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Affluenza record alle Giornate di Soletta

Le sale solettesi sono state sempre ben frequentate durante il festival. Journées de Soleure

44'000 persone hanno partecipato alla 40. edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta, che hanno chiuso il sipario domenica.

Il festival, che serve da barometro degli umori del cinema svizzero, ha presentato 257 film, di cui 180 pellicole svizzere.

Già durante le proiezioni, che hanno riempito buona parte delle sale, ci si poteva fare un’idea del successo raccolto dall’edizione 2005 delle Giornate del cinema di Soletta.

“Sono molto sorpreso e felice del risultato di quest’anno. L’affluenza di pubblico è aumentata del 10% rispetto al 2004”, indica il presidente della rassegna Ivo Kummer.

Con le 44’000 entrate registrate, il festival conferma dunque la sua popolarità, nonostante il programma non abbia offerto nulla di eclatante.

Unica nota negativa, le capacità di accoglienza nei cinema hanno una volta ancora raggiunto i loro limiti, soprattutto la sera

Rassegna su Bruno Ganz

Il successo di quest’anno si spiega in particolare con l’apertura di un’ottava sala di proiezione e dall’interesse suscitato dalla retrospettiva dedicata all’attore svizzero Bruno Ganz.

Gli spettatori hanno avuto l’occasione di vedere “Der Untergang” (La disfatta) di Oliver Hirschbiegel, il film che racconta gli ultimi giorni di Adolf Hitler nel suo bunker di Berlino, interpretato magistralmente da Ganz.

Apprezzate le commedie

Le Giornate di Soletta, che valorizzano innanzitutto le pellicole svizzere, hanno presentato 180 film nostrani su un totale di 257 proiezioni.

Contrariamente ai giudizi della critica, il pubblico ha apprezzato in particolare le commedie, come ad esempio “Alles auf Zucker” di Dani Levy, “Chaos & Cadavers” di Niklaus Hilber, “Drum Bun” di Robert Ralston o “Lago mio” di Jann Preuss.

I documentari, carta da visita della Svizzera

Spettatori e critici del cinema si sono invece trovati d’accordo sulla qualità di “Ricordare Anna” di Walo Deuber, un dramma famigliare sul tema dell’Aids.

Un giudizio positivo unanime è pure stato espresso per “Tout un hiver sans feu” di Greg Zglinski. Il film che racconta la vicenda di una coppia in lutto per la morte della figlia ha d’altronde vinto il Premio del cinema svizzero come migliore fiction.

Ma la vera carta da visita della cinematografia svizzera sono i documentari, i quali coltivano uno sguardo interessato e a volte ironico sul mondo.

Alcune pellicole si soffermano sulle realtà sociali, come “Wanakam” di Thomas Isler, che espone il quotidiano dei rifugiati tamil in Svizzera per sollevare interrogativi sulla politica d’integrazione.

Il premio del miglior documentario è stato assegnato a Stefan Schwietert per il suo «Accordion Tribe».

Lo “zuccherino” a ticinesi e romandi

A margine della rassegna, gli esponenti del mondo cinematografico svizzero hanno atteso con una certa apprensione l’intervento di Pascal Couchepin, dopo le sue critiche l’anno scorso sul sistema di assegnazione delle sovvenzioni.

Il ministro della cultura ha raccomandato di essere realisti, siccome il Parlamento ha imposto un tetto massimo ai finanziamenti che saranno concessi al cinema nei prossimi anni (95 milioni di franchi per il periodo 2004-2007).

Couchepin ha inoltre ribadito che “un film è riuscito soltanto se trova un pubblico”.

Per promuovere il cinema anche nei cantoni italofoni e francofoni, e compensare così uno squilibrio dovuto alla ristrettezza dell’area “latina” rispetto alla Svizzera tedesca, il consigliere federale ha annunciato un credito supplementare di 800’000 franchi al cinema romando e ticinese.

I frutti del successo

Da Soletta giunge anche un’altra buona notizia: il sistema d’aiuto in base al successo ottenuto dai film svizzeri nel 2004, gestito dall’Ufficio federale della cultura, frutterà 5,4 milioni di franchi di bonifici, ossia 250’000 franchi in più rispetto all’anno precedente.

La Confederazione è uno dei principali “sponsor” del cinema svizzero. Nel 2005 vi investirà oltre 35 milioni di franchi, di cui 23,7 per la produzione e la distribuzione di film.

swissinfo e agenzie

Il Premio del cinema svizzero 2005 è stato così attribuito:

Miglior documentario: «Accordion Tribe» di Stefan Schwietert.

Migliore fiction: «Tout un hiver sans feu» di Greg Zglinski.

Miglior film d’animazione: “Un’altra città” di Carlo Ippolito.

Miglior cortometraggio: «Chyenne» di Alexander Meier.

Miglior ruolo principale: Roeland Wiesnekker in «Strähl», di Manuel Flurin Hendry.

Miglior ruolo secondario: Johanna Bantzer in «Strähl».

Premio speciale della giuria: Filip Zumbrunn, cameraman.

La 40. edizione delle Giornate di Soletta ha visto affluire 44’000 spettatori, il 10% in più rispetto al 2004.
257 i film in programma, di cui 180 di stampo elvetico.
1,5 milioni di franchi il budget della manifestazione.
La prossima edizione è prevista dal 16 al 22 gennaio 2006.

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