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Commissione federale media chiede regolamentazione streaming

La radio e la televisione devono far fronte alla concorrenza supplementare di servizi di streaming KEYSTONE/AP/MATT ROURKE sda-ats

(Keystone-ATS) La regolamentazione del settore audiovisivo deve essere estesa ai servizi di streaming. È quanto raccomanda la Commissione federale dei media (COFEM) in un rapporto pubblicato oggi.

La COFEM ritiene che il giornalismo, quale “strumento importante per la democrazia”, debba essere sostenuto, indipendentemente dal canale di distribuzione.

Stando al documento, la digitalizzazione sta sconvolgendo il settore dei media, le abitudini del pubblico e il funzionamento della democrazia. I media sono oggi sempre più consultati su Internet e supporti mobili.

La radio e la televisione devono far fronte alla concorrenza supplementare di servizi di streaming quali Netflix e Spotify. Un numero sempre maggiore di persone consultano i contenuti dei mezzi di comunicazione su piattaforme come Facebook, TikTok o YouTube e non più direttamente sui siti, sulle applicazioni o sui canali radiotelevisivi.

Regolamentare lo streaming

Le piattaforme di streaming accrescono la concorrenza e la varietà dell’offerta, in particolare nel settore del divertimento, ma non sono sottoposte alle stese regole del settore audiovisivo. Per ragioni di equità, la COFEM chiede quindi che la regolamentazione esistente sia estesa a tali servizi.

In Svizzera, il Messaggio sulla cultura del Consiglio federale prevede una revisione della legge sul cinema. Come nell’UE, i servizi di streaming dovrebbero in futuro fissare una quota del 30% di contenuti europei. Inoltre, dovrebbero investire il 4% del loro reddito lordo nella realizzazione di film svizzeri. La COFEM sostiene tali proposte.

Per la commissione, la SSR continuerà ad aver bisogno di un finanziamento stabile, nonché di un mandato di prestazioni che l’obbligano a diffondere produzioni proprie. Programmi d’informazione, di educazione e di cultura devono pure essere garantiti.

Di fronte all’offerta di piattaforme come Netflix, i canali svizzeri possono profilarsi in particolare con realizzazioni proprie, sottolinea la COFEM, anche se queste hanno un costo non indifferente. Oltre a sviluppare la propria offerta, i diffusori elvetici potrebbero tentare di mettere loro produzioni su servizi di streaming come Netflix e Spotify.

Aiuto al giornalismo

La COFEM preconizza inoltre un aiuto diretto – indipendente dallo Stato – all’innovazione e al giornalismo affinché quest’ultimo possa ancora essere finanziato in futuro. Le funzioni di informazione e di analisi del giornalismo devono essere mantenute.

Tale sostegno a un giornalismo “rilevante per la democrazia” dovrebbe essere concesso a prescindere dal canale di diffusione. Per finanziarlo, si potrebbe prevedere una tassa sugli introiti pubblicitari proveniente dalle piattaforme e dalle finestre pubblicitarie televisive.

La COFEM propone inoltre di aiutare i media incoraggiando l’innovazione, ad esempio sostenendo progetti quali lo sviluppo di offerte e di algoritmi moderni. Potrebbe essere introdotto anche un aiuto indiretto per le infrastrutture.

Accanto alle sovvenzioni pubbliche, sono pure preconizzati incitamenti fiscali per donazioni ai media e deduzioni fiscali per gli abbonamenti a prodotti redazionali.

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