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Allarme per i ghiacciai

Il ghiacciaio di Grindenwald si scioglie con una rapidità mai vista swissinfo.ch

Mentre a Milano è in corso un vertice sull'ambiente, il WWF avverte: i ghiacciai di tutta la terra si sciolgono in maniera allarmante.

Se i governi non reagiranno tempestivamente, ammonisce l’organizzazione di difesa dell’ambiente, le riserve di acqua dolce si ridurranno con conseguenze fatali per miliardi di persone.

In occasione della nona Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, il WWF ha realizzato uno studio sugli effetti del surriscaldamento del pianeta sui ghiacciai.

Drammatica la conclusione dell’organizzazione: se la temperatura dovesse aumentare di quattro gradi centigradi in questo secolo, la gran parte dei ghiacciai scomparirà. Le conseguenze catastrofiche per tutta l’umanità sono già certe, visto che i ghiacciai conservano il 70% delle riserve di acqua dolce.

Inoltre il disgelo porterebbe ad un innalzamento del livello dei mari, sommergendo ampie zone di terra costiera.

La riserva idrica europea

«La Svizzera è spesso chiamata il ‘castello dell’acqua’ europeo – afferma Martin Grosjean, glaciologo dell’Università di Berna – perché i ghiacciai delle sue Alpi sono dei grandi serbatoi di acqua potabile».

«I ghiacciai sono inoltre un indicatore fondamentale del ciclo dell’acqua – continua l’esperto – e ci permettono di prevedere con un certo anticipo i cambiamenti che si susseguono attraverso le stagioni. La questione è sapere come la società saprà far fronte a lungo termine al razionamento d’acqua».

I ghiacciai svizzeri si stanno ritirando ormai da 150 anni, dunque dalla fine dell’ultima «piccola glaciazione» avvenuta nel XIX secolo. Da allora, sono scomparsi cento ghiacciai.

«Ma dal 1970 osserviamo che il disgelo dei ghiacci eterni è in accelerazione», afferma ancora Grosjean. «Negli ultimi 500 anni non si era mai visto un ritmo tanto sostenuto».

Se i ghiacciai alpini dovessero sparire completamente, il livello dei fiumi europei calerebbe considerevolmente. Nei mesi di giugno e luglio, circa la metà dell’acqua che scorre nel Reno proviene dallo scioglimento dei ghiacci in alta montagna.

Un livello insufficiente dei maggiori corsi d’acqua metterebbe inoltre in pericolo i sistemi di irrigamento e ostruirebbe le vie di comunicazione acquatiche.

Surriscaldamento climatico

Gli specialisti dell’ambiente sono ormai sicuri che il ritiro dei ghiacciai è da ricondurre al surriscaldamento del pianeta. «Siamo convinti che il clima sta cambiando», afferma Patrick Hofstetter, climatologo attivo per il WWF.

«La temperatura nell’arco alpino aumenta anche più che altrove – continua Hofstetter – dunque i ghiacciai svizzeri sono particolarmente vulnerabili».

La minaccia che incombe è utilizzata dal WWF per far pressione sulle autorità elvetiche. Si chiedono regole più severe per limitare l’emissione di diossido di carbonio, ritenuto tra i responsabili del surriscaldamento globale del pianeta.

«I ghiacciai sono l’esempio più lampante di quanto sta accadendo – continua Hofstetter – ma ci sono altre conseguenze pericolose che non sono altrettanto visibili».

«Il ‘permafrost’, il ghiaccio perenne che consolida le pendici delle montagne, si sta sciogliendo in numerosi punti, provocando delle frane. È possibile che alcune vallate delle Alpi debbano venir abbandonate dalla popolazione».

Dal ghiaccio alla roccia

Una visita al ghiacciaio che sovrasta la località di Grindelwald permette di vedere con i propri occhi come la geologia alpina sia cambiata negli ultimi anni.

Nel XVIII e XIX secolo, il ghiacciaio era un’attrazione turistica per le sue dimensioni impressionanti. Gli ultimi lembi di ghiaccio raggiungevano praticamente il villaggio.

«Il ghiacciaio era anche un affare: la popolazione tagliava il ghiaccio in cubi e lo inviava a Parigi per raffreddare esclusivi cocktails», ricorda Martin Grosjean. Ma oggi la lingua del ghiaccio si è ritirata di numerose centinaia di metri e ha lasciato lo spazio ad una pietraia che piano piano si ricopre di vegetazione.

Anche la popolazione locale si preoccupa. Fra questi c’è la guida alpina Hans Lohner che per oltre 40 anni ha accompagnato gli alpinisti sulle pendici della montagna: «Nei primi decenni della mia attività era semplice salire sul ghiacciaio ma adesso, oltre ad essersi ritirato, ha perso la sua compattezza ed è molto pericoloso. Ci si avventurano solo degli arrampicatori esperti».

Cambiare o rischiare

I climatologi considerano lo scioglimento dei ghiacciai come un segnale d’allarme per il clima. In molti affermano che non si potrà ignorare a lungo questo messaggio.

«In futuro dovremo riflettere di più su quando e come utilizzare le nostre automobili, sul dove costruire le nostre case e così avanti – afferma Martin Grosjean – e sicuramente, a medio termine, dovremo ripensare il nostro consumo di carburanti fossili»

«Gli scienziati possono indicare le conseguenze, ma in definitiva è la società a dover scegliere di cambiare. Quale prezzo vogliamo pagare in termini di danni ambientali? E quali rischi vogliamo accollarci?», conclude il glaciologo.

 

A Milano, si svolge dal 1° al 12 dicembre la nona Conferenza sui cambiamenti climatici.

119 paesi, tra cui la Svizzera, hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, che fissa obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per i paesi industrializzati.

Affinché il Protocollo diventi vincolante, è necessaria la ratifica da parte della Russia, grande produttrice di gas nocivi.

La delegazione svizzera è condotta da Philippe Roch, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente.

Oltre 100 ghiacciai sono scomparsi in Svizzera dal 1850
Dal 1970 si nota un’accelerazione del disgelo
Il 5-6% della superficie elvetica è ricoperto dai ghiacci eterni
I climatologi ritengono i ghiacciai un importante indicatore dei cambiamenti climatici

Daniele Papacella

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