La Svizzera potrebbe diventare parte di un esodo di massa dall’Accordo di Parigi?

Dopo la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall'accordo sul clima di Parigi, l'Unione democratica di centro, il principale partito politico svizzero, ha presentato una richiesta simile. Anche la Confederazione potrebbe ritirarsi dal patto globale sul clima? Ecco cosa c'è da sapere.
A poche ore dal suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritirare per la seconda volta gli Stati Uniti – il secondo maggior emettitore al mondo di gas serra – dall’Accordo di Parigi, dopo averlo fatto in precedenza durante il suo primo mandato. Il processo di ritiro dura un anno.
L’UDC segue Trump sull’Accordo di Parigi
Dopo che il 9 febbraio il popolo svizzero ha respinto a stragrande maggioranza l’“iniziativa per la responsabilità ambientale”, l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) ha rilasciato una dichiarazioneCollegamento esterno per celebrare il risultato e chiedere che anche la Confederazione si ritiri dall’Accordo di Parigi.
In un’intervista alla Radiotelevisione della Svizzera romanda RTSCollegamento esterno, il presidente del partito Marcel Dettling ha spiegato che non si tratta di una provocazione e che l’Esecutivo potrebbe semplicemente compiere il passo in autonomia. “Il Governo svizzero ha ratificato questo accordo senza interpellare il Parlamento o il popolo. Può quindi decidere altrettanto autonomamente di ritirarsene”, ha dichiarato.
Un portavoce dell’UDC ha confermato a SWI swissinfo.ch l’intenzione di presentare una mozione in Parlamento.
In risposta alla notizia, Simone de Montmollin, parlamentare del Partito liberale radicale (PLR, destra), ha dichiarato alla RTS: “Dobbiamo unirci e sostenere fermamente l’Accordo di Parigi. È importante per ognuno di noi [in Svizzera], ma anche per tutti gli abitanti del pianeta. E non lo metteremo in discussione”.
Qual è la posizione del Governo elvetico sul ritiro dall’accordo?
Nonostante sia un membro dell’UDC, il ministro dell’ambiente svizzero Albert Rösti respinge la richiesta del suo partito.
“Il ‘no’ degli elettori svizzeri [il 9 febbraio] non è certamente un ‘no’ alla protezione dell’ambiente”, ha dichiarato alla stampa, aggiungendo che l’elettorato ha votato recentemente a favore dell’Accordo di Parigi.
Nel giugno 2023, il 60% dell’elettorato ha approvato la nuova legge sul clima e l’innovazioneCollegamento esterno, che mira ad accelerare il passaggio del Paese dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e a raggiungere le emissioni zero entro il 2050.
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La Svizzera si appresta ad approvare una legge sul clima a zero emissioni
“La popolazione ha chiaramente approvato questa legge e si è quindi impegnata a rispettare gli obiettivi climatici di Parigi”, ha dichiarato Rösti a Nau.chCollegamento esterno.
“Non sto dicendo che il mio partito ha torto”, ha detto Rösti alla RTS. “È una richiesta che un partito può fare al Parlamento. Ma il mio dovere di ministro è quello di attuare le decisioni popolari. E una di queste decisioni è la decarbonizzazione”.
Il sistema giuridico e politico svizzero consentirebbe in teoria alla Svizzera di ritirarsi dall’Accordo di Parigi? Se sì, come?
Ai sensi dell’articolo 28 dell’Accordo di ParigiCollegamento esterno, ogni parte è libera di ritirarsi dall’accordo tre anni dopo la sua entrata in vigore sul proprio territorio – per la Svizzera questo è possibile dal 7 ottobre 2020.
Ma gli esperti legali elvetici respingono le dichiarazioni di Dettling e sostengono che il Governo non può ritirarsi dal trattato di propria iniziativa.
“L’Accordo di Parigi è stato ratificato dal Consiglio federale solo nel 2017, dopo l’approvazione parlamentareCollegamento esterno avvenuta all’inizio dello stesso anno. Di conseguenza, il Consiglio federale non può porre fine a questo accordo da solo. Il Parlamento federale dovrebbe autorizzarne la cessazione. L’onorevole Dettling si sbaglia quindi sotto due aspetti”, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch Jörg Künzli, professore di diritto costituzionale e internazionale all’Università di Berna.
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La Svizzera ratifica l’accordo internazionale sul clima
L’approvazione del patto internazionale sul clima è stata anche sottoposta a un referendum facoltativoCollegamento esterno, in cui la popolazione elvetica ha avuto la possibilità di contestarlo per un periodo di 100 giorni.
Tuttavia, non è stato lanciato nessun referendum e quindi l’accordo è stato “implicitamente approvato dal popolo”, afferma l’Ufficio federale dell’ambiente.
Indipendentemente dal fatto che l’iniziativa di ritirarsi dall’Accordo di Parigi provenga dal Governo o dal Parlamento, un ritiro dovrebbe essere “approvato dal Parlamento tramite un decreto federale, che sarebbe anche soggetto a un referendum e quindi all’approvazione del popolo”, ha spiegato il portavoce dell’Ufficio federale dell’ambiente Robin Poëll.

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Alla scoperta del sistema politico elvetico
Altri Paesi hanno intenzione di abbandonare l’Accordo di Parigi?
Nessun altro Paese ha abbandonato l’accordo del 2015 (hanno aderito 194 Stati più l’Unione Europea). Ma il Governo argentino, guidato dal presidente Javier Milei, starebbe valutando la proposta di seguire gli Stati Uniti.
Secondo il Financial Times, gli alti funzionari stanno studiando una nota interna che raccomanda l’uscita dall’accordo, dopo che l’Argentina ha ritirato i negoziatori dal vertice sul clima COP29 dello scorso anno e ha dichiarato di voler rivalutare i propri impegni internazionali in materia ambientale.
Anche l’Indonesia, uno dei maggiori emettitori di gas serra al mondo, avrebbe messo in dubbio l’Accordo di Parigi. “Se gli Stati Uniti, che attualmente sono il secondo inquinatore dopo la Cina, si rifiutano di rispettarlo, perché dovrebbero farlo Paesi come l’Indonesia?”, ha dichiarato Hashim Djojohadikusumo, inviato di Giacarta per il clima e l’energia, durante una conferenza tenutasi a gennaio nella capitale indonesiana.
Perché Trump è uscito dall’Accordo di Parigi?
Il patto globale sul climaCollegamento esterno mira a limitare il riscaldamento a lungo termine a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali o, in caso contrario, a mantenere le temperature almeno ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
L’ordine esecutivo di Trump afferma che l’Accordo di Parigi fa parte di una serie di patti internazionali che non riflettono i valori degli Stati Uniti e “indirizzano i dollari dei contribuenti americani verso Paesi che non richiedono, o non meritano, assistenza finanziaria nell’interesse del popolo americano”.
Invece di aderire a un accordo globale, “il successo degli Stati Uniti nel perseguire obiettivi economici e ambientali dovrebbe essere un modello per altri Paesi”, ha dichiarato Trump.
Dopo la mossa degli Stati Uniti, il responsabile delle Nazioni Unite per il clima Simon Stiell ha insistito sul fatto che il passaggio all’energia pulita è “l’accordo di crescita economica del decennio”. “La porta rimane aperta all’accordo di Parigi e accogliamo con favore l’impegno costruttivo di tutti i Paesi”, ha dichiarato.
Secondo Stiell, nei dieci anni trascorsi dall’adozione dell’Accordo il mondo è diventato più diviso, ma il processo negoziale sul clima è “riuscito a contrastare la tendenza”.
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I nuovi obiettivi climatici della Svizzera per il 2035 non piacciono a tutti
Articolo a cura di Reto Gysi von Wartburg/ts
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