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Caillebotte, mecenate e soprattutto artista

'Les canotiers', un dipinto realizzato da Gustave Caillebotte nel 1877 (foto: Fondation de l'Hermitage) Fondation de l'Hermitage

La Fondation de l'Hermitage di Losanna presenta la prima retrospettiva svizzera interamente dedicata al pittore francese Gustave Caillebotte.

Ricordato a lungo quasi soltanto come un grande mecenate, oggi le sue tele sono considerate tra le opere più importanti dell’Impressionismo.

Prima di diventare un pittore, Caillebotte è stato un erede fortunato. A venticinque anni di età, il rampollo di una ricca famiglia parigina eredita infatti una cospicua fortuna.

Una fortuna anche per l’Impressionismo: dopo aver lasciato la Scuola di Belle Arti nel 1875, Caillebotte comincia a frequentare il gruppo degli impressionisti, diventa dapprima il loro cliente, poi il loro amico e per finire anche il loro mecenate.

Con la sua generosità, il giovane erede ha così permesso a diversi esponenti dell’avanguardia artistica, respinti per molti anni dalla critica e dalle autorità, di continuare a fare fiorire la loro arte.

Mentre oggi le tele di Degas, Monet, Pissarro, Renoir, Sisley e anche di Caillebotte si strappano di mano a suon di milioni di franchi, a quei tempi diversi grandi interpreti dell’Impressionismo stentano a tirare la fine del mese.

Generosità mal ripagata

Giurista di formazione e pittore per passione – oltre che collezionista, architetto navale, canottiere, filatelista e orticoltore – Caillebotte diventa perfino l’organizzatore delle prime esposizioni con le quali gli impressionisti cercano di far conoscere le loro opere, rifiutate dal Salone ufficiale degli artisti di Parigi.

Una generosità, la sua, pagata per finire a caro prezzo, ad un prezzo molto più alto di quello finanziario. Per quasi un secolo il ruolo svolto da Caillebotte per promuovere i suoi colleghi pittori ha infatti messo in ombra la sua stessa arte.

Soltanto negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, musei, galleristi, collezionisti e critici hanno cominciato veramente ad afferrare e rivalutare l’originalità delle opere dell’artista parigino.

La mostra “Caillebotte au coeur de l’Impressionisme”, proposta dall’Hermitage, uno dei più bei musei elvetici, costituisce non a caso la prima retrospettiva monografica dell’artista parigino organizzata finora in Svizzera.

“Per molto tempo Caillebotte è stato ricordato come grande mecenate dell’Impressionismo e si è quasi dimenticato il suo valore artistico”, rileva Liliane Beuggert, responsabile della comunicazione del museo di Losanna.

“Inoltre era un uomo benestante: non aveva bisogno di vendere i suoi quadri per vivere. Così molte delle sue opere sono rimaste a lungo nelle mani della sua famiglia e non vi era quasi la possibilità di vederle”.

Un borghese sensibile

Lo stesso Zola, tra i primi a capire e a sostenere l’arte impressionista, respinge nel 1876 le prime opere di Caillebotte. Ma già l’anno seguente cambia opinione e comincia a parlare di “un giovane pittore di un bel coraggio che non teme di affrontare soggetti moderni di grandezza naturale”.

Il più ricco e il più borghese degli impressionisti si rivela infatti anche il più sensibile osservatore della realtà umana e sociale della seconda metà del 1800.

A cominciare dalle sue opere in cui sono raffigurate attività manuali, come quelle di pittori, giardinieri o cannottieri.

E tra queste soprattutto il famoso “Les raboteurs de parquets” del 1875, allora rifiutato dal Salone ufficiale ed oggi considerato uno dei capolavori in assoluto dell’Impressionismo.

Una visione fotografica

Una sua opera, come diverse altre d’altronde, da cui emerge soprattutto la vena realista e, a volte, addirittura naturalista del pittore.

I quadri di Caillebotte sono spesso istantanee di una società in piena trasformazione, come le “Pont de l’Europe”, da cui un uomo osserva il movimento delle locomotive fumanti, o “Les Rues de Paris” e gli altri numerosi dipinti dedicati alle strade parigine, da cui emergono i mutamenti urbani impressi dal Prefetto Haussmann.

L’impronta originale di Caillebotte è legata però soprattutto al suo sguardo “fotografico”: appassionato anche di fotografia, l’artista scopre nuove prospettive alla pittura, propone immagini in cui l’occhio e il pennello entrano quasi a contatto con i modelli o le cose raffigurate.

Come “Les canotiers” o “Canotiers en chapeau haut de forme”, in cui il pittore si trova praticamente sulla barca assieme ai cannottieri. Oppure “Un refuge, boulevard Haussmann” o “Boulevard vu d’en haut” che sembrano quasi ripresi da un teleobbiettivo.

Troppo moderno per i suoi tempi

“L’originalità di Caillebotte è legata ad una certa sua modernità: oggi appare in qualche modo più moderno di molti altri pittori dell’epoca”, spiega Liliane Beuggert.

Uno spirito moderno, una capacità di percepire i nuovi orizzonti della pittura che emergono perfino dal suo testamento, in cui lascia allo Stato francese la sua impressionante collezione di quadri dei suoi amici impressionisti.

Nelle sue ultime volontà, scritte già nel 1876, Caillebotte chiede infatti, con straordinaria lungimiranza, che il lascito venga eseguito soltanto una ventina di anni dopo la sua morte: uno spazio di tempo necessario, secondo lui, affinché i beneficiari possano “se non capire, ma almeno ammettere questa pittura” e affinché le tele “non finiscano in un solaio o in un museo di provincia”.

Ma, ancora due decenni dopo, nel 1896, le autorità respingono 27 quadri della prestigiosa collezione, di cui non intravvedono l’interesse. Opere di Degas, Monet, Renoir, Pissarro, Sisley, Cézanne e dello stesso Caillebotte.

swissinfo, Armando Mombelli

Nato nel 1848 a Parigi, a 25 anni di età Gustave Caillebotte eredita la fortuna del padre, ricco industriale.
Dopo un diploma in giurisprudenza, nel 1872 Caillebotte entra nella Scuola di Belle Arti di Parigi.
Nel 1875 il suo capolavoro “Les Raboteurs de parquets” viene respinto al Salone ufficiale degli artisti.
Caillebotte incontra i membri del gruppo degli impressionisti e diventa loro amico e mecenate.
Dal 1876 al 1882, il pittore parigino organizza diverse esposizioni degli impressionisti, in cui presenta anche alcuni suoi dipinti.
Nel 1894 Caillebotte muore all’età di 45 anni, lasciando allo Stato francese 67 opere della sua collezione di pittori impressionisti, di cui 27 vengono rifiutate dalle autorità.

L’esposizione “Caillebotte, au coeur de l’Impressionisme” può essere visitata presso la Fondation de l’Hermitage di Losanna fino al 23 ottobre 2005.

La mostra, la prima interamente dedicata all’artista parigino organizzata in Svizzera, propone un centinaio di lavori realizzati tra il 1874 e il 1893.

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