Quando la radio si trasforma in un sito internet
Il 13 marzo 1999, un nuovo sito ha fatto il suo debutto sul web: swissinfo.org (oggi swissinfo.ch). La piattaforma d’informazione per l’estero ha preso rapidamente il posto di Radio Svizzera Internazionale, la cui voce è stata spenta pochi anni dopo. Ricordi.
Dieci anni dopo la fine della Guerra Fredda, le radio internazionali avevano perso parte della loro ragione d’essere. In Svizzera, la Confederazione, che forniva il 50% del budget di Radio Svizzera Internazionale (RSI), minaccia di ridurre i finanziamenti. La SSR (Società svizzera di radiotelevisione) non vede alcun motivo per mantenere questa unità aziendale con quasi 200 persone, che costa 20 milioni di franchi all’anno.
Per ridurre i costi, governo e SSR decidono così di porre fine all’era radiofonica e di proporre notizie e approfondimenti sulla Svizzera via internet, che si preannuncia allora come il mezzo d’informazione del futuro. Dal suo lancio nel 1999, swissinfo è disponibile in tedesco, francese, inglese e portoghese. L’anno successivo si aggiungono l’italiano, il giapponese e lo spagnolo, nel 2001 l’arabo e il cinese e, infine, il russo nel 2013. Il sito ha incontrato rapidamente il suo pubblico. L’ultimo programma di SRI (in inglese) è stato trasmesso nel 2004.
Durante questa fase di transizione, i tecnici radiofonici hanno imparato nuovi lavori, mentre i giornalisti, abituati a parlare alla radio, hanno cominciato a produrre testi scritti.
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