Prospettive svizzere in 10 lingue

A scuola prima una lingua nazionale e poi l’inglese

Ja-Oui-Sì alla legge: le deputate Gadient (di lingua tedesca), Savary (francese) e Simoneschi-Cortesi (italiano) Keystone

La camera bassa ha approvato giovedì la nuova legge federale sulle lingue nazionali. I deputati hanno deciso che a scuola prima dell'inglese si debba insegnare un'altra lingua nazionale.

Ora il testo sarà trasmesso alla camera dei cantoni dove la battaglia è assicurata. La Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione disapprova la priorità data alle lingue nazionali.

Alla fine i paladini delle lingue nazionali hanno vinto la loro battaglia: contro l’invito a non entrare in materia del governo e dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice) e contro le strategie di quest’ultima che proprio votando sì al discusso articolo che antepone una seconda lingua nazionale all’inglese nei programmi scolastici sperava di rendere la legge talmente indigesta a liberali e popolari democratici da spingerli a rifiutarla.

Le manovre dell’UDC hanno garantito all’articolo sulle lingue da insegnare a scuola un risultato di tutto rispetto: 112 sì e 56 no. Nel complesso la legge ha ottenuto un risultato meno brillante, ma che rispecchia meglio la realtà: 87 voti favorevoli, 68 contrari e 15 astensioni. I no sono venuti dall’UDC e da minoranze del Partito liberale radicale (PLR) e del Partito popolare democratico (PPD).

In rotta di collisione con i cantoni

Sul tema “lingua nazionale prima dell’inglese”, il conflitto con la camera dei cantoni, che deve ancora discutere la legge, è già programmato. Diversi cantoni della Svizzera tedesca hanno investito milioni per introdurre l’inglese come prima lingua straniera alle elementari e non sono disposti a fare marcia indietro. Del resto è quanto ribadisce anche la Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) che dopo anni di discussioni ha approvato un concordato che prevede l’insegnamento di due lingue «straniere», una nazionale e l’inglese, senza tuttavia precisare l’ordine in cui esse vanno introdotte nei programmi scolastici.

Per la CDPE la scelta dei deputati mina il compromesso raggiunto dai cantoni, compromesso che «non è soltanto la strategia migliore, ma anche l’unica possibile». Inoltre, visto che la competenza in materia scolastica è cantonale, la Confederazione non avrebbe niente da dire su questo punto.

Di tutt’altro avviso il deputato socialista Christian Levrat, autore dell’iniziativa che ha riportato il progetto di legge in parlamento dopo il parere negativo del governo. «Occorre inviare ai cantoni un segnale chiaro», ha detto Levrat, «poiché è un errore credere che l’ordine d’insegnamento delle lingue non abbia importanza». Anche se non contesta la sovranità dei cantoni per quanto riguarda l’obbligo scolastico, Levrat ritiene che «dare la priorità all’inglese piuttosto che a una lingua nazionale sfocerebbe prima o poi nella scomparsa di quest’ultima dai programmi d’insegnamento».

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Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE)

Questo contenuto è stato pubblicato al La Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) riunisce i ministri dei 26 Governi cantonali responsabili dell’educazione, della cultura e dello sport. Il compito della CDPE è di coordinare a livello nazionale la politica nei settori della cultura e della formazione.

Di più Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE)

Utile, inutile

Pur ammettendo che il plurilinguismo fa parte dell’identità e del patrimonio culturale della Svizzera, l’UDC condivide il parere del governo: la legge è inutile e costosa, poiché comporterebbe spese per 15-17 milioni di franchi l’anno.

L’UDC ha cercato in tutti i modi di annacquare il testo, mentre la sinistra si è data da fare in direzione opposta proponendo formulazioni più vincolanti nei punti che prevedono un sostegno finanziario da parte della Confederazione.

Tra i due estremi, hanno avuto la meglio le proposte della commissione, incentrate su un concetto di «potere» e non di «dovere»: la Confederazione «può» favorire gli scambi linguistici tra insegnanti e allievi di diverse parti del paese, «può» sostenere con i cantoni un centro per il plurilinguismo, e via dicendo. Ora spetta al Consiglio degli Stati, la camera alta del parlamento, decidere se questa sarà la formulazione definitiva. C’è da scommettere che le carte verranno ancora rimescolate.

swissinfo e agenzie

La Legge federale sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche disciplina i punti contenuti nell’articolo 70 della Costituzione federale.

L’obiettivo è il rafforzamento del quadrilinguismo svizzero e il consolidamento della coesione interna del paese.

Il disegno di legge prevede, tra l’altro, l’insegnamento di una lingua nazionale come prima lingua straniera nelle scuole, e il sostegno finanziario ai cantoni per la creazione di un istituto scientifico per la promozione del plurilinguismo.

Inoltre, la Confederazione dovrebbe contribuire al finanziamento delle associazioni che organizzano a tutti i livelli scolastici scambi di allievi e insegnanti tra le comunità linguistiche.

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