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In Svizzera la Riforma è partita da un arrosto e due salsicce

Aiutato da Hans Oggenfuss e Lorenz Hochrütiner, Klaus Hottinger distrugge la croce di Stadelhofen. I tre artigiani svizzeri hanno partecipato alla rottura del digiuno. Bullingers Reformationschronik, 1605

L’Europa protestante celebra i 500 anni della Riforma. In Germania, il movimento si sviluppò con la pubblicazione delle tesi di Martin Lutero, che denunciavano le pratiche della Chiesa cattolica e in particolare la vendita delle indulgenze. Cinque anni dopo, la controversia raggiunse la Svizzera, dove l’inizio della Riforma fu però più prosaico.

Il sacrilegio è stato commesso il 9 marzo 1522, prima domenica di Quaresima. Scena del crimine: l’atelier di tipografia della “Casa nei vigneti” nella Grabengasse, a due passi dalle mura di Zurigo. È fine pomeriggio e una dozzina di uomini sono riuniti attorno alle macchine da stampa, con l’intento di sfidare la Chiesa cattolica e i suoi dignitari. 

Il sacerdote alsaziano Leo Jud (incisione su rame) Bibliothek des evangelischen Predigerseminars in der Lutherstadt

Tra loro c’è anche il padrone di casa, Christoph FroschauerCollegamento esterno, la cui bottega si occupa tra l’altro della stampa di documenti del governo zurighese, e due sacerdoti. Uno è Urlich ZwingliCollegamento esterno, 38 anni, originario del Toggenburg. Dopo aver studiato a Vienna e Basilea, ha servito come sacerdote a Glarona e all’abbazia di Einsiedeln. In seguito è stato nominato a capo della chiesa Grossmünster di Zurigo, dove si è presto guadagnato una reputazione per il suo talento di oratore e la sua forte personalità.

L’altro sacerdote è Leo JudCollegamento esterno, un alsaziano che nel 1519 ha ripreso il posto di Zwingli ad Einsiedeln. Molto vicino al riformatore, ha quasi la stessa età.

Un’epoca di disordini religiosi

Alla riunione partecipano anche degli artigiani: il sarto Hans Oggenfuss, il tessitore Laurenz Hochrütiner e il calzolaio Klaus Hottinger. Tre uomini dalla reputazione di teste calde. Nel 1523 si faranno conoscere ben oltre i confini della città distruggendo una croce alle porte di Zurigo.

Il quarto artigiano, non certo il meno radicale, è il panettiere Heinrich Äberli. Qualche giorno prima, durante il Mercoledì delle ceneri – giorno di penitenza, preghiera e digiuno – ha sfidato i cattolici mangiando un “arrosto”. La città di Zurigo non era mai stata confrontata con una simile provocazione.

Gli uomini riuniti in tipografia vogliono ripetere il gesto e mettere così in imbarazzo le autorità e la Chiesa. Decidono così di mangiare due salsicce affumicate.

Si sa che le salsicce erano rimaste appese un anno al camino e avevano un sapore particolarmente forte, ma non si sa se i profanatori le abbiano consumate con religiosa solennità o con gioiosa insolenza. In ogni caso, hanno fatto di tutto affinché la notizia della loro ribellione si diffondesse a macchia d’olio.

Ulrich Zwingli nello studio dove ha scritto sermoni e pamfeti. Bullingers Reformationschronik, 1605

“Rompere il digiuno non è un peccato”

Zwingli si accontenta di assistere al pasto, senza parteciparvi. Il suo compito è un altro: legittimare questa provocazione da un punto di vista teologico. Due settimane dopo pronuncia così un sermone di fuoco dal titolo “Von erkiesen und fryheit der spysen” (“Sulla scelta e libertà degli alimenti”), nel quale sostiene che nei testi sacri non c’è alcun riferimento all’obbligo di digiunare. Al contrario, diversi passaggi biblici sottolineano l’importanza di poter scegliere liberamente cosa mangiare o bere.

Regula Bochsler ha studiato storia e scienze politiche all’Università di Zurigo. Per molti anni ha lavorato come responsabile di redazione, giornalista e animatrice presso la televisione pubblica tedesca. Ha realizzato decine di programmi di storia per la televisione e diverse esposizioni. Ha scritto anche dei libri, tra cui “The Rendering Eye. Urban America Revisited” (2013), “Ich folgte meinem Stern. Das kämpferische Leben der Margarethe Hardegger” (2004) e “Leaving Reality Behind. etoy vs eToys.com & other battles to control cyberspace” (2002). zvg

In sostanza, afferma Zwingli, rompere il digiuno non è peccato. Si tratta di una questione puramente privata e non religiosa. “Digiuni volentieri? Digiuna. Non vuoi mangiare carne? Non mangiarla. Ma lascia al cristiano la sua libertà. Lo Spirito impone alla tua fede il digiuno? Digiuna, ma concedi al tuo prossimo di far uso della libertà del cristiano”, scrive il riformatore.

Tre settimane dopo, la predica di Zwingli viene stampata dall’amico Christoph Froschauer. Zurigo è in fermento. Nelle osterie, favorevoli e contrari vengono alle mani. Si vocifera che dei fanatici vogliano rapire Zwingli e consegnarlo al vescovado di Costanza affinché venga punito.

Nel frattempo, il governo zurighese chiede un parere teologico. Gli esperti sostengono Zwingli, ma esigono una punizione per coloro che hanno violato il digiuno. Il 7 aprile 1522 arriva in città una delegazione del vescovado di Costanza ed esige la stessa cosa.

Si aprono le trattative, durante le quali Zwingli viene autorizzato a spiegare le sue ragioni e a giustificare le sue critiche nei confronti della Chiesa. Due giorni dopo, i rappresentanti del vescovado e il governo zurighese condannano il gesto. L’esecutivo della città sottolinea tuttavia che si tratta di una decisione provvisoria e invita la Chiesa a prendere posizione. In questo modo il governo si dichiara responsabile di un caso ecclesiastico e conferisce a Zwingli il ruolo di interlocutore alla pari.

Rottura con la tradizione cattolica

Per il riformatore, la trasgressione del digiuno è un grande successo. La situazione si rivela invece più complicata per il suo alleato Christoph Froschauer, che dipende professionalmente dal benvolere del governo.

Il tipografo è così costretto a scusarsi, pur sottolineando di aver lavorato giorno e notte per preparare la fiera del libro di Francoforte e non avrebbe certo potuto sopravvivere mangiando solamente “poltiglia”.

Il caso non gli porta pregiudizio perché Froschauer si trova dalla parte giusta della storia: tra poco curerà infatti la prima edizione tedesca completa della Bibbia e avrà un ruolo centrale nel divulgare il pensiero riformatore.

Un anno dopo il caso delle salsicce, quasi tutte le regole di digiuno sono abolite. Il governo zurighese non ha seguito unicamente l’interpretazione zwingliana della Bibbia, ma ha rotto definitivamente con la tradizione cattolica. Mentre in Germania la RiformaCollegamento esterno è iniziata con le tesi di Lutero, in Svizzera è partita da… un arrosto e due salsicce. 

Vista di Zurigo conosciuta con il nome di Murerplan, 1576. La casa di Christoph Froschauer, dove sono state consumate le salsicce, si trova nei vigneti a sinistra, sotto lo stemma. Holzschnitt von Jos Murer, 1576

Traduzione dal tedesco, Stefania Summermatter

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