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Bambini a rischio dopo il maremoto

Gli aiuti umanitari devono tener conto delle esigenze particolari dei bambini Keystone

I bambini sono stati fra le prime vittime del maremoto in Asia. Ora sui sopravvissuti grava la minaccia delle malattie e del traffico di minori.

L’allarme è stato lanciato dall’UNICEF e dall’organizzazione Save the Children. I responsabili di Terre des Hommes invitano a considerare prioritaria la protezione dei bambini.

Il maremoto che ha colpito i paesi del sudest asiatico ha fatto numerose vittime tra i bambini, particolarmente esposti alla furia dell’acqua, spesso troppo deboli per resistere alla violenza delle onde.

«C’è da temere che i bambini siano la maggioranza delle vittime del sisma», ha fatto sapere martedì a Ginevra la portavoce dell’UNICEF Wivina Belmonte. Nei paesi colpiti dalla catastrofe naturale, i minori rappresentano circa il 40% della popolazione.

Rischi sanitari e psicologici

Come se non bastasse, i bambini sopravissuti sono particolarmente esposti ai rischi di malattie legati alla precaria situazione igienica e alla mancanza di acqua potabile.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha già segnalato numerosi casi di dissenteria. Una situazione confermata a swissinfo da Michael Sidman, responsabile per l’Asia di Terre des Hommes: «Abbiamo molti casi di bambini con problemi di respirazione e di dissenteria».

L’organizzazione umanitaria, attiva da anni sulla costa est dello Sri Lanka, è preoccupata soprattutto per le condizioni igieniche in cui vivono i sopravvissuti. «Nei bambini piccoli una dissenteria può condurre in poche ore alla morte», ricorda Sidman.

Timori destano anche le condizioni psicologiche dei minori, che spesso hanno assistito alla morte di genitori e fratelli o che hanno perso i contatti con le loro famiglie. Secondo la portavoce dell’UNICEF, il trauma potrebbe durare anni. I bambini rischiano di essere tormentati a lungo dagli incubi.

Traffico di minori

Ma come se non bastasse, un’altra minaccia grava sui bambini superstiti, in particolare sugli orfani. Abbandonati a se stessi o comunque privi di una sufficiente rete di protezione, questi bambini rischiano di finire nel giro della prostituzione minorile, delle adozioni illegali, del traffico di organi o del lavoro coatto.

L’allarme è stato lanciato dall’organizzazione non governativa «Save the children», attiva nel soccorso all’infanzia. «In base all’esperienza di precedenti catastrofi, i bambini sono particolarmente esposti», ha dichiarato Charlotte Petri Gornitzka, dirigente svedese dell’ONG.

Nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé il caso di un ragazzino svedese di 12 anni, scomparso dopo essere stato prelevato da ignoti in un ospedale tailandese. L’ipotesi del rapimento è ora al vaglio degli inquirenti svedesi e tailandesi.

L’UNICEF dal canto suo ha fatto sapere di non avere elementi per confermare le notizie su presunti rapimenti di bambini, pur ritenendo il pericolo reale. Neppure Terre des Hommes è in possesso di informazioni concrete su fenomeni di sciacallaggio ai danni di minori.

«Ma è chiaro che le condizioni in cui si trovano oggi i bambini nelle regioni colpite dal sisma sono favorevoli allo sviluppo di traffici illeciti», dice a swissinfo Pierre Philippe, esperto del traffico di bambini in seno all’organizzazione.

«La protezione dei bambini è prioritaria»

Terre des Hommes sta analizzando la situazione per capire quali misure sia necessario prendere. Il principio fondamentale è stato tuttavia formulato dal responsabile dell’ONG per i diritti del’infanzia, Bernard Boëton, in un’intervista alla Radio della Svizzera romanda (RSR): «La protezione dei bambini deve essere una priorità, al pari della distribuzione di alimenti e delle cure sanitarie».

Passata l’emergenza, dovranno tuttavia essere trovate delle soluzioni a lungo termine per i bambini rimasti senza genitori. L’UNICEF sottolinea la necessità di ricostruire le scuole, per permettere il parziale ritorno alla normalità.

In un’intervista alla RSR, la ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey ha fatto sapere che nello Sri Lanka, la Svizzera si impegnerà proprio in questo ambito.

Quanto al probabile aumento delle richieste di adozione internazionale, Michael Sidman ricorda che queste, anche se rispettano tutti i criteri legali, sono una soluzione solo in pochissimi casi. «Meglio affidare gli orfani a famiglie locali, quando possibile».

swissinfo, Andrea Tognina

La catastrofe naturale che ha colpito l’Asia sud-orientale ha fatto moltissime vittime fra i bambini, spesso troppo deboli per difendersi dalla furia delle acque.

Ora i minori sono particolarmente esposti a rischi sanitari (la dissenteria soprattutto) e al possibile acuirsi dei traffici illegali di bambini, una piaga presente nella regione già prima del maremoto.

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