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Concluse “nella normalità” le Giornate di Soletta

Una scena di Transumanza per il terzo millennio, di Erich Langjahr, che ha vinto il premio del miglior documentario Keystone Archive

Nonostante il primato di pubblico, le 38esime Giornate del cinema svizzero non hanno convinto.

Incerte anche le prospettive finanziarie del settore.

Si è chiusa domenica con un primato di presenze – 40mila spettatori – la 38ma edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta, ma la qualità di questo festival del cinema svizzero è risultata mediocre e le prospettive, specialmente quelle finanziarie, appaiono incerte.

L’edizione 2003 ha segnato il trionfo, invero inatteso, del ginevrino Vincent Pluss.

Scontato aumento di pubblico

L’aumento delle presenze, pari al 17 per cento rispetto alla passata edizione, era comunque prevedibile: infatti quest’anno la rassegna si è aperta di lunedì, con una giornata di anticipo.

Il forte afflusso di cinefili torna utile agli organizzatori, che puntano proprio su questo risultato per trovare nuovi sponsor, in sostituzione della grande banca che ha ritirato il proprio sostegno.

Tra documentari, fiction, animazioni e telefilm, il festival ha mostrato quella che è oggi la gamma del cinema elvetico: ben 260 pellicole, tra cui 90 lungometraggi.

Ma questa «inflazione», che testimonia l’entusiasmo e la tenacia dei realizzatori, non deve trarre in inganno: il problema del finanziamento è endemico e tale rimane. Molti cineasti hanno approfittato delle Giornate solettesi per reiterare il loro appello alle autorità: più prodigalità nella concessione di aiuti.

Premio sintomatico

Sintomatico di questa situazione è il lungometraggio del ginevrino Vincent Pluss «On dirait le sud», cui è andato il Premio del cinema svizzero 2003 per la migliore fiction. È stato girato in fretta e con scarsi mezzi, senza alcuna sovvenzione.

Inoltre il montaggio della pellicola ha richiesto mesi, poiché Pluss era occupato a metà tempo in un altro lavoro che gli permettesse di vivere.

La sua è una pellicola minimalista, con una storia che rasenta la banalità: una giovane coppia, con figli, alle prese con quella quotidianità che sempre più spesso sfocia nella crisi.

Nell’assegnare al film il premio di 50mila franchi, la giuria ha mostrato audacia: sarà ora interessante vedere che accoglienza riserverà il pubblico nelle sale.

Giornate 2003: un’edizione «normale»

Un’edizione «normale», quindi, senza grandi rivelazioni: il pubblico ha apprezzato, ma gli applausi non sono scrosciati. La tendenza osservata negli ultimi anni si è confermata: i realizzatori preferiscono insistere sul filone documentaristico, nell’esplorazione dell’universo sociale fatto di vecchiaia, morte, solitudine, migrazione, episodi poco noti della storia del Paese.

Le fiction risultano sovente allestite per il piccole schermo: hanno il merito della chiarezza, ma sono carenti in fantasia.

Più meritevoli, quanto a fantasia, sono risultati i cortometraggi. Alcuni di essi, facendo leva sull’ironia e sullo humor, in pochi minuti di proiezione sono riusciti ad accaparrarsi la simpatia del pubblico.

swssinfo e agenzie

Proiettate 141 pellicole
15% in più gli spettatori di quest’anno
I premi sono andati soprattutto a produzioni televisive

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