Dai castori della Brévine alle paludi di Sagno

Un dizionario fresco di stampa rivela e racconta le origini dei nomi di tremila comuni svizzeri. Una miniera di curiosità.
E così si scopre che Porrentruy non ha nulla a che vedere con la scrofa (truie in francese), mentre la posizione tra due fiumi ha dato il suo nome a Intragna.
Si tratta di un’opera di peso – anche in senso materiale: 4,250 kg, assicura il curatore Andres Kristol – frutto di una gigantesca ricerca. Il “Dizionario toponomastico dei comuni svizzeri” riunisce infatti le carte di identità di circa tremila città e paesi.
Se le origini di alcuni comuni sono evidenti (come Neuchâtel, Capolago o Bivio), quelle di altri riservano davvero delle sorprese. Si viene a sapere, per esempio che Küssnacht (Zurigo) trae le sue origini dal nome latino “Cossinius”. Nulla a che vedere, dunque, con la traduzione letterale “la notte del bacio”.
La leggenda di Porrentruy
Questo singolare viaggio alla ricerca delle origini, ha permesso agli studiosi di svelare false etimologie. Una delle più divertenti riguarda senz’altro il comune di Porrentruy (Giura).
Nell’immaginario popolare il nome di Porrentruy era semanticamente legato a “scrofa”. Un legame, del resto, sul quale fonda una leggenda – una femmina di cinghiale avrebbe salvato il paese – e che persiste ancora oggi sugli stemmi della cittadina.
In realtà il nome del comune giurassiano ha origini meno ruspanti: deriva, probabilmente, dall’associazione della parola “ponte” e del nome femminile di origine germanica “Ragintrudis”.
Orsi e castori
Eppure la pista del cinghiale non era proprio così bizzarra. Spesso, infatti, i nomi dei comuni si ispirano alla fauna. Il ricordo degli orsi, per esempio, vive ancora oggi nei nomi di diversi paesi: Orsières (Vallese), Orselina (Ticino) o nella valle d’Urseren (Uri).
Quanto ai castori, sembrano apprezzare maggiormente il freddo. Ma non è probabilmente per questo motivo che hanno dato il nome al comune neocastellano di La Brévine (dal celtico “Bebrona”, ossia il ruscello del castoro). Una simile origine è reperibile anche a Bibern (Soletta e Sciaffusa).
Lontani legami di parentela
La gemellanza dei comuni rappresenta uno degli aspetti più interessanti messi in luce dai ricercatori. “Sania”, che indicava un terreno paludoso, si ritrova nei nomi di diverse località: La Sagne (Neuchâtel), Saignelégier (Giura), Valzeina (Grigioni), Sagno e Massagno (Ticino).
Numerosi toponimi sono dunque presenti nelle tre, anzi nelle quattro regioni linguistiche, ma le rispettive evoluzioni fonetiche hanno spesso mascherato il loro legame di parentela.
Descrizione geografica
Un terzo delle città e dei villaggi svizzeri porta il nome del proprio fondatore. Ad esempio, Personico, nel nord del Ticino, avrebbe alla sua base il gentilizio latino Persius o Priscius, o il personale germanico Perso; il suffisso “onico” significa “la gente di”.
Spesso il nome descrive il luogo medesimo. E’ il caso di Intragna (Ticino), che deriva dalla preposizione latina “inter” (in mezzo a) con il sostantivo latino “amnes” (corso d’acqua, fiume). Descrive dunque la situazione geografica di Intragna, tra i fiumi Isorno e Melezza.
La ricerca delle origini non è però sempre facile. In alcuni casi, infatti, gli autori del dizionario non sono giunti ad un esito preciso. Il nome del 10% dei comuni rimane avvolto in una sorta di mistero toponimico; è il caso, per esempio, di Chiasso, in Ticino, Lamboing e Crémines nel canton Berna.
Un lavoro da certosini
Il gruppo di dodici ricercatori, coordinati da Andres Kristol – direttore del Centro di dialettologia dell’Università di Neuchâtel – hanno complessivamente esaminato, analizzato e verificato circa tremila nomi di comuni.
“Alcune regioni – precisa Andres Kristol – ci hanno messo a disposizione i loro documenti. Ma in molti casi i nostri storici hanno dovuto letteralmente frugare negli archivi. Si è anche trattato di eliminare le informazioni sbagliate, allontanarsi da false piste, smistare. Scegliere, insomma”.
“Su questo dizionario – prosegue l’autore – ho lavorato quasi giorno e notte . Del resto qualcuno mi aveva detto: è un’impresa irrealizzabile! Nelle scienze umanistiche, inoltre, è assai difficile ottenere dei crediti per finanziare un progetto come questo”.
Nato sotto il segno di Expo.02
Andres Kristol ha comunque dovuto attendere Expo.02 per trovare i fondi necessari alla realizzazione del suo ambizioso progetto. Per quell’occasione aveva suggerito l’idea di un’esposizione intorno alla toponomastica. E nel 2002 “Onoma” ha puntualmente visto la luce sull’arteplage di Yverdon.
All’epoca il direttore del Centro di dialettologia sognava già di riunire tutte le informazioni raccolte per “Onoma” in un dizionario. “Era davvero il mio sogno nel cassetto. E poi, un giorno, l’editore mi ha proposto di realizzarlo”.
Archiviate le sue fatiche, ora Andres Kristol spera davvero che l’opera sia consultata sia dagli specialisti – geografi, storici – sia dal grande pubblico.
“L’Expo ci ha imposto di redigere un testo in forma divulgativa, per essere accessibile a tutti. E questo ci ha aperto le porte. Nel padiglione di “Onoma” abbiamo infatti accolto oltre 700 mila visitatori…”.
swissinfo
Il Dizionario toponomastico recensisce le origini di circa tremila comuni svizzeri
Ogni comune è presentato con una scheda nella sua lingua ufficiale.
Il voluminoso libro pesa oltre 4 chilogrammi
Le pagine da sfogliare sono 1’104
Circa un terzo dei comuni svizzeri porta il nome del fondatore, mentre sono in diversi ad avere un nome legato alla configurazione del terreno.
Anche la fauna rappresenta una fonte importante di ispirazione.
Del comitato scientifico del Dizionario toponomastico dei comuni svizzeri fa parte anche il ticinese Stefano Vassere.
Il volume è pubblicato presso le Edizioni Huber (Frauenfeld) e Payot (Losanna).

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