Dolce risveglio per il monte San Giorgio
Il riconoscimento nel 2003 del sito fossilifero del monte San Giorgio quale patrimonio UNESCO non ha finora prodotto molti risultati. Finalmente però qualcosa si muove: una fondazione è stata istituita e una nuova fase di scavi è appena iniziata.
Per raggiungere il San Giorgio dal versante ticinese bisogna spingersi fino al piccolo villaggio di Meride, a sud del cantone, proprio dove all’inizio degli anni Settanta è stato aperto il museo dei fossili. Le numerose case decorate in stucco regalano a questo comune di 300 anime un’atmosfera quasi magica.
A Meride non ci sono però segni tangibili della presenza di un sito patrimonio dell’umanità. Soltanto all’entrata del piccolo museo, ubicato presso la casa comunale, una targhetta ricorda ai turisti il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO: “L’iscrizione in questa lista di un bene culturale o naturale consacra il suo valore universale eccezionale affinché esso sia protetto a beneficio dell’umanità”.
Determinante per la scelta del monte San Giorgio è stata la presenza di reperti paleontologici che trasformarono, 230 millioni d’anni fa, un bacino profondo 100 metri in una regione subtropicale.
La superficie protetta si estende su 849 ettari ed è – per così dire – un cimitero del periodo Triassico medio. Finora sono stati rinvenuti migliaia di reperti fossili di rettili marini, pesci, invertebrati e microfossili, taluni appartenenti a specie rare o addirittura uniche.
Dal museo dei fossili…
Alcuni di questi reperti, di enorme pregio scientifico ma anche estetico, sono raccolti all’interno del museo e spiegati al pubblico grazie ad apposite tavole. L’esposizione non ha tuttavia subito grandi evoluzioni dalla sua inaugurazione nel 1973.
“Piccolo, ma interessante”, scrivono alcuni visitatori sul libro degli ospiti, accanto agli schizzi di dinosauri fatti dai bambini. “Difficile da scovare” commenta invece – a giusto titolo – una coppia olandese.
Soltanto un rinnovato e piacevole documentario in lingua italiana e tedesca dell’Università di Zurigo presenta ai visitatori gli ultimi sviluppi della ricerca paleontologica sul monte San Giorgio. Tre sedie di legno si perdono tra le antiche vetrine, mentre uno scritto di vecchia data della commissione del museo si scusa per le condizioni dell’esposizione.
“Non è certo una situazione ottimale”, ammette il geologo Markus Felber che ha portato avanti – praticamente da solo – la candidatura del monte San Giorgio, investendo in questo progetto parte del suo tempo libero. Di questa situazione spiacevole, Felber non ha comunque nessuna colpa.
…. Attraverso la Fondazione monte San Giorgio ….
Sono gli ingranaggi della politica ticinese che funzionano spesso a ritmo ridotto e che, in questo caso, hanno ostacolato un rapido sfruttamento e una migliore commercializzazione del monte San Giorgio. Anche perché i nuovi progetti in cantiere devono essere approvati dai nove comuni limitrofi e il cantone ha perso troppo tempo in questo senso.
Finalmente però qualcosa sembra muoversi. A fine agosto è stata ufficialmente istituita la fondazione monte San Giorgio, composta da cinque rappresentanti dei comuni, uno dell’UNESCO svizzero ed uno dell’ente turistico del Mendrisiotto e del Basso Ceresio. “D’ora in poi ci sarà finalmente soltanto un unico interlocutore a cui rivolgersi”, ha precisato Felber.
“È un passo davvero fondamentale per il futuro di tutta la regione”, dichiarava Pascal Cattaneo, sindaco di Meride e presidente della commissione. Non c’è dubbio, infatti, che senza una fondazione la gestione di un sito di importanza mondiale sarabbe impossibile.
…. fino a un moderno centro visitatori
A dicembre il canton Ticino ha approvato un credito di 600’000 franchi per la creazione di un nuovo centro visitatori entro il 2010. Il restauro sarà affidato all’architetto Mario Botta, per un onere complessivo stimato a 3 milioni di franchi.
La fondazione sarà dunque chiamata a coordinare la promozione e le attività legate al sito. Per questo saranno necessari altri 160’000 franchi l’anno, coperti in parte dal canton Ticino e in parte dai comuni vicini e da diversi sponsor. Si stima che il nuovo museo attirerà ogni anno oltre 6’500 visitatori.
Appena saranno costruite le strutture necessarie sul luogo, previsto un numero di parcheggi sufficienti e garantito un collegamento con la rete di trasporti pubblici, l’ente turistico ticinese si impegnerà a rafforzare la campagna di promozione del sito.
A differenza dei tre castelli di Bellinzona (anch’essi patrimonio dell’UNESCO), finora la campagna pubblicitaria per il monte San Giorgio è stata piuttosto ridotta.
Un segnale positivo giunge tuttavia dal Museo cantonale di storia naturale che in questi giorni ha lanciato una nuova campagna paleontologica denominata “Cassina”. Gli scavi saranno effettuati tra l’8 settembre e il 10 ottobre a quota 900 metri, lungo il sentiero che da Meride (586 metri) porta in vetta (1’096 metri). Al progetto parteciperanno anche degli studenti dell’università dell’Insubria.
Gerhard Lob, Meride
(traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)
Il monte San Giorgio è il più importante sito archeologico risalente al periodo geologico del Triassico medio, 230-240 milioni di anni fa.
Ad oltre 1’000 metri sul livello del mare, si staglia come una piramide rocciosa sulll riva meridionale del Lago di Lugano.
La superficie dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO si estende su 849 ettari e comprende i comuni di Meride, Riva San Vitale e Brusino Arsizio. Altri 1’400 ettari, distribuiti su sei comuni, fungono da zona cuscinetto attorno alla regione.
La maggior parte dei reperti si trovano al museo paleontologico di Zurigo, mentre una piccola parte è esposta al museo di Meride.
Oltre agli scavi paleontologici, iniziati nel 1924, questa regione è particolarmente nota per le cave di marmo e di altro materiale come la pietra da calce.
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