E se il Grand Hotel fosse demolito?
Nel 1946 fu la sede della prima edizione del festival del film di Locarno. Oggi rischia addirittura la demolizione.
Fallito il progetto di Casinò, la venerata istituzione continua a cercare compratori e una nuova funzione.
La notte, come ormai di rito durante il festival a Locarno, quando il proiettore si spegne sulla Piazza Grande, si accendono le luci del Grand Hotel, meta di tanti festivalieri in cerca di un po’ di movimento.
L’inaugurazione ufficiale, con tanto di autorità politiche e la festa finale hanno ancora luogo in questo posto così carico di ricordi.
Persino il presidente della Confederazione, Pascal Couchepin, in visita a Locarno sabato scorso, si è lasciato andare ad una battuta sulla paventata demolizione del Grand Hotel, paragonandola alla distruzione del castello Visconteo da parte dei Confederati di ritorno dalla battaglia di Marignano.
Il Grand Hotel con le sue sale affrescate, la terrazza, i vecchi arredi dall’aria decaduta, il giardino secolare, fanno da splendida cornice alle feste e agli incontri dei nottambuli, anche se ormai di grandi divi e di registi famosi se ne vedono pochi.
I festaioli che in questi giorni del festival vengono al Grand Hotel senza inviti particolari (per la maggior parte giovani del posto e turisti), tra un drink e un ballo, firmano anche una petizione per poter salvare l’edificio da una fine indecorosa.
C’era chi raccoglieva affannosamente le firme in luoghi strategici, come l’entrata e il corridoio davanti alle toilette! E tutti sembravano turbati dal fatto che si possa pensare di abbattere un posto che mantiene ancora tanto fascino.
Un grido d’allarme
«Il Grand Hotel di Locarno deve essere salvato! È del 1874, è il primo edificio di lusso del Ticino, ha accolto re, politici ed artisti. Nel 1925 i capi di stato europei vi firmarono il trattato di pace della Società delle Nazioni…è la nostra memoria, una vera istituzione!»
Il giornalista locarnese Francesco Mismirigo ha lanciato la petizione per salvare il futuro dell’albergo. I suoi cinque proprietari, tra cui l’ex-consigliere nazionale Gianfranco Cotti e l’avvocato Franco Gianoni, entrambi ticinesi, non sanno più a che santo votarsi.
Declassato da 5 a 4 stelle già da qualche anno, l’hotel ha urgente bisogno di lavori di restauro. Una società di Zurigo voleva trasformarlo in Casinò di tipo B, ma i promotori non hanno trovato i fondi necessari e hanno ripiegato sull’ex-Kursaal di Locarno, che è stato inaugurato il 3 agosto.
Dopo aver fatto ricorso contro la società zurighese «Grand Casino SA» che non ha rispettato i diritti di acquisto dell’edificio, i proprietari dell’hotel hanno pensato di gettare la spugna.
Ma il grido d’allarme lanciato dal giornalista radiofonico Francesco Mismirigo ha scosso le coscienze. Sono diverse ora le proposte per rilanciare il venerabile albergo: come residence, complesso alberghiero e commerciale, casa di riposo, centro professionale.
«Non c’è stato ancora proposto nulla di concreto e non possiamo fidarci di semplici promesse» ha dichiarato in proposito l’avvocato Gianfranco Cotti, uno dei proprietari.
Nel frattempo il comune di Muralto, dove ha sede l’hotel, ha deciso di iscriverlo nel registro dei monumenti da proteggere. Ma il nuovo piano regolatore deve ancora essere sottoposto al consiglio municipale per l’approvazione o la modifica, forse già entro la fine dell’anno.
Un po’ di linfa dal festival
La primavera scorsa il Grand Hotel è stato scelto come set da una troupe cinematografica indiana per girarvi un film. Il fatto che la protagonista fosse una Miss Universo aveva attirato parecchio l’attenzione dei media. Poi il silenzio aveva di nuovo invaso le sale e il parco secolare.
Il 56° Festival internazionale del film di Locarno ha riportato un po’ di vita, al Grand Hotel. Sperando che non sia l’ultimo respiro.
swissinfo, Raffaella Rossello e Gemma d’Urso, Locarno
Situato sopra la stazione di Locarno, nel comune di Muralto, il Grand Hotel data del 1874.
Fu il primo edificio di lusso del Ticino, e ospitò la prima edizione del Festival internazionale del film, nel 1946, con la partecipazione della mitica Ava Gardner.
Costruito su delle grotte (tutt’ora esistenti) che contenevano tombe romane, è circondato da un parco secolare, adibito in parte a parcheggio.
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