Couchepin critica Karin Keller-Sutter per le sue parole su Vance
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L'ex consigliere federale Pascal Couchepin critica la collega di partito e presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter per le sue parole di approvazione del discorso tenuto venerdì dal vicepresidente americano J.D. Vance alla conferenza di Monaco di Baviera.
(Keystone-ATS) “Karin Keller-Sutter è un’eccellente consigliera federale, ma ha poco interesse per la filosofia liberale”, afferma il politico PLR in dichiarazioni riportate oggi dal SonntagsBlick. “In una democrazia si hanno degli avversari, ma non un nemico interno, come sostiene il vicepresidente americano”.
“Il liberalismo è più di una dottrina economica”, argomenta l’82enne in governo dal 1998 al 2009. “Il liberalismo pensa a lungo termine, apprezza il valore delle istituzioni, non butta tutto a mare da un giorno all’altro né minaccia con i dazi. Al momento non vedo un atteggiamento liberale a Washington, ma una faccia dell’America con tratti imperialisti”.
Il vero nemico dell’Europa – è stato il succo del discorso di Vance – non sono né la Cina né la Russia, ma è all’interno, in quei governi che non ascoltano i loro popoli e, anzi, reprimono le voci dissenzienti, portando a una vera e propria ritirata della libertà d’espressione, nell’Ue come in Gran Bretagna.
Secondo Keller-Sutter – che si è espressa ieri in un’intervista a Le Temps – “è stato un discorso molto liberale, in un certo senso molto svizzero quando ha detto che bisogna ascoltare il popolo”. E ancora: “Ha parlato di valori che dobbiamo difendere e che condividiamo, come la libertà e la possibilità per il popolo di esprimersi. È stato un appello alla democrazia diretta. Si può leggere come tale”.
Le parole della responsabile del Dipartimento federale delle finanze non hanno mancato di provocare reazioni. “Vance vede il problema in Europa e non in Putin, Vance sta cercando di minare i principi dello stato di diritto: è pericoloso per la Svizzera assecondare Trump in questo modo”, argomenta la presidente dei Verdi Lisa Mazzone, citata dal SonntagsBlick.
Anche il presidente del Centro Gerhard Pfister si smarca. “Con tutto il rispetto per il presidente della Confederazione non vedo molto di veramente liberale nel discorso del vicepresidente statunitense”, osserva il 62enne sul servizio di messaggistica breve X. “Negli Stati Uniti non ci sono né democrazia diretta né governi di coalizione”.