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200 anni di arte in Ticino

Keystone

Villa Ciani a Lugano ripropone una vasta mostra dedicata all'arte in Ticino, la seconda di una serie di quattro appuntamenti.

L’esposizione ripercorre il periodo che va dal 1870 al 1914, che segna l’affermazione dell’identità degli artisti ticinesi.

Il progetto “Arte in Ticino 1803-2003” è stato promosso dal Municipio di Lugano quale contributo della città alle celebrazioni per il bicentenario dell’entrata del Ticino nella Confederazione, nel 2003.

Inteso a presentare la realtà artistica ticinese sull’arco degli ultimi due secoli appunto, è strutturato in quattro mostre. La prima, presentata nello scorso anno a Villa Ciani, sede del Museo di belle Arti della città di Lugano, ha affrontato il periodo che va dal 1803 al 1870.

Dalla Lombardia verso il nord delle Alpi

Fu un periodo segnato dalla migrazione degli artisti ticinesi, pittori e scultori in primis, verso la Lombardia dove si formavano, innanzitutto all’Accademia delle Belle-Arti di Brera, a Milano.

La seconda mostra, presentata martedì a Lugano, è incentrata sugli anni che vanno dal 1870 al 1914. Dà spazio alle opere – 150 tra pitture e sculture – di una generazione di artisti ticinesi nati attorno alla metà del 19esimo secolo. Intitolata “L’affermazione di un’identità”, l’esposizione sarà inaugurata venerdì e si chiuderà il 27 aprile del 2003.

“Verso la fine dell’ottocento, maestri come Luigi Rossi o Filippo Franzoni hanno fatto ritorno in patria dove hanno continuato a dipingere” spiega Erasmo Pelli, vice-sindaco di Lugano e capo del dicastero della cultura. “Erano anni di fermenti sociali, di evoluzione e di cambiamenti che hanno portato alla riscopertà di un’identità propria. E’ stata un’epoca molto importante per il Ticino da un punto di vista storico e sociale.”

Nel 1892 con l’apertura della galleria ferroviaria del Gottardo, il Ticino si sente meno isolato dal resto della Svizzera. Anche la sua comunità culturale tenta un approccio verso la realtà di oltre-Gottardo.

Un avvicinamento verso la realtà artistica svizzera

Ma agli artisti ticinesi ci sono voluti alcuni anni per riuscire a staccarsi definitivamente dai loro maestri lombardi. Lo scoppio della prima guerra mondiale ha segnato l’allontanamento definitivo. “Da allora i ticinesi si sono avvicinati a pittori svizzeri come Cuno Amiet e Ferdinand Hodler” dice Rudy Chiappini, responsabile delle attività culturali della città di Lugano.

Le loro opere testimoniano di questa affermazione, seppur sofferta, di identità. Esposte sui tre piani di Villa Ciani, si possono vedere tele e sculture di Luigi Rossi, Filippo Franzoni, Adolfo Feragutti Visconti, Edoardo Berta, Spartaco e Vincenzo Vela, Antonio Barzaghi Cattaneo, Luigi Vassalli, Giuseppe ed Antonio Chiattone.

La terza mostra del ciclo sarà inaugurata nell’autunno del 2003, duecento anni dopo l’entrata del Ticino nella Confederazione. Tratterà del confronto tra una pittura ancora legata alla tradizione e i nuovi linguaggi delle avanguardie storiche. Ripercorrerà gli anni dal 1914 al 1940.

Il quarto ed ultimo appuntamento è fissato all’autunno del 2004. Illustrerà il periodo che va dal 1940 al 2003. Saranno esposte opere di artisti ancora al lavoro attualmente.

Gemma d’Urso, Lugano

“Arte in Ticino 1803-2003 – l’affermazione di un’identità 1870-1914”. Dall’8 novembre 2002 al 27 aprile 2003 al Museo delle Belle Arti di Lugano, Villa Ciani.
Aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 18.
Prezzi: 8 fr. (5 fr. per gruppi, studenti, pensionati)

Il progetto “Arte in Ticino 1803-2003” comprende anche la pubblicazione di quattro volumi che propongono una visione diacronica della realtà artistica del Ticino. Il secondo volume “L’affermazione di un’identità”, di 320 pagine, è appena uscito dalle stampe della casa editrice Salvioni di Bellinzona. E’ in vendita al prezzo di 65 fr. durante la mostra, 75 fr. dopo.

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