Berna: una perla medievale sull’Aare
Un piano di fondazione del XII secolo unico, rimasto intatto, con una sostanza degli edifici adattata costantemente alle necessità. Questo esempio di rinnovo continuo su basi costanti è valso al centro storico di Berna l'inclusione, nel 1983, nel Patrimonio mondiale dell'umanità.
In tutta la Svizzera, quello di Berna è l’unico centro storico che l’Unesco ha interamente dichiarato quale sito “la cui scomparsa costituirebbe una perdita irreparabile per il mondo”.
La città non vuole certo perdere il prestigioso riconoscimento. Perciò ha rafforzato la politica di conservazione tesa a trovare un giusto equilibrio fra le esigenze contemporanee di ristrutturazione e quelle di mantenimento del patrimonio storico. Il centro storico “può e deve essere utilizzato, ma mai logorato”, sostiene il preposto comunale alla cura dei monumenti Jean-Daniel Gross.
Nella struttura medievale i bernesi abitano, lavorano e si divertono. Appartamenti, uffici, negozi, ristoranti, bar, alberghi, cinema, teatri di una società contemporanea multientica e globalizzata trovano il loro posto naturale negli immobili di tempi remoti, comprese le tradizionali cantine cui si accede direttamente dalla strada, che all’origine erano state create per depositarvi il vino e per il grano.
Tra gli obbiettivi dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) figura la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale che possiede un “valore universale eccezionale”. Nel 1972 i membri dell’Unesco hanno adottato una Convenzione internazionale che stabilisce l’allestimento di una lista del patrimonio mondiale dell’umanità. Gli Stati firmatari si impegnano a proteggere i siti che si trovano su loro territorio. Nell’elenco figurano attualmente quasi 900 siti sparsi in oltre 140 paesi.
Diversità nell’omogeneità
Quella che fu la più grande città-stato al nord delle Alpi dal 1536 al 1798, oggi rappresenta una testimonianza di rigorosa struttura urbana dell’alto Medioevo, nella quale prevale un’architettura tardo barocca, ma dove si ritrovano elementi di periodi diversi. Camminando per le strade i visitatori ripercorrono secoli di storia attraverso monumenti, torri, chiese, palazzi pubblici e privati, insegne corporative e undici ineguagliabili fontane del XVI secolo, di cui dieci con la statua rinascimentale originale.
Al primo colpo d’occhio si ha l’impressione di un insieme perfettamente omogeneo. In realtà le facciate di quelle lunghe file di immobili in pietra arenaria di colore grigio-verde presentano una varietà di forme e una profusione di opere decorative sorprendenti.
Riflesso di una prosperità non ostentata, i massicci edifici sono come scrigni che custodiscono grandi tesori all’interno. È nell’intimità dei loro palazzi che i patrizi bernesi davano libero sfogo alla loro opulenza. Dietro le solide e sobrie mura che confinano direttamente con i marciapiedi, si celano corti, giardini, locali con stucchi, affreschi, lampadari e mobili pregiati.
Al riparo dalle invasioni
Fondata nel 1191 dal duca Bertoldo V di Zähringer, la città vecchia sorge su una penisola in un’ansa dell’Aare, il fiume che la cinge come un braccio in un gesto protettivo. Se la morfologia geografica ora è una cornice naturale che esalta la bellezza del centro storico, al tempo dell’insediamento costituì uno straordinario elemento di difesa naturale.
In un’epoca di guerre e invasioni, quella lingua di terra collinare presentava l’enorme vantaggio di essere riparata su tre lati dal fiume. Perciò necessitava un solo muro difensivo.
Berna fu edificata sulla base di un piano longitudinale adattato alla topografia, con un’ampia strada principale al centro e strade laterali parallele più strette. Sulle parcelle di terreno fra le strade si costruirono le case, sviluppate in profondità, sempre seguendo il percorso longitudinale da est a ovest. Il piano non contemplava piazze e non lasciava spazio a grovigli di viuzze.
La città si estese, o per meglio dire si prolungò, in tre grandi fasi successive. Nel corso dei secoli, gli edifici subirono trasformazioni, ma gli elementi costitutivi e tutte le caratteristiche strutturali del piano di fondazione sono rimasti invariati fino a oggi.
Altri sviluppi
Centro storico di Berna
Dove germogliò la teoria della relatività
Inizialmente le case erano di legno. Dopo un incendio che nel 1405 distrusse i due terzi della città, i bernesi le ricostruirono con pietra arenaria. È da quel momento che iniziò la realizzazione dei porticati ad arcate, grande caratteristica della città.
Sei chilometri di porticati, la cui utilità fu vantata anche da uno dei suoi più illustri abitanti. “Adoro Berna. È una città antica, autentica e gaia (…) Dai due lati delle strade, portici ad arcate antichissimi permettono di andare da un capo all’altro della città sotto una pioggia battente, praticamente senza bagnarsi”, scrisse Albert Einstein alla futura moglie Mileva Maric, il 4 febbraio 1902, poco dopo l’arrivo nella capitale federale.
Proprio nel cuore della città vecchia, dove abitò, il genio della fisica maturò alcune delle sue idee rivoluzionarie. Anni dopo, egli stesso scrisse che la teoria della relatività era nata alla Kramgasse 49 a Berna. Quell’appartamento oggi è un piccolo museo.
Il gallo canta sempre tre volte
Esso è solo una delle molteplici attrattive del centro storico per i visitatori. Oltre agli edifici a carattere culturale o religioso, non potevano certamente mancare quelli politici, dato che Berna è il capoluogo dell’omonimo cantone e capitale della Confederazione elvetica.
Poco importa se si esplora Berna Patrimonio mondiale dell’umanità da soli oppure se si usufruisce delle visite guidate o delle audio guide dell’Ente turistico locale. Di certo, camminando per quelle strade “ci si riempie gli occhi di bello”, come ci ha detto un turista proveniente da Gorgonzola incontrato davanti alla Torre dell’orologio.
I visitatori accorrono a frotte ad ammirare l’elemento principale della seconda fortificazione della città, costruito fra il 1218 e il 1220, poi più volte modificato. La Torre dell’orologio attira le folle soprattutto per il suo eccezionale congegno, realizzato fra il 1527 e il 1530, che aziona il martello della campana nella torretta, i due orologi, l’orologio astronomico e il carillon animato, con il gallo che ogni ora canta tre volte.
Uno spettacolo che ogni ora riesce a incantare persone di tutte le età e a trattenerle, ferme con il naso all’insù, per quattro minuti, dimentiche dei ritmi frenetici della società contemporanea. Qui il tempo viene scandito, non inseguito.
“Fondata nel XII secolo su una collina circondata dall’Aare, Berna si è sviluppata secondo un principio urbanistico eccezionalmente chiaro”.
“Gli edifici del centro storico, di periodi diversi, comprendono in particolare portici ad arcate del XV secolo e fontane del XVI secolo”.
“La maggior parte della città medievale è stata rinnovata nel XVIII secolo, ma ha mantenuto il suo carattere originale”.
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