Ancor prima dell’invenzione della fotografia a colori, esistevano delle stampe colorate. Come era possibile? Attraverso un procedimento complesso che permetteva di tinteggiare i negativi in bianco e nero. Queste cartoline postali erano particolarmente popolari all’inizio del 20esimo secolo. Oggi una delle più grandi collezioni è disponibile online.
La Biblioteca centrale di Zurigo possiede una delle più importanti raccolte di cartoline postali fotocromatiche, risalenti al periodo tra la fine del 19esimo e l’inizio del 20esimo secolo.
Queste cartoline sono state prodotte grazie a un processo di stampa particolare. L’immagine è stata creata a partire da un negativo in bianco e nero e poi colorata grazie a delle lastre litografiche di pietra calcarea. Una lastra per colore, per un massimo di 14. A scegliere la tinta ci pensava solitamente il litografo, che dava spesso prova di molta creatività.
Questa speciale tecnica di colorazione fu sviluppata dallo svizzero Hans Jakob Schmid (1856-1924)Collegamento esterno. Ma l’invenzione fu brevettata dalla ditta per la quale lavorava, la Orell Füssli, che fondò la filiale Photochrom Zürich (divenuta nel 1895 Photoglob).
La maggior parte delle cartoline della Belle Epoque illustravano monumenti o luoghi turistici. In Svizzera erano particolarmente apprezzati i paesaggi innevati e gli sport invernali.
(Testo: Christian Raaflaub, swissinfo.ch; Immagini: Keystone, Photoglob, photochrome Collection)
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