcuni è stato dovuto da una fuga di ammoniaca che si è incendiata, per altri è scaturito dall’impianto elettrico, per alcuni le fiamme si sono propagate dagli spogliatoi del personale.

Su una cosa tutti sono d’accordo: le misure di sicurezza erano irrisorie. Alcuni responsabili della struttura sono stati portati via dalla polizia per interrogatori.

Trentatré persone sono morte lo scorso 20 maggio nello scoppio di una fabbrica di esplosivi nello Shandong; altri 28 hanno perso la vita in una miniera nel Sichuan lo scorso 11 maggio. Sempre in miniera, nel Jilin, 53 persone sono morte in due scoppi due mesi fa. Venerdì un grosso incendio ha distrutto una dei più grandi granai del nord est del paese, senza fare vittime.

Per le miniere, il governo ha obbligato i titolari a scendere con gli operai, obbligandoli così a misure di sicurezza migliori. Ma, molto spesso, i proprietari pagano sosia o sostituti e funzionari compiacenti, evitando così di mettere in regola gli impianti.

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