Il ritorno tra le Alpi di un uccello diventato un fantasma
Il più grande uccello dell’arco alpino, il gipeto barbuto era stato sterminato nel XIX° secolo in molti paesi. Dagli anni ’80 questo avvoltoio viene reintrodotto in Svizzera, Italia, Francia e Austria, ma rimane una specie vulnerabile.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
Julie ha lavorato come reporter radiofonica per la BBC e per radio indipendenti in tutto il Regno Unito prima di arrivare a Radio Svizzera internazionale, diventata poi swissinfo.ch, come produttrice. Dopo la scuola di cinema ha lavorato come realizzatrice cinematografica indipendente. È a swissinfo.ch dal 2001.
Non contenta di occuparsi dei fatti suoi, Susan ha studiato giornalismo a Boston per avere la perfetta scusa di mettersi nei panni degli altri. Quando non scrive, presenta e produce podcast e video.
Oggi nell’arco alpino vi sono circa 200 gipeti barbuti, di cui una dozzina di coppie di riproduttori in Svizzera. Questa specie era completamente scomparsa alla fine del XIX° secolo: i gipeti sono stati deliberatamente decimati e infine sterminati per ignoranza e per ragioni di concorrenza, ricorda l’Istituto ornitologico svizzero.
Ai tempi si pensava che questi volatili, con un’apertura alare di 2,5 – 2,8 metri, fossero dei grandi predatori, capaci addirittura di portar via agnelli e altri animali domestici di piccola taglia. Venivano perfino chiamati “avvoltoi degli agnelli”.
In realtà, i gipeti si nutrono delle carcasse, in particolare delle ossa e del midollo osseo, di ungulati selvatici, come camosci o stambecchi, come pure di animali da allevamento, come bovini o ovini, abbandonati morti al pascolo.
“È fantastico osservarli perché sono molto curiosi – a volte volano da cinque a dieci metri sopra la testa!”, dichiara Raphaël Arlettaz, responsabile della biologia della conservazione presso l’Università di Berna e appassionato di gipeti barbuti. “Bisogna immaginarsi un uccello con un’apertura alare di quasi tre metri che vola a così poca distanza. Penso che ogni svizzero dovrebbe viverlo una volta nella sua vita, e non dimenticherà mai che cos’ è un gipeto barbuto”.
(Video: SRF/swissinfo. ch/jh)
Articoli più popolari
Altri sviluppi
Quinta Svizzera
Svanita nel nulla in Ticino una tonnellata e mezza di oro
Care e cari svizzeri all’estero, quali difficoltà avete incontrato quando il vostro o la vostra coniuge di nazionalità straniera ha chiesto il passaporto elvetico?
Dopo diversi anni di matrimonio con un cittadino o una cittadina svizzera avete intrapreso una procedura di naturalizzazione. Raccontateci la vostra esperienza!
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Un occhio tecnologico a protezione degli uccelli
Questo contenuto è stato pubblicato al
«Riesce a individuare uno sciame di zanzare a cinque chilometri di distanza». Urs Seiffert, responsabile del progetto Swiss Birdradar, non ha dubbi sulla potenzialità del suo apparecchio. A interessarlo non sono però gli insetti, bensì gli uccelli migratori che due volte all’anno sorvolano la Svizzera. «Si tratta di decine di milioni di esemplari che si…
Questo contenuto è stato pubblicato al
È una lotta tra predatori le cui conseguenze peseranno su tutto il pianeta. Quella che stiamo vivendo è la sesta estinzione di massa della Terra, sostengono diversi ricercatori, per i quali la causa del disastro è chiara: l’uomo. La pressione umana sugli ecosistemi ha raggiunto livelli tali, che diverse specie predatorie – tra cui il…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il lieto evento è avvenuto nei Grigioni, nella zona del passo del Forno, tra la Valle Monastero e il parco nazionale: a 2500 metri di altitudine una coppia sta nutrendo il piccolo nel nido. L’uovo si è schiuso probabilmente a fine marzo. “Abbiamo visto solo i genitori che lo nutrivano”, spiega Chasper Buchli, della Fondazione…
“Spero che troveremo un modo per convivere con l’orso”
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera dovrebbe fare di più per proteggere la biodiversità, afferma Raphaël Arlettaz, a capo del dipartimento di biologia della conservazione all’università di Berna.
Questo contenuto è stato pubblicato al
«L’obiettivo di ricreare una popolazione autonoma di gipeti barbuti nelle Alpi svizzere, italiane e francesi è stato raggiunto», ha affermato martedì Chaspar Buchli in occasione di una conferenza stampa dell’Associazione Pro gipeto. Se gli uccelli attualmente presenti si riprodurranno normalmente e una decina di giovani gipeti sopravvivranno ogni anno, ha spiegato l’esperto, non sarà necessario…
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.