A Roma per difendere i corsi di italiano in Svizzera
È giunta fino al Quirinale la protesta degli insegnanti italiani residenti in Svizzera contro i tagli previsti dal Governo Berlusconi all'insegnamento dell'italiano nel mondo.
«Rischiamo di perdere i nostri corsi, il nostro diploma, e un domani potrebbe diventare più difficile un trasferimento per completare gli studi in Italia». Parla un buon italiano Ilaria De Santis, allieva dei corsi integrativi a Berna, ultimo anno, una giovane esponente della cosiddetta “terza generazione”, nipoti e nipotini degli immigrati italiani in Svizzera.
Ilaria e altri trenta allievi dei “Corsi integrativi di Lingua e Cultura Italiana” sono a Roma, invitati al Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con altri ragazzi di diverse scuole italiane sono stati scelti per i loro lavori sul 60esimo della Dichiarazione dei diritti umani e della Costituzione Italiana.
Corsi dimezzati in Svizzera?
Un bel traguardo per questi ragazzi venuti da Berna. Su cui grava però l’ombra dei tagli che il governo di Roma ha deciso per i sussidi destinati all’insegnamento dell’italiano nel mondo. Un taglio di 200’000 euro su 400’000. Per la Svizzera, dove i corsi coinvolgono circa 14’000 ragazzi, può significare un dimezzamento dei corsi, degli insegnanti, e soprattutto degli allievi.
Per Pinuccia Rinaldi – una delle insegnanti che li accompagna – «i tagli rappresentano un fatto d’indubbia gravità, perché l’insegnamento della lingua e della cultura italiana rappresentano per questi ragazzi di terza e quarta generazione il modo migliore per mantenere un legame con il loro d’origine». E aggiunge: «La Costituzione sancisce il diritto allo studio, ma bisogna che questo diritto venga concretamente sostenuto con un impegno economico».
Entrano tutti un po’ intimiditi nella grande sala del Quirinale, dove i docenti venuti da Berna lasceranno una missiva con le loro preoccupazioni e destinata al Capo dello Stato. Consegnarla di persona è impossibile. Le misure di sicurezza sono rigidissime.
«Niente tagli, ma razionalizzazione»
Alla cerimonia assiste anche la ministra dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, recentemente al centro di contestazioni studentesche per la sua riforma della scuola. Quando le parliamo delle preoccupazioni degli italiani in Svizzera cerca di essere rassicurante: «Non ci sono tagli – ci dice – ma semplicemente una migliore razionalizzazione dei fondi a disposizione».
Sta di fatto che i sussidi ai corsi integrativi vengono tagliati… «Non è cosi» ribadisce la ministra, «stia tranquillo, niente tagli, nemmeno per la Svizzera».
Parole che non rassicurano affatto la delegazione bernese, visto che il provvedimento, nell’ambito della “finanziaria” dei prossimi tre anni, è già stato votato dal parlamento italiano un paio di mesi fa. «Abbiamo preso diverse iniziative – ci confida del resto l’onorevole Narducci, uno dei deputati eletti al parlamento italiano grazie in particolare al voto degli italiani in Svizzera -, ma dobbiamo ammettere che finora non abbiamo ottenuto nulla».
Un appello alla Confederazione
E uscendo dal Quirinale, un altro docente, Amedeo Impedovo, ci tiene a sottolineare un’evidente contraddizione: «Prima danno il diritto di voto agli italiani all’estero, ma poi non garantiscono l’apprendimento della lingua italiana ai loro figli».
Lasciano il Quirinale diretti in stazione, trascinando i bagagli con cui si apprestano a tornare in Svizzera. Ora sperano che la Confederazione elvetica (che riconosce i loro corsi a livello scolastico) possa almeno in parte sopperire ai tagli decisi a Roma. «Anche in nome di una sana politica di integrazione», ripetono in coro. E naturalmente sperano anche nell’illustre inquilino del Quirinale: che Giorgio Napolitano legga quella loro lettera, e chissà che non possa fare qualcosa.
swissinfo, Aldo Sofia, Roma
La manovra finanziaria 2009 mira a ridurre di 30 milioni di euro (45 milioni di franchi) il bilancio del Ministero degli affari esteri per gli italiani nel mondo.
La comunità italiana in Svizzera è insorta a più riprese contro questi tagli che mettono seriamente in pericolo il futuro dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero. Nel mese di febbraio del 2009 si conoscerà l’entità dei tagli.
I corsi di lingua e cultura italiana sono seguiti da 16 mila alunni in Svizzera, di cui 900 risiedono nel canton Berna.
Nella realtà plurilingue elvetica i corsi di lingua e cultura italiana sono particolarmente apprezzati, poiché consentono di affinare le conoscenze della lingua italiana e mantenere un legame stretto con la madre patria.
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