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Classe media non esisterà più, lo dice celebre economista

L'automazione distruggerà la classe media KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Anche in futuro ci saranno posti di lavoro, le macchine non li distruggeranno tutti: quello che non vi sarà però più è una classe media.

Lo sostiene l’economista inglese Adair Turner, che in passato è stato anche stato responsabile dell’autorità britannica di vigilanza dei mercati finanziari.

L’automatizzazione sostituirà sempre più attività, dapprima quelle più semplici e poi quelle più sofisticate, afferma il 63enne in un’intervista pubblicata oggi da “Tages-Anzeiger” e testate analoghe.

A suo avviso in futuro continueranno a sussistere impieghi. “Ma il progresso tecnologico farà sì che la sostanza e il reddito saranno divisi in modo ancora meno equo di oggi. Si andrà verso una società con poche persone che guadagneranno tanto”.

I forti redditi saranno generati soprattutto dalla proprietà immobiliare, perché questo è un bene che non può essere moltiplicato a livello industriale, e dalla proprietà intellettuale. L’offerta di lavoro sarà per contro dominata dai servizi con salari bassi, da attività scarsamente remunerate che non possono ancora essere automatizzate. “Una classe media non esisterà più”.

Ma come già profetizzato dall’economista americano Tylor Cowen contrariamente a quanto è avvenuto negli anni 20 del Novecento per le classi più disagiate non si prospetta la povertà assoluta: le persone mangeranno abbastanza, avranno un’assistenza medica di base e divertimenti a buon mercato. Lo scenario è quindi quello di un’aristocrazia di benestanti a fronte di una grande maggioranza di persone che guadagnerà poco e che passerà il tempo giocando online.

Secondo Turner il mondo politico ha difficoltà ad affrontare sfide che si dipanano sull’arco dei decenni. E si cercano risposte semplici a questioni complesse. “In materia di automazione viene sempre sostenuto che la formazione e la qualificazione saranno anche in futuro la garanzia per ottenere un buon lavoro: io non ci conterei”.

Per l’economista – che è membro della camera dei Lord – “anche i conservatori devono accettare il fatto che in un mondo lavorativo in larga parte automatizzato il mercato non retribuirà più in modo sufficiente la forza lavoro umana. Avremo perciò bisogno di leggi che fissano salari minimi ed eventualmente anche un reddito minimo”.

Turner non vede peraltro molto di buon occhio un reddito di base incondizionato: a suo avviso si tratta di una soluzione troppo semplice e sarebbe un segnale sbagliato. “Dobbiamo creare una società che promuova il lavoro sensato e che di conseguenza lo paghi bene”. Molto meglio secondo l’esperto sarebbe che lo stato fissi stipendi minimi.

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