Celestino Piatti (1922-2007): "Puoi disegnare migliaia di volte una civetta, ma non capirne mai il segreto".
Thilo Beu
Le sue illustrazioni sono presenti sulle copertine di oltre 200 milioni di libri in Europa e i suoi cartelloni erano visibili in tutta la Svizzera per decenni: nel gennaio 2022, il grafico Celestino Piatti avrebbe compiuto 100 anni. Chi era l'uomo dietro le civette e da dove viene il suo enorme successo?
È impossibile entrare in una libreria antiquaria in Svizzera e non trovare un libro di cui Piatti ha disegnato la copertina. L’illustratore ha realizzato più di 6’300 copertine di libri solo per la casa editrice tedesca dtv, con una tiratura totale di oltre 200 milioni di copie.
Figlio della figlia di un contadino zurighese e di uno scultore ticinese, Piatti si è messo in proprio a 26 anni dopo una formazione di grafico. Il suo immenso lavoro comprende non solo copertine di libri, ma anche dipinti, litografie, illustrazioni, libri per bambini e sculture. I suoi cartelloni pubblicitari sono stati collocati lungo le strade della Svizzera per decenni.
Basilea Campagna: nell’archivio di Celestino Piatti sono custoditi quadri, manifesti, libri, rotoli, carte e sculture. “Suo padre era uno stacanovista?”, chiedo a Barbara Piatti, figlia di Celestino, mentre mi accompagna durante la visita. “Sì, era un gran lavoratore. Ma non c’è mai stata una separazione tra lavoro e vita familiare. La porta del suo atelier, che si trovava nella nostra casa, era sempre aperta e non siamo mai stati cacciati via”.
Celestino Piatti
“Non ho mai visto mio padre senza un taccuino. Disegnava continuamente. Come l’atterraggio sulla Luna, che ha raffigurato guardando uno schermo televisivo preso in prestito”.
Ester Unterfinger/swissinfo.ch
L’inconfondibile stile di Piatti. Il cartellone delle corse di cavalli di Basilea del 1960 è diventato un oggetto da collezione per gli appassionati di grafica. Anche il manifesto “The Fight” per il titolo mondiale dei pesi massimi di pugilato è diventato un’icona.
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“Nel dopoguerra, all’inizio della loro attività, Celestino e la sua prima moglie. Marianne Stricker. eseguivano qualsiasi lavoro che veniva loro richiesto. La pubblicità per i beni di consumo rappresentava all’epoca la principale fonte di reddito”.
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In seguito, si è concentrato maggiormente sugli eventi politici. “La mattina del 2 agosto 1968 giunse la notizia che la Cecoslovacchia era stata invasa dall’Unione sovietica. I miei genitori erano inorriditi e Celestino ha disegnato immediatamente un cartellone. I miei genitori – mio padre stava all’epoca con la giornalista Ursula Piatti – hanno lanciato una petizione. Hanno consegnato 75’000 firme all’ambasciata russa a Berna”, racconta Barbara Piatti. Immagine a destra: illustrazione per la rivista satirica “Nebelspalter”.
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Autoritratto in gioventù.
Ester Unterfinger/swissinfo.ch
Celestino Piatti ha disegnato oltre 6’300 copertine di libri per la casa editrice dtv. Gli ha letti tutti? “Sì, abbiamo ricevuto scatoloni di libri con copertine rigide. Lo abbiamo visto spesso con in mano un libro e poi abbiamo trovato le sue annotazioni. L’eccezione sono le serie scientifiche, per le quali ha sviluppato la tipografia e un codice cromatico”.
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“Per poter realizzare una copertina, mio padre doveva perlomeno sfogliare il libro. Per lui era una necessità”.
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Piatti è conosciuto per le sue civette. Perché ne ha disegnate così tante? “La civetta ti guarda in faccia e quindi può manifestare qualsiasi tipo di sentimento. Il suo sguardo può essere amorevole, triste, cattivo o irritato. Questo si riflette nel suo volto”.
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“Queste sono le mie civette preferite, sono state appese per anni nella mia stanza. Gli occhi sproporzionatamente grandi della civetta esercitavano un’attrazione particolarmente su mio padre. Personalmente preferisco le tigri o i leoni di Celestino. Trovo che siano figure più forti, più spiritose”, dice Barbara Piatti.
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Celestino ha illustrato sette libri per bambini. “Se potessi porgli una domanda, gli chiederei perché non ne ha realizzati di più”, confida Barbara Piatti. Nell’immagine: pagina doppia del libro per bambini “ABC degli animali”, tradotto in diverse lingue.
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Il libro per bambini ABC è nato nell’atelier di Piatti a Parigi, dove eseguiva lavori artistici. Ha mai avuto un blocco? “No, mai. Era sempre impegnato tra il suo lavoro personale e le ordinazioni grafiche”.
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In un’intervista del 1992, Celestino Piatti disse: “Ogni volta che volevo dipingere mi trovavo tra i piedi il grafico purosangue. E quando realizzavo delle illustrazioni, volevo dipingere”. Nell’immagine: manifesto per un’esibizione di Piatti alla galleria A di Sydney, 1968.
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Nel 1982, Piatti ha realizzato un enorme dipinto murale nel centro storico di Thun per lanciare un appello in favore di una maggiore tutela dell’ambiente. “Prendiamoci cura della terra, dell’acqua e dell’aria – oggi e in futuro”.
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La carriera artistica di Celestino Piatti è durata 67 anni. È morto nel 2007 e nel marzo 2022 la Posta svizzera emetterà un francobollo speciale ispirato a un motivo di Piatti. Sarà una civetta?
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Il suo marchio di fabbrica: colori vivaci incorniciati da contorni neri. Come è nata la sua passione con cui ha affascinato un ampio pubblico?
SWI swissinfo.ch ha parlato con Philipp Messner, responsabile della collezione di manifesti alla Scuola di design di Basilea, di ciò che ha reso Celestino Piatti uno dei più popolari illustratori svizzeri del XX secolo.
SWI swissinfo.ch: Perché Celestino Piatti ha avuto molto successo?
Philipp Messner: Faceva semplicemente un sacco di cose bene, era un grafico estremamente capace, un esperto. Ha iniziato ad avere successo come disegnatore di manifesti: nel 1948, poco dopo essersi messo in proprio come giovane grafico, uno dei suoi lavori è stato selezionato tra i migliori cartelloni svizzeri dell’anno.
A quell’epoca, in Svizzera era il periodo d’oro del manifesto, caratterizzato non da ultimo da una produttiva competizione artistica tra grafici. L’asticella era alta, se si pensa agli illustratori contemporanei quali Herbert Leupin e Donald Brun – entrambi di qualche anno più vecchi di Piatti e attivi a Basilea nello stesso periodo.
Il fatto che lo stile tipico di Piatti si sia affermato per decenni senza stancare è probabilmente dovuto alla sua capacità di condensare le idee in un’immagine in modo sintetico e sorprendente. Tuttavia, Celestino Piatti non si è mai trovato a suo agio nella grafica commerciale. Si è dato da fare per tutta la vita per trovare la migliore soluzione possibile.
Celestino Piatti ha sperimentato nuove forme: a sinistra il cartellone per il corpo di ballo di Basilea, dipinto direttamente con i tubetti di colore, a destra un’illustrazione per la gamma di orologi Submariner di Rolex.
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In che modo ha colto così bene lo spirito prevalente dell’epoca?
A metà degli anni ’50, ha adottato il suo tipico stile illustrativo con superfici colorate e spessi contorni neri che ricordano le vetrate. Lo “stile Piatti” è fortemente riconoscibile e lui stesso è diventato un marchio.
Il suo stile riflette anche l’immediata amabilità delle sue creazioni. Le sue immagini trasmettono un’umanità molto profonda anche nella pubblicità di semplici prodotti.
Piatti era più di un grafico pubblicitario. In un certo senso era anche un artista. Nella loro grazia, le figure di animali umanizzate che popolano i suoi manifesti dagli anni ’50 sono prive di calcolo o di cinismo. Trasmettono una visione amorevole del mondo. Credo che questa sia una qualità speciale del lavoro di Piatti, con cui è riuscito a stabilire una relazione con il suo pubblico.
Come ha fatto a raggiungere la fama internazionale?
A essere fondamentale per il suo successo internazionale è stata soprattutto la sua collaborazione con la Deutscher Taschenbuch Verlag (dtv), che stava facendo breccia nel crescente mercato dei tascabili. Nel 1961, Piatti ha sviluppato per la casa editrice un concetto innovativo di design tipografico uniforme. Durante i successivi 35 anni, ha creato illustrazioni per oltre 6’000 copertine di libri, che sono stati stampati in oltre 200 milioni di copie. Nell’area germanofona, la grafica di Piatti è così entrata irrevocabilmente nella memoria collettiva.
Per raffigurare Bertold Brecht, Piatti ha fatto 28 tentativi con pennello e inchiostro di china. A destra: il motivo scelto per la copertina del libro, 1965.
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Nonostante la sua passione per la sperimentazione c’è un motivo ricorrente: la civetta. Può dirci qualcosa di più al riguardo?
Piatti non ha disegnato nessun altro animale così spesso come la civetta. È apparsa per la prima volta nel 1957 in quanto classico simbolo di saggezza su un cartellone per l’editoria svizzera.
Nell’universo di Piatti, la civetta è saggia, docile e disponibile – qualità che per lui erano di grande importanza. Da un lato, il volto della civetta, che lo distingue dagli altri uccelli, invita virtualmente all’umanizzazione, ma dall’altro, quando si vede una civetta di Piatti, la prima cosa che si nota sono i suoi grandi occhi, il suo sguardo penetrante. Come grafico e artista, Piatti era senza dubbio un uomo visivo, per il quale lo sguardo era una parte importante del lavoro e della vita. Nel confronto col motivo della civetta vedo un confronto con sé stesso e con il suo ruolo nel mondo – un confronto che non ha fine.
Immagine di copertina del libro per bambini “Eulenglück”.
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