Il ritorno tra le Alpi di un uccello diventato un fantasma
Il più grande uccello dell’arco alpino, il gipeto barbuto era stato sterminato nel XIX° secolo in molti paesi. Dagli anni ’80 questo avvoltoio viene reintrodotto in Svizzera, Italia, Francia e Austria, ma rimane una specie vulnerabile.

Ho una vasta esperienza come giornalista che lavora in Svizzera e mi piace produrre video, articoli e podcast su una serie di argomenti, ultimamente incentrati soprattutto su politica e ambiente. Nata nel Regno Unito, ho studiato legge all'Università di Nottingham, poi ho frequentato il primo college di giornalismo radiofonico post-laurea a Londra. Dopo aver lavorato come giornalista radiofonica nel Regno Unito e poi in Svizzera dal 1984 al 1995, sono tornata nel Regno Unito per completare un diploma post-laurea in cinema alla Bournemouth Film School. Da allora lavoro come giornalista video.

Non contenta di occuparsi dei fatti suoi, Susan ha studiato giornalismo a Boston per avere la perfetta scusa di mettersi nei panni degli altri. Quando non scrive, presenta e produce podcast e video.
-
EnglishenThe bone-picker that was a ghost in Switzerland originaleDi più The bone-picker that was a ghost in Switzerland
-
DeutschdeDer Knochenfresser, der in der Schweiz ein Gespenst warDi più Der Knochenfresser, der in der Schweiz ein Gespenst war
-
EspañolesEl regreso a los Alpes de un ave, otrora “fantasma”Di più El regreso a los Alpes de un ave, otrora “fantasma”
-
РусскийruСамая большая птица Альп снова в ШвейцарииDi più Самая большая птица Альп снова в Швейцарии
Oggi nell’arco alpino vi sono circa 200 gipeti barbuti, di cui una dozzina di coppie di riproduttori in Svizzera. Questa specie era completamente scomparsa alla fine del XIX° secolo: i gipeti sono stati deliberatamente decimati e infine sterminati per ignoranza e per ragioni di concorrenza, ricorda l’Istituto ornitologico svizzero.
Ai tempi si pensava che questi volatili, con un’apertura alare di 2,5 – 2,8 metri, fossero dei grandi predatori, capaci addirittura di portar via agnelli e altri animali domestici di piccola taglia. Venivano perfino chiamati “avvoltoi degli agnelli”.
In realtà, i gipeti si nutrono delle carcasse, in particolare delle ossa e del midollo osseo, di ungulati selvatici, come camosci o stambecchi, come pure di animali da allevamento, come bovini o ovini, abbandonati morti al pascolo.
“È fantastico osservarli perché sono molto curiosi – a volte volano da cinque a dieci metri sopra la testa!”, dichiara Raphaël Arlettaz, responsabile della biologia della conservazione presso l’Università di Berna e appassionato di gipeti barbuti. “Bisogna immaginarsi un uccello con un’apertura alare di quasi tre metri che vola a così poca distanza. Penso che ogni svizzero dovrebbe viverlo una volta nella sua vita, e non dimenticherà mai che cos’ è un gipeto barbuto”.
(Video: SRF/swissinfo. ch/jh)
Articoli più popolari

Altri sviluppi
Scansioni precise del terreno fanno della Svizzera una miniera d’oro per l’archeologia

Altri sviluppi
Perché i dazi di Trump colpiscono così duramente la Svizzera?

Altri sviluppi
Guerra commerciale di Trump, Europa e Svizzera guardano al Mercosur

Altri sviluppi
I ricchi statunitensi cercano rifugio da Donald Trump nelle banche svizzere

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.