Prospettive svizzere in 10 lingue

Due americani a Locarno

Susan Sarandon: "Per ora voglio essere la regista della mia famiglia" swissinfo.ch

Attori famosi, divi controcorrente: Susan Sarandon e John Malkovich lasceranno un'impronta particolare nell'album dei ricordi del Festival del film di Locarno.

Il passaggio dei due americani sulle rive del Verbano si è distinto proprio per la forza dei loro caratteri, tanto sulla scena della loro vita, quanto sotto i riflettori del palcoscenico.

Sono approdati al cinema quasi per caso, per quelle strane coincidenze della vita che forgiano poi un destino. E, nel caso di Sarandon e Malkovich, di due destini scolpiti con chiarezza.

Determinati, decisi: ieratico ed enigmatico lui, “Pasionaria” e solare lei, calcano le scene del teatro e il set del cinema con sicurezza. Entrambi sostenitori del cinema indipendente, impegnati in numerosi progetti, a Locarno hanno ricevuto l'”Excellence Award”.

“Un Festival con un ruolo importante”

“Vedrai mamma, Locarno ti piacerà”. Sul palco di Piazza Grande Susan Sarandon evoca le parole della figlia. E conferma: “Questa città, che vedo per la prima volta, è davvero molto bella. E sono felice di ricevere questo premio alla carriera”.

“Il vostro Festival – continua Sarandon – ha un ruolo importante da giocare: perché dà spazio ai giovani, perché si parla di cinema, perché dedica ai Diritti dell’essere umano un programma speciale”.

Una scelta che lei, militante e attivista nella difesa dei diritti civili, non poteva non apprezzare. Femminista e madre premurosa, Susan Sarandon si è mostrata serena e raggiante all’incontro con pubblico e giornalisti.

Ha parlato di cinema – “Ogni film è politico, anche quelli con Schwarzenegger” – delle sue lotte, dei suoi progetti che, come agente di se stessa, sceglie con cura. “Se sono qui davanti a voi a Locarno, è perché nella mia vita mi piace improvvisare”.

Clima pesante per gli attori schierati

Vestita di verde, boccoli rossi, autentica e diretta, ha apertamente attaccato Bush, l’isolamento in cui vengono relegati gli intellettuali schierati e dissidenti e la diffusa disinformazione.

“Amo il mio paese, ma la paura dell’emarginazione, la paura del ridicolo e l’intensità della violenza della stampa – denuncia Sarandon – hanno reso la vita difficile a molte persone”.

“La mia fotografia, per esempio, è stata affiancata al ritratto di Bin Laden, come fossi la sua amante. L’unico spazio di informazione libera è Internet. Così in questo clima di tensione, oltre alle lotte per i diritti civili, c’è anche quella per proteggere i miei figli”.

Sì perché il progetto che ora le sta più a cuore è proprio quello di essere la regista della sua famiglia, prima che di un film. Seppure di film, come attrice, continua a girarne. Alla Mostra del cinema di Venezia sarà presente con due pellicole.

All’alba dei suoi splendidi sessant’anni, Susan Sarandon denuncia la brutalità della macchina di Hollywood. “Ti usano fino a 30, al massimo 40 anni. E poi via, sparisci”. “Ecco perché l’importante è trovare la propria voce, rendersi conto di ciò che abbiamo e che gli altri non hanno”.

“Mi troverei anche nel ruolo di Wendy”

E’ stato accolto da centinaia di occhi puntati su di lui come tanti riflettori.

John Malkovich, avvolto in un abito chiaro, con una curiosa borsettina a tracolla acquistata in Croazia, si è concesso con misura al pubblico di Locarno e alle precise domande di Irene Bignardi.

Attento, ironico, a tratti caustico e tenebroso, ha dichiarato il suo amore tanto per il teatro quanto per il cinema, sebbene siano due mondi diversi.

“Non ho difficoltà ad entrare in relazione con i personaggi. Peter Pan – commenta sornione Malkovich – sarebbe una “pièce” perfetta per me. Anche se mi troverai benissimo nel ruolo di Wendy”.

Che Malkovich sia un attore straordinariamente eclettico, sublime e inquietante nell’interpretare i ruoli più disparati – seduttori crudeli, criminali feroci, deboli di mente o mariti spietati – è ormai una certezza.

“Mi sento come un pianista che suona la batteria e anche il sassofono”. Regista, produttore, attore, John Malkovich è un perfezionista, che lavora molto sui testi: “Ciò che conta è avere un ruolo, un posto preciso, nei sogni degli altri”.

Idealista e pragmatico

Nel 2002 debutta nella regia con “Danza di sangue”. Il film, presentato alla Mostra di Venezia, ripercorre la cattura del capo di “Sendero Luminoso” Abimael Guzman.

E Malkovich non sta da nessuna parte: mostra contemporaneamente gli orrori delle azioni rivoluzionarie e la miseria di un popolo oppresso, i palazzi dei potenti e le baracche dei poveri.

E questa sua visione l’ha ribadita a Locarno, sollecitato dalla domanda di un giornalista: “Certo che la limitazione delle libertà individuali costituisce un pericolo. Ma è peggio, saltare in aria quando si prende la metropolitana”. E denuncia la violenza che ha sempre governato il mondo.

Contrariamente a Susan Sarandon, non ama parlare di politica, non ama particolarmente le battaglie partigiane e non sopporta coloro che si sentono in dovere di commentare tutto, specialmente quando si tratta di combattere il terrorismo. “Uccidere in nome di cause politiche – conclude – è semplicemente disprezzabile”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Susan Sarandon è nata nel 1946, a New York
Nel 1996 ha ricevuto il premio Oscar come migliore attrice nel film Dead Man Walking
4 momination agli Oscar: 1980, 1992, 1993 e 1995
John Gavin Malkovich è nato nel 1953 nell’Illinois
Nel 1976 fonda con Gary Sinise lo “Steppenwolf Theater Company” di Chicago
Nel 1984 la sua prima nomination agli Oscar, seguita da una seconda nel ’93

Due attori americani, distanti dalle logiche di Hollywood, hanno ricevuto al Festival internazionale del film il “Locarno Excellence Award”, il premio alla carriera.

Susan Sarandon e John Malkovich, rare stelle del firmamento del cinema mondiale ad essere approdate sulle rive del Verbano, hanno ricevuto l’abbraccio di Piazza Grande nell’ultima edizione firmata da Irene Bignardi.

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR