Gli animalisti radicali alzano il livello dello scontro
L'incendio doloso di una casa appartenente a Daniel Vasella, direttore dell'azienda farmaceutica Novartis, e la profanazione della tomba di sua madre hanno destato grande scalpore in Svizzera.
La casa di vacanza di Vasella nel Tirolo è stata gravemente danneggiata il 3 agosto da un incendio di origine dolosa. Una settimana prima, la tomba di sua madre era stata profanata da militanti per i diritti degli animali.
L’urna contenente le sue ceneri è stata asportata e la lapide coperta con scritte che ingiungono alla Novartis di rompere i suoi legami con la britannica Huntingdon Life Sciences (HLS), la maggior azienda europea nell’ambito dei test sugli animali.
Fonti di polizia hanno riferito che la settimana scorsa un’altra tomba della famiglia Vasella è stata oggetto di vandalismo. Sulla lapide è stata tracciata con lo spray la scritta «Abbandonate subito HLS», mentre nel suolo sono state conficcate due croci di legno.
La polizia non ha tuttavia confermato se sulle due croci comparissero i nomi di Daniel Vasella e di sua moglie, come scritto in precedenza da alcuni media. Novartis ha inoltre fatto sapere che, circa tre settimane fa, frasi ostili alla compagnia basilese e al suo direttore sono state scritte anche sui muri della chiesa di Risch, il villaggio della Svizzera centrale dove risiede la famiglia Vasella.
Animalismo militante
I recenti atti di vandalismo sembrano portare il marchio dell’organizzazione britannica Stop Huntingdon Animal Cruelty (Stop alla crudeltà della Huntingdon contro gli animali – SHAC), che negli ultimi mesi avrebbe preso di mira – secondo la stampa – sedi della Novartis in Francia, incendiando delle automobili e un centro sportivo appartenenti all’azienda.
In una presa di posizione inviata martedì sera a swissinfo.ch, la SHAC ha tuttavia negato qualsiasi coinvolgimento negli atti di vandalismo e ha ricordato di avere «migliaia» di simpatizzanti in tutto il mondo che «sostengono i nostri obiettivi». Ha inoltre aggiunto che la sua campagna contro la Novartis continuerà «finché non interromperanno la loro collaborazione con HLS».
«Per il momento non possiamo stabilire una connessione chiara con SHAC, ma le azioni sembrano corrispondere a uno schema che abbiamo già visto in passato», ha dichiarato dal canto suo a swissinfo.ch Jürg Bühler, direttore del Servizio per l’analisi e la prevenzione, il servizio d’informazioni interno civile e di polizia della Svizzera.
I servizi di sicurezza elvetici hanno registrato in anni recenti un aumento dei casi di violenza legati alla lotta per i diritti degli animali. Secondo l’Ufficio federale di polizia, nel 2007 un sesto dei casi di estremismo violento era collegato all’attività di animalisti militanti.
Stando a Jürg Bühler, l’attivismo in favore dei diritti degli animali è presente in Svizzera da molti anni, con episodi che risalgono agli anni Novanta del secolo scorso, «ma senza lo stesso impatto e la stessa struttura».
Estremismo violento
«Il Fronte di liberazione degli animali liberava animali tenuti in cattività, per esempio negli allevamenti di conigli. Naturalmente causavano qualche danno alle proprietà, ma non avevano le caratteristiche di un gruppo estremista violento e organizzato», afferma.
«Solo a metà del decennio attuale [l’animalismo radicale] ha raggiunto in Svizzera un maggiore grado di organizzazione, in corrispondenza con le prime attività della SHAC ».
Si tratta di terrorismo? «Non secondo la definizione svizzera di terrorismo e di estremismo violento. Il terrorismo è diretto essenzialmente contro lo stato e la società – con l’obiettivo di far crollare l’intero sistema», dice Bühler.
«L’estremismo violento si concentra su problemi e questioni circoscritte. Talvolta ricorre agli stessi metodi utilizzati dal terrorismo, ma persegue altri scopi».
Bühler aggiunge che i suoi servizi hanno osservato dalla scorsa primavera un’intensificazione delle attività militanti, dirette soprattutto contro la Novartis. Identificare i potenziali bersagli risulta però a suo avviso particolarmente difficile «specialmente con le risorse limitate di cui disponiamo in Svizzera per monitorare questi gruppi».
Consenso sugli esperimenti
L’animalismo militante potrebbe mettere sotto pressione gli scienziati che ricorrono ai test sugli animali? Secondo Denis Duboule, esperto di genetica evolutiva di fama mondiale, professore all’Università di Ginevra, non è il caso.
«Direi piuttosto il contrario: gli scienziati si sono impegnati a fondo negli ultimi 15 anni per migliorare le condizioni di lavoro, la legislazione e il rispetto per gli esperimenti sugli animali. Certo, è anche il risultato delle pressioni degli animalisti, ma gli scienziati hanno fatto la loro parte», dice a swissinfo.ch.
«Credo che il risultato sia un consenso piuttosto ampio da parte dell’opinione pubblica nei confronti del ricorso degli scienziati a esperimenti sugli animali, purché lo facciano ai fini della ricerca medica e nel quadro di una regolamentazione molto rigida».
Il problema a suo avviso è paradossalmente proprio questo: a causa del diffuso consenso verso i test sugli animali, gli attivisti che mirano al loro divieto assoluto devono alzare il livello dello scontro – «è per questo che si stanno verificando azioni piuttosto isolate ma molto visibili».
Da parte loro, le associazioni animaliste svizzere, quali la Protezione svizzera degli animali e Vier Pfoten (Quattro zampe), hanno condannato gli atti di vandalismo, definendoli «controproducenti». Erwin Kessler, dell’Associazione contro le fabbriche di animali, si è limitato a dichiarare: «Non ho nulla a che fare con queste cose e quindi non ho nulla da dire».
Ondata di estremismo?
Secondo Jürg Bühler, è difficile dire se la serie di attacchi contro la Novartis sia il preludio a un’ondata di estremismo violento. «Potrebbe avere l’effetto di calmare le acque, vista la reazione negativa dell’opinione pubblica. Il furto delle ceneri di una persona è un atto che ha suscitato un netto rifiuto. E anche nei media non c’è stata molta comprensione per un atto del genere», osserva.
«Potrebbe però anche avere l’effetto contrario. Gli attivisti potrebbero dirsi: ‘Ora abbiamo ottenuto una grande attenzione e dobbiamo continuare la lotta perché difendiamo una giusta causa’. Perché è certo che sono assolutamente convinti di aver ragione».
La polizia e le aziende che potrebbero ancora entrare nel mirino degli animalisti militanti sono ben coscienti della situazione, assicura Bühler. È però impossibile proteggere ogni singolo bersaglio potenziale. «La cosa più importante è ora che le autorità inquirenti riescano a identificare gli autori di questi crimini e che li traducano davanti a un tribunale».
Thomas Stephens, swissinfo.ch
(traduzione dall’inglese e adattamento: Andrea Tognina)
Nel 2005 in Svizzera sono stati utilizzati per degli esperimenti scientifici 550’505 animali.
Rispetto al 2004, l’aumento è stato del 10,6%, un aumento dovuto soprattutto all’impiego di topi modificati geneticamente.
Nello stesso anno sono state rilasciate 2’414 autorizzazioni per esperimenti su animali, lo stesso numero dell’anno precedente.
Gli esperimenti hanno riguardato anche 408 primati.
In Svizzera non si testano prodotti cosmetici sugli animali.
Stando alle direttive dell’Accademia svizzera delle scienze mediche e dell’Accademia svizzera delle scienze naturali, i ricercatori devono dimostrare la necessità di ogni esperimento condotto sugli animali e sono tenuti a ponderare se è giustificato da un punto di vista etico.
La ponderazione etica rientra nella responsabilità del singolo ricercatore, ma deve essere sostenibile di fronte ai vari enti che autorizzano gli esperimenti e all’opinione pubblica.
Inoltre gli animali hanno il diritto al rispetto della loro dignità, delle loro caratteristiche, dei loro bisogni e del loro comportamento.
Ogni esperimento che causi paura o stress all’animale è considerato un attentato alla sua dignità e può essere dunque giustificato solo se sull’altro piatto della bilancia etica sono posti argomenti molto forti, p. es. una ricerca che promette di salvare vite umane.
La Commissione federale per gli esperimenti sugli animali presta consulenza alle autorità federali, e in particolare all’Ufficio federale di veterinaria, su tutto quanto riguarda la sperimentazione sugli animali.
È inoltre a disposizione dei cantoni per questioni di principio e casi controversi.
La Commissione federale d’etica per la biotecnologia nel settore non umano offre la sua consulenza alle autorità federali in ambito legislativo e nell’esecuzione di atti normativi relativi alla biotecnologia da un punto di vista etico.
Può anche pronunciarsi autonomamente sugli aspetti etici di questioni scientifiche e sociali e formulare raccomandazioni all’attenzione delle autorità esecutive e legislative.
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