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Dall’eroe nazionale al “cibervampiro”

Ritratto di Vlad Tepes III (1431-1476), che ha ispirato il personaggio di Dracula nel romanzo di Bram Stoker. AFP

Cent'anni dopo la nascita di Dracula dalla penna dello scrittore irlandese Bram Stoker, i ricercatori tentano ancora di decifrare cosa si nasconde dietro al mito di questo vampiro. Un vampiro che di notte lascia la sua tomba alla ricerca del sangue di nuove vittime. Incontro con uno storico basilese.

Heiko Haumann, professore all’università di Basilea, non è uno specialista di vampiri. Il suo campo di ricerca è la storia dell’Europa orientale. Ha scritto diversi libri sugli ebrei nell’Europa dell’Est e nell’Unione sovietica.

Nel 2001 ha pubblicato “Dracula, Leben und Legende” (Dracula, vita e leggenda), un libro su Vlad Tepes (1431 – 1476), il principe di Valacchia soprannominato “L’impalatore”. Le sue vicende hanno ispirato la creazione del famoso conte Dracula di Bram Stoker.

swissinfo.ch: Nel suo libro si è molto lontani dal leggendario vampiro. Chi era il “vero” Dracula?

Heiko Haumann: Vlad Tepes III, che i suoi nemici chiamavano Draculea [“figlio del dragone”, soprannome legato al fatto che suo padre era membro dell’ordine cristiano del Dragone] era principe e capo militare della Valacchia, una regione a Sud dell’attuale Romania. Nel caos del XVesimo secolo, si è battuto per l’indipendenza del suo paese contro gli ottomani e gli ungheresi, signori della Transilvania.

La Valacchia era un Stato cuscinetto. Vlad III voleva rafforzarla economicamente, spezzare il potere della nobiltà e costruire una potenza militare per proteggerne l’indipendenza. Le sue campagne militari contro i turchi hanno spesso avuto successo. È in questo modo che è diventato uno dei capofila della resistenza contro l’impero ottomano.

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swissinfo.ch: Perché ci sono così poche testimonianze concrete sulla vita di questo personaggio, a parte qualche racconto e illustrazione medievali?

H.H.: È probabilmente una caratteristica dell’epoca. Abbiamo unicamente a disposizione qualche fonte indiretta o documenti ungheresi e turchi. È possibile che le testimonianze su Vlad siano state distrutte durante le numerose guerre dell’epoca, come successo un po’ ovunque nell’Europa dell’Est.

swissinfo.ch: L’impalamento e altre pratiche barbariche erano moneta corrente all’epoca. Perché la storia le associa soprattutto a Vlad Draculea, al punto da ispirare lo scrittore Bram Stoker?

H.H.: Anche se le fonti scarseggiano, possiamo dire che l’impalamento era una punizione diffusa nell’impero ottomano, così come in tutto il mondo occidentale fino al Vaticano. Alcuni documenti storici non ne fanno menzione, mentre altri ne parlano ampiamente e sottolineano il carattere particolarmente sanguinario di Vlad Draculea. Avrebbe perfino organizzato un banchetto di fronte alle sue vittime.

Anche se non lo si può escludere completamente, credo che questo racconto faccia più che altro parte della propaganda del regno ungarico. L’obiettivo era indebolire Vlad e togliere di mezzo un rivale nella lotta tra l’Occidente cristiano e l’impero del sultano di Costantinopoli.

swissinfo.ch: Il principe Scanderberg,  vissuto nella stessa epoca di Vlad, è considerato un eroe nazionale in Albania. Che ruolo ha avuto Draculea in quanto figura storica per la Romania?

H.H.: Non è così importante come Scanderberg, anche se il suo busto troneggia assieme a quelli di altre grandi figure della storia rumena in uno degli edifici principali di Bucarest. È senza dubbio uno dei grandi eroi del paese, perché ha lottato contro gli ottomani. La tradizione rumena non lo rappresenta come un mostro, ma come un leader che si è battuto per unire e difendere il proprio paese.

swissinfo.ch: Cosa pensano i rumeni del fatto che l’Occidente considera Dracula un mostro?

H.H.: La maggior parte non accetta questa commercializzazione di Vlad, che fa di lui un mostro sanguinario o perfino un vampiro, come nel romanzo di Bram Stoker. Per questo la popolazione rumena si è opposta a più riprese alla creazione di parchi di divertimento dedicati a Dracula. Lo ritiene un eroe nazionale, che non ha nulla a che vedere con le credenze largamente diffuse sui vampiri.

swissinfo.ch: Ciononostante, le credenze popolari sull’esistenza dei vampiri sono ancora diffuse in Romania e in altri paesi dell’Europa dell’Est.

H.H.: Sì, in molte regioni la gente crede ancora che i morti possano tornare dall’oltretomba. Anche in Serbia, in Slovacchia e in altri paesi dell’Est europeo. Secondo la credenza popolare – che risale a diversi secoli fa – le persone con le quali abbiamo avuto seri conflitti torneranno dall’aldilà per vendicarsi.

swissinfo.ch: Come ha fatto questo Dracula storico a prendere le sembianze di un vampiro?

H.H.: È per via di Bram Stoker. Fin dalla metà del 18esimo secolo, esistevano già racconti sui vampiri nel Sud e nell’Est europeo, grazie alla letteratura e ai giornali. Parlavano di morti rinchiusi nelle tombe, con il gusto del sangue fresco ancora sulle labbra.

Prima di Stoker, tuttavia, nessuno aveva messo in relazione i vampiri con Vlad Draculea, come lo dimostrano tra l’altro i testi di Goethe, di E.T.A. Hoffmann e di alcuni scrittori russi. Bram Stoker ha fatto questo legame proprio nel momento in cui i primi vampiri dell’Est emergevano nella letteratura gotica inglese.

swissinfo.ch: Come è accaduto?

H.H.: Stoker è venuto a conoscenza di questo principe, definito un “assetato di sangue”, e l’ha sfruttato. Prima in un racconto e poi nel suo romanzo. Possiamo definire Stoker il creatore di questo personaggio.

Conosceva la Romania unicamente attraverso i libri o i racconti di conoscenti che vi avevano soggiornato. Sappiamo che ha trascorso molto tempo alla British Library a consultare libri sul tema.

swissinfo.ch: Perché Dracula è diventato così popolare?

H.H.: Il libro ha avuto la sua parte, ma sono senza dubbio i film ad aver contribuito di più.

swissinfo.ch: Cosa ne è dei vampiri oggi? Sono ancora di moda tra gli adepti del movimento gotico o di quello Black Metal?

H.H.: Indipendentemente dai movimenti, esistono senza dubbio in diverse parti del mondo persone che credono ancora all’esistenza dei vampiri, ossia alla risurrezione dei morti. Ci sono coloro che portano il costume tipico dei vampiri, che si definiscono tali e che talvolta bevono sangue anche se sono completamente innocui.

E poi ci sono i vampiri moderni, che si servono di internet per influenzare gli altri, svuotandoli di ogni forza. Anche questa è una forma di vampirismo. Li si potrebbe chiamare gli psico vampiri, o cyber vampiri.

Nato nel 1431 nel villaggio di Sighisoara, Vlad III – anche chiamato Vlad l’impalatore – è principe e capo militare di Valacchia, regione della Transilvania.

Draculea significa “figlio del drago”. Suo padre, Vlad II, apparteneva infatti all’ordine del Dragone, fondato dall’imperatore del Sacro romano impero e re d’Ungheria Sigismondo per proteggere la corona e lottare contro i suoi nemici, principalmente ottomani.

Draculea trascorre parte della sua infanzia nelle carceri del sultano ottomano Murad II, prima di fuggire in Ungheria, dove inizia una carriera militare. Nel 1448, poi dal 1456 al 1462 ricopre la carica di re di Valacchia.

Nell’inverno 1461-1462, lancia una campagna contro i turchi, riportando diverse vittorie importanti. Il sultano Maometto II concentra così i suoi sforzi bellici sulla Valacchia.

Vlad III viene arrestato presumibilmente nel dicembre 1462 dal re di Ungheria Mattia Corvino (detto “Il giusto”) e accusato di tradimento. Trascorre 12 anni in carcere. Nel 1472 si converte al cattolicesimo, si sposa una seconda volta e ritrova la libertà. Nel febbraio 1476 è nominato comandante capo delle truppe ungheresi contro gli ottomani e riprende la corona di re di Valacchia lo stesso anno.

Muore sul campo di battaglia tra il 1476 e il 1477. Secondo alcuni documenti, la sua testa è stata imbalsamata nel miele e inviata al sultano per essere esposta a corte. Vlad III è sepolto al monastero Snagov, 40 km a nord di Bucarest.

(Fonte: Heiko Haumann, Dracula – Leben und Legende, Ed. C.H. Beck, 2011 – Non tradotto in italiano)

Lo scrittore irlandese Bram Stoker pubblica nel 1897 Dracula, romanzo epistolare sul quale ha lavorato dieci anni.

Il successo non è immediato e arriverà soltanto dopo la morte dell’autore nel 1912, quando il suo personaggio immaginario sarà riprodotto sul grande schermo.

La più antica versione filmata tuttora conservata è Nosferatu, del regista tedesco F.W. Murnau (1922).

Anche se Bram Stoker non è certo l’inventore dei vampiri, Dracula ne è senza dubbio l’archetipo e il simbolo più conosciuto.

Oggi il catalogo completo dei film sui vampiri conta «verosimilmente 300 titoli», secondo lo storico Heiko Haumann.

(Traduzione dal portoghese)

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