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Dei disordini che scalfiscono l’immagine della Svizzera

Anche i media esteri hanno dato ampio spazio sabato alla manifestazione dell'UDC (nella foto una conferenza stampa improvvisata di Christoph Blocher, al centro) e alla contromanifestazione swissinfo.ch

Le violenze scoppiate a Berna sabato hanno avuto una forte eco anche all'estero. La campagna elettorale e i disordini nella capitale sono addirittura sulla prima pagina del New York Times.

In molti media stranieri la Svizzera è dipinta come un paese xenofobo. La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey teme per l’immagine del paese.

Fatto assai raro, in questi ultimi giorni la Svizzera è stata al centro dell’attenzione dei media stranieri. Lunedì molti giornali esteri hanno dedicato ampio spazio ai disordini scoppiati sabato a margine delle manifestazioni dei sostenitori e degli oppositori dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice).

L’edizione online della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, ad esempio, titola “Battaglia nelle strade di Berna”, quella dello “Spiegel” “gravi tumulti durante la marcia dell’UDC attraverso Berna” e aggiunge “scontri scuotono la politica svizzera”.

Il tabloid austriaco “Krone” scrive: “A due settimane dalle elezioni grave battaglia nelle strade di Berna”.

“Noi contro gli stranieri”

Nel fine settimana anche il telegiornale della prima emittente pubblica tedesca ARD, di quella belga francofona RTBF ed Euronews avevano dato risalto, in parte ampio, agli scontri avvenuti a Berna e alla polarizzazione della campagna elettorale.

Lunedì il “New York Times” ha pubblicato in prima pagina un articolo focalizzato soprattutto sulla campagna elettorale dell’UDC. Il partito – scrive in sostanza il giornale – segue il principio del “noi contro gli stranieri” in maniera ancora più rigida del populista di destra francese Jean-Marie Le Pen.

Ad inizio settembre, facendo riferimento in particolare ai manifesti della pecora nera scacciata da quelle bianche dell’UDC, nonché all’iniziativa sull’espulsione degli stranieri criminali, il quotidiano britannico “The Indipendent” si era chiesto se la Svizzera non fosse diventata il “cuore delle tenebre in Europa” e aveva parlato di pericoloso estremismo.

Un paese razzista

Articoli di questo genere sono apparsi in tutto il mondo, ha indicato il direttore di Presenza Svizzera (l’organismo della Confederazione per la promozione dell’immagine della Svizzera nel mondo) Johannes Matyassy. La Svizzera viene rappresentata sempre come paese ostile agli stranieri e razzista. Nella maggior parte dei casi i titoli sono molto aspri, ma le notizie equilibrate.

Le più negative sono quelle spagnole. Su diversi giornali sono apparsi un’intera serie di articoli, ha detto Matyassy confermando un’informazione della “Neue Zürcher Zeitung”.

Tuttavia agli ambasciatori non sono state date istruzioni su come reagire. Matyassy teme un danno all’immagine della Svizzera solo se le critiche dovessero perdurare, e per ora ciò è il caso soltanto in Spagna.

La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey si è dal canto suo detta molto preoccupata per l’immagine della Svizzera all’estero in seguito ai disordini avvenuti sabato a Berna.

In gioco il benessere della Svizzera

Il paese è incapace di tenere fede alla sua fama di nazione basata sul dialogo e capace di costruire ponti fra le varie posizioni politiche. “I nostri ambasciatori vengono interrogati su questo punto e ci domandano cosa devono rispondere”, ha detto la ministra degli esteri ai microfoni della Radio romanda.

Secondo Calmy-Rey è in gioco il benessere stesso della Svizzera, visto che un franco su due viene guadagnato all’estero. Le violenze tendono a ripetersi, ha aggiunto la ginevrina citando fra l’altro gli episodi di intolleranza sul Rütli o in margine alla partite di calcio. La presidente ha condannato tutti coloro – estremisti di destra o di sinistra – che mirano a trasformare riunioni in battaglie e ha lanciato un appello alla ragione.

Le violenze materiali e fisiche sono alimentate da una violenza verbale che gioca in particolare sulla paura della gente: secondo Calmy-Rey occorre cessare le provocazioni, che non rimangono senza conseguenze. La campagna elettorale è “dura” e il governo fa tutto il possibile per tentare di calmare le acque, ma l’esecutivo non è in strada durante le manifestazioni: spetta alla polizia e ai servizi di sicurezza mantenere l’ordine.

swissinfo e agenzie

Sabato, a margine di una manifestazione autorizzata dell’UDC, il centro storico di Berna e la Piazza federale si sono trasformati in una sorta di campo di battaglia.

Secondo i dati forniti dalla polizia, negli incidenti sono state ferite 21 persone, tra i quali 18 poliziotti.

8 feriti hanno dovuto essere trasportati in ospedale.

Le persone arrestate sono state 42 (nel frattempo tutte rilasciate) ed i danni, in un primo e provvisorio bilancio, sono stati stimati in almeno 100’000 franchi.

I disordini potrebbero avere anche conseguenze penali. La polizia comunale di Berna sta valutando se denunciare gli organizzatori della contromanifestazione non autorizzata.

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