A 30 anni dalla sua morte Charlie Chaplin diverte ancora
Il giorno di Natale 1977 spirava a Corsier-sur-Vevey, nel canton Vaud, il celebre comico, regista, sceneggiatore, produttore e musicista Charlie Chaplin, considerato il più grande genio del cinema mondiale.
Ancora oggi, a trent’anni dalla sua scomparsa, i film di Sir Charles Spencer Chaplin riescono a divertire, commuovere e a far riflettere.
“Non sono un genio. Per me non è facile fare un film”, dichiarava Charlie Chaplin a chi lodava il suo talento. Di certo, il grande regista britannico, che aveva fatto fortuna negli Stati uniti, resterà nella memoria come uno dei più grandi cineasti e artisti del secolo scorso.
Charlie Chaplin ha segnato per sempre la storia del cinema con il suo famoso Charlot, il vagabondo dal cuore tenero e disincantato, al tempo stesso seduttore, protettore dei deboli, nemico dei potenti e personaggio estremamente comico.
Chaplin fu anche una delle figure più impegnate e critiche della cinematografia mondiale, come testimoniano diverse sue pellicole, a cominciare dai “Tempi Moderni”, in cui mette in rilievo con ironia i problemi creati dall’industrializzazione, la crisi sociale e la disoccupazione.
Non meno brillante il suo “Grande dittatore”, in cui Charlie Chaplin denunciò il nazismo nel 1940, quando era appena cominciata la Seconda guerra mondiale. Nonostante il suo enorme successo, durante la “caccia alle streghe” il cineasta finì nel mirino del maccartismo per il suo spirito libero, anticonformista e sociale.
Genio milionario
Nato il 16 aprile 1889 a Londra in una famiglia di artisti di music hall, il piccolo Charlie visse un’infanzia particolarmente difficile, caratterizzata dalla morte del padre quando aveva 12 anni e dalla malattia della madre, affetta da turbe mentali. Fu tuttavia proprio accanto alla mamma che Charlie mosse i primi passi sul palcoscenico all’età di 5 anni.
Dopo svariati ruoli in spettacoli e numeri circensi, Charlie fu notato in occasione di una tournée negli Stati Uniti dal pioniere del cinema Mack Sennett. Ebbe allora inizio la lunga carriera cinematografica di Chaplin-Charlot: dal 1914, il personaggio fu protagonista di una sessantina di cortometraggi che incontrarono un successo folgorante.
Nel 1918, lo stipendio annuo di Charlie Chaplin era il più elevato mai percepito da un attore: un milione di dollari. Il cineasta, che sapeva gestire bene i suoi affari, diventò in pratica il primo milionario della storia del cinema americano.
Costretto a lasciare gli Stati uniti
Co-fondatore nel 1919 della casa produttrice “United Artists”, Charlie Chaplin si lanciò successivamente nella produzione di opere più ambiziose quali “Il monello” nel 1921 e “La febbre dell’oro” nel 1925. Negli anni seguenti, risolutamente contrario al sonoro ma non restìo agli accompagnamenti musicali, Chaplin firmò altri capolavori del cinema muto, quali “Luci della città” e “I tempi moderni”.
I suoi filmati assunsero progressivamente una connotazione politica: nel 1940 Chaplin produsse “Il grande dittatore”, una caricatura di Hitler che fu pure il primo film completamente sonoro dell’artista. Dopo la Guerra mondiale, uscì nel 1952 il suo ultimo successo: “Luci della ribalta”. Meno conosciuta dal pubblico la sua ultima pellicola, “La contessa di Hong Kong”, prodotta nel 1966.
Vittima del maccartismo negli Stati Uniti, l’artista si trasferì nel 1953 a Corsier-sur-Vevey, dove acquistò il “Manoir du Ban”, la residenza nella quale poi morì, nel sonno, all’età di 88 anni. Due mesi dopo, la salma fu trafugata da due malviventi, che volevano ricattare la famiglia. Il tentativo fallì e poche settimane dopo, il feretro fu ritrovato.
Un museo per Charlie Chaplin
Durante il suo periodo di vita in Svizzera, Charlie Chaplin realizzò ancora “Un re a New York” nel 1957, una sorta di resa dei conti con il suo passato negli Stati uniti, e “La contessa di Hong Kong”, una pellicola del 1966 che ebbe meno successo.
Nella sua dimora sopra Vevey, l’artista continuò a produrre pellicole e a comporre colonne sonore per accompagnare i suoi film muti. Vi scrisse pure la sua autobiografia.
Nel 2009, la residenza di Corsier dovrebbe essere trasformata in museo dedicato all’artista, un progetto in gestazione da ormai sei anni ma che dovrebbe essere sbloccato nel corso della settimana grazie al sostegno di un investitore.
swissinfo e agenzie
Charles Spencer Chaplin nasce il 16 aprile 1889 a Londra. La sua prima apparizione su un palco risale al 1894, quando sostituisce la madre ammalata.
Inizia la carriera di attore in un teatro inglese nel 1903. Va in tournée negli Stati Uniti nel 1910.
Il personaggio del vagabondo, che lo trasforma in una stella, appare per la prima volta sullo schermo nel cortometraggio “Kid Auto Races” del 1914. Seguono i suoi primi lungometraggi: “Il monello” nel 1921 e “La febbre dell’oro” nel 1925.
Negli anni Trena sfida l’arrivo del sonoro con due grandi successi commerciali muti: “Luci della città” (1931) e “Tempi moderni” (1936).
Nel 1947 è accusato di essere un simpatizzante del comunismo. Nel 1952 lascia definitivamente gli USA per poi stabilirsi in Svizzera.
Nel 1973 torna ad Hollywood per ricevere un oscar speciale e due anni dopo viene nominato baronetto dalla regina d’Inghilterra.
Muore nel suo castello a Corsier sur Vevey il 25 dicembre 1977.
Grazie a nuovi investitori, la creazione di un Museo dedicato a Charlie Chaplin dovrebbe concretizzarsi dal 2009.
Il centro, promosso tra l’altro dal figlio Michael Chaplin, dovrebbe proporre numerose testimonianze del patrimonio cinematografico lasciato dal grande regista, oltre che una vasta documentazione sulla sua vita e la sua opera.
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